Quando Scurati fondò una società allo scopo di ciucciare i fondi PNRR ma si mise a piagnucolare quando scoprì di non averne diritto

Antonio Scurati vuole disperatamente i fondi Pnrr per la sua azienda agricola
Il 3 settembre 2021 Antonio Scurati e la compagna Marta Stella fondano una società agricola. Che nello statuto dice: “cerchiamo i soldi Pnrr”

di Franco Bechis per Verita’&Affari dell’11 ottobre 2022

La nascita dell’azienda agricola

Poco più di un anno fa- era il 3 settembre del 2021- nello studio dell’avvocato Stefano Fazzari, notaio in Amalfi, “senza l’assistenza di testimoni” sono comparsi lo scrittore Antonio Scurati e la sua compagna e madre della sua seconda figlia, Marta Stella. Per costituire fra loro due una società in accomandita semplice, denominata “Utopia sas di Marta Stella & c.” per “coltivazione di fondi, selvicoltura, allevamento di animali ed attività connesse, e lo sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile, nonché l’esercizio di strutture agrituristiche”. Ma soprattutto per disperatamente cercare di prendere i fondi Pnrr per la azienda agricola.

Uno scrittore che va di moda

Nell’atto costitutivo è prevista  l’organizzazione “e gestione di strutture ricettive, e in particolare affittacamere, case e appartamenti per vacanze, country house”. Siccome Scurati è uno scrittore che va di moda (vendutissimo il suo ultimo libro su Benito Mussolini, il terzo della serie su “M”) e conosce il mondo che conta, ha fatto aggiungere fra gli scopi della società un capitoletto per andare sottobraccio alla transizione ecologica: Utopia così può occuparsi di “interventi atti a prevenire e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio, anche a mezzo di realizzazione  di terrazzamenti e di gestione e recupero delle acque, nonché alla tutela del paesaggio”.

La ricerca dei soldi Pnrr

Lo scopo dell’azienda di Scurati

Ma è al punto 1.6 dello statuto che si trova la missione della società di Scurati: “operare prevalentemente nel Mezzogiorno di Italia e nelle aree svantaggiate, nonché nell’ambito degli obiettivi del programma Next Generation Eu (NGEU) e del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del 2021: potrà pertanto accedere ad ogni forma di finanziamento, contribuzione o agevolazione prevista dalle vigenti o future normative anche comunitarie a favore delle imprese operanti in detti ambiti”.

Un terreno comprato da 16 eredi

Dunque il celebre scrittore si lancia creando una società ad hoc nella grande corsa per acciuffare i fondi del Pnrr, che evidentemente fanno gola a molti. Ma il percorso è assai più complicato di quanto non si immaginasse quel 3 settembre. Nonostante i compiti altisonanti Utopia infatti dovrebbe gestire un fondo rustico che Scurati ha messo insieme in località Torello, frazione di Ravello sulla costiera Amalfitana, praticamente a fianco della casa vacanza ereditata insieme ai fratelli dai genitori. Non è stato semplice avere quella terra perché pezzetto per pezzetto era intestata a 16 diversi eredi di persone conosciute durante la sua infanzia.

Alla fine ce l’ha fatta cedendo un manufatto rustico (una sorta di cantina) esistente su quel terreno a un diciassettesimo proprietario della zona che vantava un diritto di prelazione su quel fondo rustico. Il terreno era abbandonato da quasi 30 anni, infestato da topi e serpentelli e ovviamente coperto da rovi e vegetazione selvatica. Ma è bastato ripulirlo un po’ per fare saltare fuori aranci con frutti rigogliosi e creare le condizioni per mettere lì su una vera e propria azienda agricola a basso costo di ristrutturazione: l’idea era appunto quella di accedere ai bandi Pnrr per pagarsi tutta la ristrutturazione del fondo.

La cruda realtà

È stato in quel momento però che lo scrittore si è imbattuto nella cruda realtà. È andato negli uffici tecnici del comune con il suo bel progettino di trasformazione del fondo agricolo scoprendo solo allora che un proprietario terriero non può fare quel che vuole nemmeno se lo ritiene bello, giusto e alla moda del momento. Esistono vincoli che impediscono ad esempio di modificare terrazzamenti, o di sostituire gradini per salire dall’uno all’altro con una più funzionale rampa. Non puoi manco decidere di mettere lì limoneti, viti, ulivi e con quattro pietre costruirti una cantina dove imbottigliare il tutto e magari farne un punto vendita.

Scurati fa compassione al Fai

No, ci vogliono le autorizzazioni, e bisogna sciogliere i vincoli esistenti. La cosa non deve essere piaciuta a Scurati, che mesi dopo ha voluto raccontare la sua storia (a modo suo) al Fai, mostrandosi vittima di una spietata burocrazia e ottenendo incondizionata solidarietà. Ha raccontato la sua azienda agricola come il suo “sogno di giardinaggio”, l’ha motivata con l’afflato del buon cittadino che vuole mettere in sicurezza un territorio. Ha spiegato che lo costringevano ad aprire una società per fare quelle cose (in realtà l’aveva aperta da mesi).

Senza IGP ti scordi i soldi

E ha fatto calare tutti nel suo dramma: “Se io voglio ottenere l’IGP per coltivare limoni, devo costruire il pergolato. Se il pergolato è stato distrutto da 30 anni di incuria e io voglio coltivare il limone con le piante ad alberello, non mi danno l’IGP. Se non mi danno l’IGP perdo punteggio quando si arriva a partecipare ai bandi…”.

Al ragazzo di città niente quattrini

E non solo : “Bandi dai quali io, Antonio Scurati, scrittore, ragazzo di città, che decide di mettere i soldini guadagnati con i libri in questa opera di ripristino di un paesaggio storico, sarei normalmente escluso perché non sono un coltivatore diretto e perché non sono un imprenditore agricolo a titolo prevalente. Se vuoi partecipare a quei bandi devi avere una partita Iva agricola che non posso avere perché sono un professore universitario”. Un dramma, si capisce: così niente fondi Pnrr allo scrittore e professore un

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