Legge Fornero addio? In arrivo con il nuovo governo una riforma delle pensioni che finalmente dovrebbe cancellare l’odiosa norma imposta da Monti

 Matteo Salvini, l’ipotesi “Quota 41” per la riforma delle pensioni. Fra i vari dossier urgenti che attendono il nuovo governo c’è anche quello delle pensioni. Un tema scottante che ha sempre messo in difficoltà i vari partiti: sembra che trovare una soluzione a questo problema sia qualcosa di impossibile. In assenza di una riforma organica sull’anticipo pensionistico entro la fine del 2022, come noto, si tornerà al regime della legge Fornero, sistema da sempre aspramente criticato del leader della Lega Matteo Salvini. Se il sistema Fornero non piace, quale potrebbe essere l’alternativa? Ecco le varie ipotesi.

Matteo Salvini, l’ipotesi “Quota 41” per la riforma delle pensioni

La legge Fornero sulle pensioni non piace al leader della Lega Matteo Salvini, il quale recentemente ha fatto sapere che il suo partito si è riunito “per lavorare sui dossier che riguardano la Flat Tax, il caro bollette e il superamento della Fornero”. Quest’ultimo punto sarà una delle battaglie leghiste nel nuovo Governo. Come noto se non verranno apportati correttivi, dal primo gennaio 2023 tornerà in vigore la legge che porta il nome dell’ex ministro Elsa Fornero e che farebbe slittare a 67 anni l’età anagrafica per andare in pensione. Tra le ipotesi di Salvini c’è “Quota 41”, ovvero la riforma pensionistica che, indipendentemente dall’età anagrafica, consentirebbe di andare in pensione a chi ha versato 41 anni di contributi. Ovviamente “Quota 41” non è l’unica alternativa alla Legge Fornero: vediamo le altre proposte.

Le alternative alla Legge Fornero

Il Governo dovrà lavorare su una nuova riforma delle pensioni. Oltre a “Quota 41”, proposta da Matteo Salvini, un’altra opzione è quella di prevedere uscite con 62 anni e 35 anni di contributi e penalizzazioni della quota retributiva sotto il limite dei 66 anni. Al contrario, superando i 66 anni ci sarebbero dei premi. Un altro intervento possibile è la correzione della cosiddetta Opzione donna. Pensione a 58 anni e 35 di contribuzione vincolato però al ricalcolo contributivo dell’assegno. Infine, l’idea di Giorgia Meloni sarebbe quella di una Opzione Uomo, che permetterebbe da una parte di mantenere le promesse elettorali di Fratelli d’Italia su una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, dall’altra di realizzare una riforma senza compromettere in maniera eccessiva i conti pubblici. Questa soluzione si aggiungerebbe alla proposta di riforma previdenziale avanzata dalla Lega.

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