Il sacro siero mi ha provocato un tumore, ma se lo racconto sui social vengo immediatamente censurato: il doppio racconto choc del giornalista che spesso viene ospitato dal blog di Nicola Porro

prefazione di Leonardo Facco

Max Del Papa è uno di quelli che ho incontrato su un paio di palchi durante le restrizioni imposte dai criminali Conte, Speranza e banda nazicom parlamentare. Uno statalista, non mi è mai stato simpatico. Del Papa è anche uno di quelli che si è fatto il buco obbligatorio, adducendo scuse sue. 

Ora, è arrivato il racconto choc: “Io, il cancro e il vaccino. Cosa mi dicono i medici”. 

Sono malato ma non posso dirlo: youtube non vuole, il Sacro Vax è inviolabile

Esce una mia intervista dove racconto il mio linfoma, casualmente emerso, ma a due anni dalla doppia dose anticovid a seguito della quale non ero stato più bene (nell’imbarazzo dei sanitari): poche ore e youtube cancella. Eccolo il fascismo, non cercatelo chissà dove.

di Max Del Papa per Il Giornale d’Italia

Il medico Citro della Riva a questa testata: “Il vaccino Covid non è un vaccino, favorisce tumori, la proteina spike è come un fiammifero, dove si ferma incendia”.

Citro dice il vero e tira via l’ennesimo velo di una sporca storia fatta di veli.
Ricordo che, alla buona, lo dicevamo tante volte con un amico di Ancona: funziona così, se c’è qualcosa che cova, che è latente, ‘sta spike lo scatena.
A me è successo nel sangue, ma non è questa la notizia: la notizia è che non posso dirlo.
Mi chiama l’amico Giulio Cainarca, direttore di Radio Libertà, mi fa raccontare la mia vicenda: una caduta dallo scooter, la spalla che si spappola e in pronto soccorso un medico ha uno scrupolo, ordina una tac addominale, non si sa mai e così vedono che sono pieno di linfonodi e da quelli, per varie tac, biopsie, ipotesi e controipotesi, concludono per un linfoma e/o mieloma: ben che mi vada, mi aspettano mesi di chemio.
L’intervista viene riprodotta su youtube ma in poche ore se non minuti, giusto il tempo di accorgersene, sparisce. Me lo fanno sapere i lettori chenon riescono più ad accedere, sbattono contro il solito annuncio della violazione di chissà quali politiche aziendali.

Queste politiche aziendali hanno un nome: fascismo.
Eccolo, non c’è bisogno di cercarlo chissà dove, care professoresse democratiche che si sentono ghermite dal diciannovismo, dalla marcia su Roma, cara Anpi, caro PD, cari signori dei vaccini. Perché nella mia intervista io dico fondamentalmente una cosa: che il mio malessere lo sentivo in mille forme, sintomi, effetti e avevo cominciato a sentirlo subito dopo le due dosi, fatte due estati fa, quando regnavano la confusione e il ricatto.
Da allora, sempre quella sensazione di avere qualcosa di estraneo nel corpo, il fisico che non reagiva più alle sollecitazioni, come rotto, estraneo. Infine la scoperta, casuale, traumatica. E non posso dirlo? Io ho un male grave, un cancro del sangue e non me lo fai dire?
Per non disturbare Pfizer, i signori dei vaccini, i Mattarella Draghi e Speranza, le scellerate politiche vaccinali che continuano quasi senza soluzione di continuità, gli osanna dei telegiornali ai nuovi preparati, forza gente, ce n’è per tutti, dai 6 mesi ai 90 anni, fatevi avanti come alla sagra del paese? Sì, fatevi avanti, tentate la fortuna. Io nell’intervista a Radio Liberà non accuso nessuno: metto in fila cause ed effetti, sapendo che la prova del diavolo nessuno potrà mai fornirmela e anche se la fornissi farebbero finta di niente: il regime non giudica se stesso, un parlamentare della Meloni lo ha appena ammesso: la commissione d’inchiesta sul Covid non si occuperà dei profili di costituzionalità, cioè la prima cosa che sarebbe da appurare.
Non avevamo dubbi, ma io, oggi, sono solo uno di centinaia di migliaia a vario titolo, chissà come ammalati, lesionati oppure crepati dopo quel composto miracoloso, e a un certo punto un milione di singoli casi diventa una statistica. Ho anche detto nell’intervista che ho girato per non so quanti medici e sanitari che mi hanno avuto per le mani; e quando, sotto choc, dicevo che era stato “quello”, che mi ero ammalato a seguito delle due dosi, non uno – non uno – ha avuto il coraggio di contestarmelo. Chi sviava lo sguardo, chi annuiva col capo, chi mi guardava fisso, come quando non si può dire qualcosa ma lo si fa capire. Solo uno ha tentato una misera difesa d’ufficio, “mah, sono patologie asintomatiche, ne scopriamo tante”: ma questo non significa assolutamente niente e non esclude niente, casomai è una ammissione indiretta; meglio allora quello che mi ha confidato un altro dottore: “A questo punto chiunque fra noi sotto gli 80 anni dovrà misurarsi con qualcosa del genere.
I fattori sono diversi, sono concomitanti, ma non c’è speranza di scamparla. Dopo gli 80 non si sa, entro gli 80 è sicuro”. La mia vita è cambiata nello sguardo di una dottoressa che mormorava “questi linfonodi, cosa ci fanno qui?”. E tu, social di merda, mi impedisci di raccontarlo? Con quale diritto, su quali basi? Io ti faccio ricco, usandoti. Altro che la storia che sei una entità privata e fai quello che vuoi. I social sono talmente entità private che agiscono in combutta coi governi, coi Servizi, a fini censori; sono intraprese multinazionali in grado di connettersi a pari grado nell’industria, anche quella farmaceutica.
E tu mi vieti di dire che sono malato e gravemente malato? Tu mi impedisci di raccontare anche per gli altri? Di dire non pretendo la verità assoluta, ma la assoluta verità di quello che sto vivendo, ed è un incubo? Voi siete peggio di un cancro del sangue, perché voi avete una volontà: sapete cosa andate facendo. Altro che la storiella degli algoritmi automatici. Voi siete complici e colpevoli allo stesso modo. Voi e quelle entità miserabili, debunker, fact checker o giornalisti falliti come li si voglia chiamare, parassiti che si vantano della loro abiezione senza faccia.
Posso garantire che, da malato, non c’è esperienza più umiliante del ritrovarsi censurato sulla propria malattia, come uno che è colpevole di quello che gli è capitato e deve vergognarsi.
Un lebbroso che deve stare rintanato e non può neanche gridare la sua disperazione. E siamo stati fregati. Perché questo sistema irresponsabile e tutto fuorché innocente non sapeva e ha garantito; poi ha saputo e ha mentito; infine ha saputo e ora tace. “La spike è come un fiammifero…”.
E le conferme arrivano da tutte le parti, da tutto il mondo: i social della dittatura globale travestita da democrazia imbavaglieranno tutti, a qualsiasi latitudine? Ovviamente il blocco ha raggiunto anche Cainarca, che mi aveva interpellato, è scientifico, pervasivo, è organizzato nella forma paranoide che hanno le dittature.
E questo del sacro vax è solo un prodromo per ulteriori e più massicci interventi, dalla salute a qualsiasi aspetto della vita e della dignità personale. Io da un mese vedo solo luci al neon e corridoi che mi portano al prossimo laboratorio per un altro esame. Però non si può dire, non lo posso raccontare, se no la politica dei partiti, gli Speranza, le istituzioni da operetta, i CTS, ISS, AIFA e l’Unione Europea degli affari miliardari sui sieri se ne hanno a male. Come diceva quel ceffo in seno all’Aifa, che cestinava le denunce di effetti avversi? “Beh? Sai quanti ne dovranno morire?”. Per dire che in ballo c’erano troppe reputazioni e troppe carriere e troppi soldi. Cari censori del dolore, fascisti da social, parassiti della coscienza, volete fare a cambio con me?

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
1 comment
  1. Quello che disturba più di tutto è che nonostante quello che ti hanno provocato sia ancora restio a buttare giù tutto per la rabbia di ciò che ti hanno imposto, io al tuo posto farei fuoco e fiamme e userei l’esperienza per salvare altre vite, più ti censurano più fai sentire la tua voce, questo dovresti fare, sia tu che tutti quelli come te. Andate al Quirinale e urlate a squarciagola ciò che state patendo per colpa loro, ecco questo è FARSI SENTIRE, E non piangersi addosso solo perchè provi a dirlo in pubblico e ti censurano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

Un genovese si reca in macelleria, intenzionato ad acquistare un coniglio da fare in padella. Vede esposti vari conigli, di vari prezzi e chiede delucidazioni all'esercente: "Mi dica, come mai ci sono queste differenze di prezzo? Ce ne sono da 15 euro, e ce n'e' pure uno da un solo euro? Perche'? Ma sono buoni?".

Next Article

Fischi a Napolitano, l'idiozia di multare le squadre di calcio: cosa c'entrano col fatto che migliaia di loro tifosi non avevano intenzione di commemorarlo

Related Posts