Terremoto in Turchia, spunta la ‘profezia’ del celebre sismologo: l’ultima volta è stato qualche giorno fa quando aveva commentato un sisma di magnitudo 4 nell’area di Osmaniye

Due violente scosse di terremoto di magnitudo 7.8 e 7.6 della Scala Richter hanno devastato la Turchia: la prima si è verificata nella prima mattinata del 6 febbraio al confine con la Siria, la seconda intorno alle 13. Il bilancio dei morti si aggrava di ora in ora: sono oltre 5mila le vittime, di cui 3300 turche e oltre 1500 siriane. Secondo l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, solo in Turchia sarebbero crollati oltre 5mila edifici. Il presidente turco Erdogan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale.

“Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in #Turchia e #Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”. Lo afferma oggi papa Francesco in un tweet. Erdogan ha inoltre dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto.

I media turchi in queste ore sono tornati a parlare di Naci Görür, uno “dei massimi sismologi della Turchia” che da anni avvisata di un possibile sisma nella provincia di Kahramanmaras. L’ultima volta è stato qualche giorno fa quando aveva commentato un sisma di magnitudo 4 nell’area di Osmaniye, a circa un centinaio di chilometri a ovest di Gaziantep. Come scrive l’agenzia Dire, lo scienziato aveva iniziato a lanciare moniti dopo un sisma nella zona di Elazig nel 2020 parlando del pericolo rappresentato dal riattivarsi della faglia dell’Anatolia orientale, così come aveva spiegato in una intervista alla Cnn Turchia.

“Bisogna guardare attentamente alla regione di Kahramanmaras. Questo è un luogo soggetto a terremoti. Le misure per limitare i danni devono essere prese ora”. Proprio tale provincia in queste ore è risultata l’epicentro del “peggiore terremoto dal 1939”, come ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan, con decine di province coinvolte e centinaia di morti. “Come geologi – aveva continuato lo scienziato – diamo di continuo informazioni relative ai terremoti sopra i 4 gradi della scala Richter”. Quindi aveva chiesto “città resistenti ai terremoti” e assicurato: “Sono in contatto con le persone competenti”.

La macchina degli aiuti italiani messa in campo dalla Difesa è partita alla volta della Turchia per provare a donare sollievo dopo il terremoto. Nella giornata del 6 febbraio è decollato ieri sera il primo C130 dell’Aeronautica Militare con a bordo materiali e personale per prestare soccorso alla popolazione, giunto ad Adana intorno alle 6 del 7 febbraio, scrive l’agenzia Dire. A bordo ci sono 50 Vigili del fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio: personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie, che ha operato nelle analoghe emergenze in Italia e all’estero. Nel gruppo, poi, 11 sanitari e 6 unità del Dipartimento della Protezione civile.

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