Detassazione tredicesime a dicembre, arriva la brutta notizia per i lavoratori: il governo costretto a rimangiarsi anche questo provvedimento. I milioni ci sono solo per le armi all’Ucraina

Per alcuni mesi si è parlato della detassazione delle tredicesime già a dicembre 2023 che avrebbe consentito ai lavoratori di portare a casa buste paga più corpose sotto le festività natalizie. In realtà le cose andranno diversamente perchè il governo potrebbe posticipare questo provvedimento , così come la detassazione delle pensioni e dei redditi da lavoro, per via delle scarse risorse economiche a disposizione.

Niente detassazione della tredicesima per il 2023. Molti dei contenuti della Legge di Bilancio 2024, infatti, sono rimandati al prossimo anno con dei disegni di legge collegati che definiranno le misure per il prossimo anno.

La Legge di Bilancio, di fatto è stata destrutturata e solo parte delle misure sarà anticipata a quest’anno. La manovra servirà solo a definire le risorse da destinare agli interventi principali quali il taglio del cuneo fiscale, i contratti dei dipendenti pubblici e misure per le pensioni. Anche il taglio dell’Irpef con la ridefinizione di aliquote e scaglioni sono fuori dalla Legge di Bilancio e rimandati a un provvedimento apposito.

L’anticipo della riforma fiscale che doveva partire in anticipo nel 2023 con la detassazione delle tredicesima già dal dicembre di quest’anno, al momento è stato messo da parte.

Niente detassazione della tredicesima nel 2023

Per chi ci sperava, non c’è nulla da fare. Nulla cambia per la tredicesima a dicembre 2023 e continuerà a essere tassata nel modo ordinario. L’esecutivo, infatti, ha pensato che è meglio utilizzare i fondi necessari per adeguare le pensioni e le retribuzioni degli impiegati pubblici. Il governo ha scelto la via della destrutturazione della legge di Bilancio 2024, rimandando l’attuazione di numerose misure.

Un decreto apposito, a breve, permetterà di recuperare in maniera anticipata lo 0,8% di indicizzazione Istat di differenza sull’inflazione del 2022. Sarà la Legge di Bilancio, invece, a definire l’adeguamento all’inflazione 2023 che è poco più del 5%.
Nello stesso decreto, poi, dovrebbe essere riconfermato anche il bonus per i dipendenti statali, ovvero l’1,5% della retribuzione. Un’altra parte dei fondi sarà destinata a gestire i flussi migratori.

Collegati alla Legge di Bilancio, potrebbe anche non essere attuati

Il Nadef elencava ben 32 collegati alla Legge di Bilancio di cui uno è la Delega Fiscale per la riforma, già approvato. Altri tre collegati, previsti già ad aprile nel Def per razionalizzazione delle carceri, piante organiche degli uffici giudiziari e turismo, sembrano essere introvabile, ma questa non è una novità.

I collegati delle leggi di Bilancio, infatti, hanno la brutta abitudine di far perdere le proprie tracce e negli ultimi anni la media di quelli realmente approvati è di due ogni anno.

Ma il Governo ai 17 decreti indicati nel Def ne somma altri 15, per un totale di 32 che dovranno essere presentati entro la metà di novembre. C’è da dire che al momento, però, non sono certamente una priorità per l’esecutivo e potrebbero essere approvati anche più tardi.

Si spera, in ogni caso, che la misura che avrebbe portato alla detassazione della tredicesima per i redditi più bassi (si parlava di un’aliquota sostitutiva al 15% per redditi, probabilmente, fino a 35mila euro) venga approvata il prossimo anno e non cada, definitivamente, nel dimenticatoio.

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