Giovanni Storti e le lodi ai Gretini: dall’alto del conto in banca milionario pretende di dirci quando usare l’auto e quante docce possiamo farci durante la settimana

Estratto dell’articolo di Agostino Gramigna per il “Corriere della Sera”

[…] Giovanni Storti ha appena finito di mangiare. Simpatia e spontaneità sono il suo marchio. Però, a tratti, si esprime come un santone. «Non sono diventato un profeta. Ma vedo indifferenza verso la natura. Sia nei più anziani sia nei giovani». L’attore è testimonial di un progetto, «La casa dei polpi», lanciato a Talamone (Grosseto) dall’associazione «La casa dei pesci».

L’obiettivo è favorire il ripopolamento dei mari. Ecco l’entrata in scena del polpo. «Sta scomparendo, colpa dei moderni modi di pesca e dell’ingordigia umana». Lui, sempre più impegnato in campagne a favore dell’ambiente, ai polpi s’è appassionato dopo aver conosciuto un pescatore ambientalista.

«Si chiama Paolo. Lotta contro un tipo di pesca che li sta facendo sparire. I polpi vengono intrappolati in migliaia di contenitori di plastica». L’obiettivo dell’associazione è far adottare un polpo buttando in mare 2.000 anfore». Il polpo è un animale che cerca le tane e ci si s’infila. Il comico non mangia più polpi. Neanche pesci spada e tonni. «Sapendo come vengono catturati». Vegetariano? «Mangio carne, ma solo quella di allevamenti sani».

Soddisfatto?

«Mica tanto. Solo un disastro ci può spingere a riconsiderare la natura. Per molti il verde è solo uno sfondo cromatico».

Pessimista. Di chi è la colpa?

«La comodità».

I giovani da salotto di papa Francesco?

«Non sono credente ma il Papa ha raccontato perfettamente quello che sta succedendo. I ragazzi devono svegliarsi. Il problema è che anche quando lo fanno il sistema li mette a posto».

Si riferisce agli attivisti che imbrattano o bloccano il traffico per attirare le attenzioni sul clima?

«Si può discutere sulle forme ma il dissenso deve essere ascoltato. Senza dissenso non c’è cambiamento. Il consumismo e il capitalismo hanno fatto saltare questo mondo».

Giovanni fa degli esempi.

«L’auto in città va limitata, la doccia tutti i giorni è un vizio, come mangiare alimenti fuori stagione o avere 100 magliette e cambiarle di continuo. Le vendite online sono un disastro».

Lei è famoso e ricco. Qualcuno potrebbe obiettare che sono posizioni da comunista chic.

«Non c’è bisogno di rinunciare al benessere, solo contenerlo».

Ricapitolando: lei non si fa la doccia tutti i giorni e si contiene con vestiti e scarpe.

«Sì, però non sono un santo. In Monferrato ci vado in auto pure io perché a Vignale non c’è la ferrovia. E a casa accendo i riscaldamenti».

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1 comment
  1. Questi ignoranti compagnisti, sono talmente ignoranti da darsi la zappa sui piedi senza accorgersene… leggo che:
    Di chi è la colpa?
    «La comodità».
    ah ah ah il comico la pensa esattamente come quell’altro:
    Mussolini: Il fascista disdegna la vita «comoda».

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