«I gay voteranno Vannacci. Ho diversi amici che non sono etero e conosco quel mondo. Come mi ha confermato Marcello Nicodemo, il primo giornalista omosessuale che mi ha intervistato, sulle mie posizioni c’è poco da dire. Anzi, posso confermare che gli omosessuali, quelli non politicizzati, non trovano nulla di strano in quello che scrivo e al contrario si ritrovano con me nel dubitare su un esibizionismo esasperato, che è normale possa subire delle critiche». A dirlo il generale Roberto Vannacci, candidato per la Lega in tutti i collegi.
Nella giornata contro l’omotransfobia, non sono mancate le critiche nei suoi confronti? Perché?
«Sono sincero non ho capito perché ultimamente tutti sono contro di me. Non ho mai detto una parola contro gli omosessuali. Anzi, non sapevo neanche che oggi fosse la giornata contro l’omotransfobia».
Quale la sua posizione sull’argomento?
«In maniera più assoluta, non sono contro i gay, né lo sono mai stato, né ho mai detto qualcosa contro di loro. Non so più in che lingua dirlo. Chi sostiene altro, s’inventa qualcosa che non corrisponde al vero».
Si stanno diffondendo, pertanto, delle falsità?
«Certamente! Ormai è diventato uno sport nazionale inventarsi dei preconcetti da attribuire a Vannacci.
Tale ars operandi, comunque, finisce col rafforzarmi e non certamente con l’indebolirmi».
Non ha dunque nessuna difficoltà a frequentare amici dello stesso sesso?
«Non ho alcun problema ad avere amici gay. Non mi dà fastidio. Non ho nessuna repulsione, come direbbe la parola stessa, nei confronti di chi ha un orientamento sessuale diverso dal mio.
Nelle pagine de “Il Mondo al Contrario” ho criticato solo l’ostentazione esibizionista da parte di alcuni. Ognuno, però, è libero di fare quello che vuole».
A cosa fa riferimento?
«Chiunque faccia l’esibizionista deve anche accettare le critiche degli altri. Se uno ostenta e mette in vista, c’è qualcuno a cui potrebbe non piacere. Mi sembra la normalità. Vale per qualunque cosa».
Perché allora una certa parte politica continua a insistere nello scagliare dardi nei suoi confronti, quando si parla di diritti?
«La verità è che noto una pochezza di argomenti e di contenuti da parte dei miei avversari. Altrimenti non parlerebbero sempre delle medesime cose. Mi sono candidato alle elezioni europee, al contrario, per dare un contributo concreto. Mi sarei, pertanto, aspettato che qualcuno volesse fare un confronto con me sull’Europa e non continuare parlare sempre di questo tema dell’omosessualità, che se fosse per me, non toccherei, proprio perché già sono stato fin troppo chiaro».
Addirittura c’è un presidente di un Consiglio regionale che avrebbe scritto a lei e alla premier per chiedere chiarimenti rispetto alle sue posizioni. «Un’istituzione, a mio parere, dovrebbe pensare ad altro. Non so chi lo ha fatto, ma chi ha doveri verso una comunità dovrebbe distinguersi per altro o meglio ancora per indicare delle soluzioni utili a risolvere dei problemi e non puntare, ogni giorno, il dito contro la solita persona. Siamo di fronte a un’ossessione. Una cosa è certa, non sono da condannare le mie posizioni. Sarebbe meglio farlo con quelle di qualcun altro».
Tale strategia progressista è dovuta forse al suo libro, il cui contenuto è ancora dubbio per qualcuno…
«Nelle prime due pagine del testo, dedicate appunto al mondo Lgbt, ho spiegato come essendo un qualcosa, che deriva dai gusti e dalle predilezioni, non sia neanche discutibile e criticabile. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Probabilmente fa più scoop o più comodo parlare di queste cose che affrontare le criticità reali, dove si non può parlare per invenzioni o supposizioni. È possibile che la sinistra, in questa fase, sia priva di argomenti. Altrimenti non mi spiego tale atteggiamento».
Nel suo appello al voto, quindi, si rivolgerà anche a persone che non sono etero?
«Perché non dovrei farlo. Io mi rivolgo a tutti. Ritengo di essere il candidato della gente e non degli apparati. Mi rivolgerò, quindi, anche agli omosessuali e sono sicuro che una buona parte di loro potrà votare per me».
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