“Il mio cuore si è spaccato” Ennesimo dramma nello sport italiano: il campione olimpico Daniele Garozzo costretto a chiudere la carriera ed a rinunciare a Parigi 2024

di Mattia Chiusano per Repubblica

Il campione di fioretto a Rio 2016 fermato alle visite mediche per Parigi. Da tempo tirava nella squadra azzurra e faceva il medico a Tor Vergata

Era pronto per l’Olimpiade di Parigi, alla quale si era qualificato coi suoi compagni del fioretto. Voleva la terza medaglia, dopo l’oro di Rio 2016 e l’argento di Tokyo 2020. Mancava un solo passaggio: la visita di idoneità in vista di Parigi. Ma quella gli ha riservato una brutta sorpresa: “È arrivato il momento di annunciare il mio ritiro dall’attività agonistica e sono tante le emozioni che provo” scrive il campione siciliano sui social. “È una decisione scaturita da circostanze al di là del mio controllo – il mio cuore si è “infortunato” – ma che accetto con serenità”.

Garozzo: “Grato alla scherma per tutto quel che ho avuto”

Daniele Garozzo aveva disputato tutta la stagione delle Coppa del mondo che porta verso Parigi, proponendosi come una colonna di quella squadra che vuole vincere l’oro al Grand Palais. Con una generazione di giovani come Tommaso Marini, campione mondiale a Milano, o Filippo Macchi. Fiorettisti cresciuti nel mito del bambino che si allenava in un garage ad Acireale, per poi partire ragazzo e stabilirsi a Frascati per diventare il numero uno. Quel che riuscì ad essere a Rio, mentre a Tokyo solo il fuoriclasse di Hong Kong Cheung Ka Long gli negò il secondo oro consecutivo. Voleva riprovarci, prima di arrendersi ha consultato vari specialisti ma non c’è stato niente da fare. “In tutti questi anni” continua Garozzo sui social, “ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro ed un argento olimpico. È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato. Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso. Se chiudo gli occhi mi vedo ancora nella palestra garage di Acireale a tirare milioni di stoccate contro un manichino, sognando un giorno di vincere le Olimpiadi. Chi mi conosce sa quanto amo la scherma. L’ ho amata con instancabile dedizione e con tutto il mio cuore, e l’ho impegnato tanto, ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato. Ora, nel chiudere questo capitolo della mia vita da atleta, sono grato per ogni momento vissuto e per le esperienze che mi hanno reso la persona che sono oggi”.

Garozzo: “Da medico mi occuperò di condizioni cardiologiche”

L’uomo che ha riportato in alto il fioretto italiano dopo l’epoca d’oro di Cerioni, Numa, Borella, e dopo la fiammata di Alessandro Puccini ad Atlanta ‘96, vive con la fidanzata Alice Volpi, campionessa anche lei a Milano. Si sono trasferiti recentemente, da Monte Porzio a una casa più vicina all’Università di Tor Vergata dove Garozzo già lavora come medico dopo essersi laureato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia con 110 e lode. “È durissimo tenere insieme allenamenti, competizioni, lezioni, esami” si lamentò in un’intervista a Repubblica, denunciando la mancanza di flessibilità tra chi vuole conciliare l’attività universitaria e sportiva ad altissimo livello. “Guardando al futuro” scrive il fiorettista, “già da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita professionale alla medicina, oggi con un obiettivo ancor più chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche, spesso misconosciute, che possono affliggere la popolazione sportiva. La mia esperienza personale mi ha mostrato quanto sia importante svolgere un’efficace opera di sensibilizzazione su queste problematiche per garantire una migliore prevenzione e un’ottimale gestione degli atleti di ogni livello. Sono consapevole di essere il ragazzo più fortunato che io conosca. Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma. Tanti mi hanno aiutato lungo questo percorso, e vorrei ringraziarli tutti, oggi e come ho sempre fatto in passato. Su tutti il mio Maestro Fabio Galli, che mi ha insegnato prima a diventare un uomo, poi un campione. Anche se sulla pedana tutti vedevano solo me, eravamo sempre in due a tirare e prendere quelle stoccate”.

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