Per il segretario dell’Alleanza, i Paesi Nato che forniscono armi all’Ucraina dovrebbero permettere alle forze armate di Kiev di utilizzarle anche per colpire obiettivi militari in Russia
di Francesca Salvatore per Il Giornale
Un annuncio che sa di svolta copernicana nel corso dellaĀ guerra in Ucraina. Crolla, infatti, uno degli ultimi tabĆ¹ in ambito Nato dallo scoppio della guerra: il segretario generaleĀ Jens StoltenbergĀ ha invitato gli alleati aĀ eliminare le restrizioniĀ sull’uso delle armi da parte dell’Ucraina per colpire obiettivi militari all’interno della Russia. āPenso che sia giunto il momento per gli alleati di considerare se dovrebbero eliminare alcune delle restrizioni imposte sullāuso delle armi che hanno donato allāUcrainaĀ – ha dichiarato Stoltenberg in un’intervista all’EconomistĀ –Ā perchĆ©, soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine“. Nella visione, dunque, del Segretario dell’Alleanza, negare all’Ucraina la possibilitĆ di usare queste armi contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo rende molto difficile per Kiev difendersiā.
Il passaggio ĆØ gigante, ribaltando completamente la veste che la guerra ha avuto fino ad oggi. Se, infatti, l’Alleanza Atlantica ĆØ stata finora parca nelle sue indicazioni a Kiev, nel corso degli ultimi due anni il foraggiamento all’Ucraina ha subito un impennata. Tuttavia, i timori di un attacco diretto alla Federazione russa a mezzo armi Nato ĆØ stato il principale timore degli alleati. Alla luce di ciĆ² infatti si spiega il lungo traccheggiamento sui famigeratiĀ AtacamsĀ poi scioltosi in totale apertura: a fine aprile scorso, infatti, il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti,Ā Jake Sullivan, aveva rivelato che il presidenteĀ Joe BidenĀ ha inviato segretamente i missili a lungo raggio in Ucraina nel marzo scorso. Per ora, tuttavia, si tratta di un’esortazione politica di Stoltenberg, che dovrĆ essere tradotta in ulteriori processi decisionali. Ma il cambio di prospettiva ĆØ ormai giĆ realtĆ : dallaĀ mera difesa, ora Kiev potrebbe essere autorizzata all’offesa, e per giunta in casa dello zar.
La prima volta che il presidente Biden aveva menzionato la possibilitĆ di inviare missili Atacams in Ucraina era stata nel luglio 2023, durante il vertice della Nato a Vilnius. In quell’occasione perĆ², Washington scelse di dare prioritĆ all’invio diĀ artiglieria, che in quel preciso momento era fondamentale sul campo di battaglia. Come abbiamo raccontato anche da queste colonne, il dibattito ĆØ andato avanti per mesi all’interno dell’amministrazione Biden: il timore era quello di galvanizzare le forze di Kiev e che l’Ucraina li avrebbe usati per attaccare obiettivi all’interno della Russia. Nell’aprile scorso, a Sullivan era stato chiesto se esistesse ancora il timore che l’Ucraina attaccasse la Russia con gli Atacams: l’esecutivo americano, tuttavia, confermĆ² di aver ricevuto specifiche garanzie dagli ucraini che queste armi sarebbero state utilizzate esclusivamente nel loro territorio, ricordando che l’esecutivo ucraino aveva preso questo impegno giĆ in passato, come accadde con gliĀ Himars, dalla gittata di circa circa 80 chilometri.
Le dichiarazioni di Stoltenberg sono certamente legate anche alle provocazioni russe degli ultimi giorni in fatto di confini. Nel frattempo, dal lato europeo dell’Alleanza, il Consiglio Esteri europeo lunedƬ darĆ via libera dal nuovo regime di sanzioni sulla repressione dei diritti interni – quello che in un primo momento doveva essere dedicato alla memoria di Navalny – e includerĆ giĆ alcune personalitĆ . I ministri proseguiranno anche il lavoro sulĀ 14Ā° pacchetto di sanzioni, che dovrebbe chiudere ancora le scappatoie con cui Mosca elude le misure precedenti, ma che ha bisogno di altre settimane per vedere la luce. Di certo si parlerĆ delleĀ minacce ibrideĀ che Mosca continua a infliggere all’Europa. Dopo il tentativo di rivedere i confini marittimi sul Mar Baltico, ĆØ stata la volta della rimozione delle boe sul fiume Narva al confine con l’Estonia.
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