“Gatti chiusi in casa e cani rigorosamente al guinzaglio” La Stampa gioca al terrore con l’epidemia di aviaria: oramai questi giornali non servono neppure per fare su le uova nel pollaio

di Noemi Penna per La Stampa

L’epidemia globale di influenza aviaria sta silenziosamente devastato le popolazioni di uccelli domestici e selvatici causando milioni di morti in 67 Paesi. Il virus H5N1 si diffonde principalmente fra i volatili. Ma è la stessa Organizzazione mondiale della sanità ad informare della comparsa di nuove varianti che potrebbero essere dannose per molte altre specie animali, incluso l’uomo. Sia i mammiferi terrestri che quelli marini sono già stati colpiti, con preoccupanti focolai di visoni d’allevamento in Spagna, di foche negli Stati Uniti e leoni marini in Perù e Cile. I virus dell’aviaria sono stati rilevati anche in animali domestici come cani e gatti, con un recente focolaio fra i felini della Polonia dove sono già morti nove esemplari. C’è quindi da aver paura che arrivi in Italia anche questa variante? Non è da escludere.

Gatti in casa, cani al guinzaglio
Ci sono già state segnalazioni di focolai mortali tra i mammiferi causati anche dai virus H5 dell’influenza A in dieci paesi di tre continenti. Ed è probabile che ci siano o che si svilupperanno nuovi focolai anche altrove. Proprio per questi motivi, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha esortato di tenere i gatti sempre in casa e i cani al guinzaglio mentre camminano nelle aree in cui è stata confermata un’ampia circolazione di virus ad alta patogenicità, per evitare di entrare in contatto anche accidentalmente con uccelli malati. E questa raccomandazione vale per tutta Europa, Italia inclusa, e prende anche in considerazione l’idea che gli animali di casa potrebbero a loro volta infettare l’uomo. “Gli animali domestici infetti dal virus H5N1 possono diventare un potenziale rischio di esposizione di altri animali e proprietari di animali domestici”, hanno dichiarato dall’Efsa, raccomandando “un ulteriore monitoraggio sanitario nelle aree con un numero elevato di casi di influenza aviaria, e test per l’influenza aviaria dei proprietari di animali domestici esposti a cani e gatti infetti”.

Di seguito la mappa dei focolai di aviaria in Italia (ultimo aggiornamento al 6 luglio 2023)

Vittime indirette
Le prime vittime predatorie sembrano essere le volpi, che stanno entrando in contatto con il virus cacciando uccelli malati o cibandosi di quelli morti che trovano nei boschi. Anche fra i gatti morti in Polonia, almeno la metà era stata nutrita con pollame crudo contaminato, inconsapevolmente offerto dai loro proprietari. Nessuna trasmissione di influenza aviaria è stata al momento confermata da gatto a gatto o da gatto a uomo, ma uno studio condotto proprio qui in Italia su un allevamento infetto da influenza aviaria ha scoperto che cinque fra cani e gatti che frequentavano abitualmente quella azienda avevano anticorpi per la malattia. Questo vuol dire che il loro sistema immunitario ne era entrato in contatto.

Situazione italiana
Il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle conferma la presenza del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 nel pollame e in volatili selvatici. I focolai si trovano principalmente in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, Poi in Friuli, Trentino, Piemonte, Marche, Umbria e Sardegna, principalmente in esemplari selvatici, ma anche in allevamenti industriali. Non sono stati al momento confermati casi fra cani o gatti, ma “data l’elevata frequenza con cui questi virus vanno incontro a fenomeni di mutazione, c’è la possibilità che da un serbatoio animale possa originare un nuovo virus per il quale anche la popolazione umana risulta suscettibile, dando modo alla malattia di estendersi a livello globale e provocando quindi una pandemia”.

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