La notizia dell’aggressione subita da Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, ha fatto in poco tempo il giro del web. Il celebre chef, volto noto della tv, ha presentato la denuncia alla Digos della questura di Roma per il pestaggio subito mercoledì sera a Frascati e ha raccontato l’accaduto sui social, descrivendo una vera e propria spedizione punitiva nei suoi confronti. “Mi hanno aspettato fuori casa in sei e hanno tagliato i fili del cancello per massacrarmi”, ha spiegato lo chef subito dopo il pestaggio. E ancora: “Mi hanno massacrato di botte, hanno bloccato il cancello elettrico”. Secondo Rubio, i partecipanti all’aggressione apparterrebbero a un gruppo di ebrei sionisti che si sarebbero vendicati per le sue posizioni pro-Palestina. Di questo si è discusso a Prima di domani, il programma di politica e di attualità di Rete 4.
“Quello che è accaduto a lui, che è un fatto gravissimo, potrebbe accadere domani anche a un ebreo in Italia. Dobbiamo stare molto attenti perché alcuni indizi inducono a ritenere che in Italia si sia impiantata un’organizzazione terroristica pro Israele”, ha detto Alessandro Orsini. “Quello che è successo a Chef Rubio presenta le caratteristiche tipiche dell’attentato terroristico”, ha continuato. “Nella letteratura scientifica non c’è terrorismo se non c’è la distinzione tra obiettivo primario e strumentale. L’obiettivo strumentale è la persona che viene colpita, Chef Rubio. L’obiettivo primario sono tutte le persone che si vogliono spaventare con questa violenza. Questo è tipico del terrorismo. Colpisco Chef Rubio perché voglio spaventare tante altre persone che criticano Israele”, ha concluso il docente di Sociologia del Terrorismo all’Università LUISS.
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