La guerra mondiale per una poltrona! Svelato il vero, folle piano del parassita criminale Emmanuel Macron

Macron “punta alla poltrona”: perché rischiamo la guerra Russia-Europa

tratto da Libero
Riceve il presidente cinese Xi Jinping a Parigi, telefona al premier israeliano Benjamin Netanyahu (invitandolo a completare i negoziati con Hamas ed evitare l’offensiva a Rafah), nei giorni scorsi innesca una tensione internazionale gravissima “minacciando” Mosca di inviare militari europei in Ucraina.

L’attivismo di Emmanuel Macron, anche attraverso dichiarazioni discutibili (di cui il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha ammesso di non comprendere né il fine né l’utilità), secondo un retroscena della Stampa nasconderebbe un obiettivo molto più prosaico che non una “rivendicazione della centralità francese in Europa e nel Mondo”, che pure sarebbe azzardata e pericolosissima in questo contesto. No, Macron farebbe tutto per uno scopo molto più personale, quasi un uso privatistico della politica e della diplomazia: il presidente francese punterebbe a prendere per sé il Consiglio europeo. E l’unico modo per farlo è fare la voce grossa, giocarsi tutte le fiches sui tavoli internazionali.

Anche perché sul piano interno, le cose per il leader di centrosinistra non vanno bene: “Superato da Marine Le Pen e tallonato dal socialista Glucksmann – nota il quotidiano torinese -, il presidente cerca spazio politico. L’attivismo in Ucraina è funzionale a riconquistare la Francia”. E a scalare, appunto, il Consiglio europeo. Le stesse contestatissime frasi sui soldati europei in Ucraina, secondo il giornalista della Stampa Alessandro Barbera, sarebbero strumentali a “riconquistare i liberali“. E pazienza, vien da commentare, se per qualche pugno di voti in più l’Eliseo rischi di far deflagrare la guerra tra Russia ed Europa.

O MACRON O CIPRO
di Mario Adinolfi da Facebook
Sull’Economist di questa settimana un generale ucraino ammette l’impossibilità per Kiev di vincere la guerra, sui giornali di oggi c’è chi comincia a definire “imminente” il tracollo della linea di resistenza all’esercito di Mosca. Ci sono voluti 27 mesi, trecentomila ragazzi morti, la devastazione di importanti porzioni di territorio ucraino e anche dell’economia europea per capire quello che il Papa diceva da subito: questa guerra è una follia. So che ora partiranno commenti del tipo “e allora se avessimo lasciato fare Hitler”.
Ho già argomentato in molti articoli fin dal giorno 1 della guerra nel febbraio 2022 che Putin non è Hitler, ma se vogliamo dar ragione a chi dice che invece lo è e “se lo lasciamo fare attaccherà tutta Europa”, è ovvio che si può fare solo quel che dice Macron.
Si prendono i soldati della Nato, compresi i nostri figli, si mandano al fronte a combattere contro l’orrendo dittatore, come stanno al fronte centinaia di migliaia di ragazzi ucraini. Non è che quando Hitler ha invaso la Polonia, inglesi e francesi hanno fatto una diretta zoom e fornito armi ai soldati polacchi. Hanno dichiarato guerra a Hitler e i loro ragazzi lo hanno combattuto, morendo in centinaia di migliaia. Ma sappiamo tutti che Putin non è Hitler. E allora va trovata un’altra soluzione.
Anche la soluzione la indico da anni, perché non mi piace fare il firmatario di generici appelli “per la pace”. A ogni pacifista chiedete sempre con precisione come intende realizzarla, perché è troppo facile dire che la pace è meglio della guerra, bisogna anche dire come si vuole agire per realizzarla concretamente.
Io credo che l’Italia si debba sganciare dal carrozzone europeo che esegue i diktat americani e, costruendo una forte sponda col Vaticano, proporre intanto subito un cessate il fuoco e l’apertura a Roma di un tavolo permanente di trattativa. Nessuno chiede a Zelensky la resa, ma la sua dottrina di far proseguire la guerra “fino alla vittoria” è caduta davanti all’evidenza dei fatti. Allora bisogna sedersi a un tavolo di trattativa. Come ho già scritto in passato penso che l’unico punto di caduta possibile sia alla fine la soluzione con cui si è risolta sul nascere la guerra greco-turca a Cipro. Cipro è formalmente integra territorialmente e aderisce all’Unione europea, in realtà la parte nord turcofona dell’isola è indipendente e adotta lingua, moneta e persino prefisso telefonico della Turchia, con schiacciante prevalenza religiosa islamica. Nessun Paese a parte la Turchia riconosce formalmente la repubblica di Cipro Nord, ma nei fatti esiste e se vuoi entrarci dal resto dell’isola di Cipro devi munirti di passaporto e affrontare i controlli ad un confine che è reale. Credo che una soluzione del genere sia l’unica soluzione possibile per il Donbass e gli altri territori contesi. Diventeranno estensione del territorio russo, senza che l’Ucraina debba ammettere la sconfitta e subire una formale amputazione.
La mia ovviamente è una proposta, chi vuole rispondere eviti gli insulti inutili e articoli un’altra proposta realistica che si possa mettere su un tavolo di pace, magari spiegando perché sarebbe migliore della soluzione cipriota e per “migliore” si intende più agevolmente accettabile da ambo le parti. Il tutto, lo ricordo, partendo da un dato di fatto ormai chiaro a ciascuno nonostante questi anni di propaganda: Kiev non può vincere la guerra, anzi la sta perdendo e Putin non cade, né la Russia è stata piegata dalle nostre inutili sanzioni, che hanno invece piegato la nostra economia che ha pagato la guerra con tassi di inflazione che non si vedevano da decenni, impennate dei ratei di mutui e prestiti, costo dell’energia al limite dell’insostenibile per famiglie e soprattutto imprese. Ora ci serve la pace, ci conviene la pace, vogliamo la pace. Oppure finiremo in guerra con le modalità indicate da Macron. Siamo davvero al bivio. Che strada ritenete giusto imboccare?

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