Giorgia Meloni e la prima stilettata a Mario Draghi sul PNRR: su 55 risultati da ottenere, ce ne ha lasciati 30 a noi

Governo, Meloni: “Voglio restare me stessa, stessa persona in cui gente crede”

“Voglio restare me stessa. Non voglio che la gente pensi che non sia più la stessa persona in cui crede. Solo perché è diventata presidente del Consiglio “. Ad affermarlo è la Premier Giorgia Meloni in un colloquio con La Repubblica. Ed è per questo che, in conferenza stampa, “ho risposto a tono” alle domande dei giornalisti: “Esattamente – sottolinea – come sarebbe accaduto sei mesi fa o sei anni fa perché se c’è una cosa che mi fa perdere la pazienza è la mancanza di rispetto. Io sono orgogliosa di quel che ho fatto nella vita, di come ho costruito il mio percorso dal nulla e non sopporto coloro che ironizzano e pensano di avere a che fare con la ragazzina alla quale poter sempre insegnare qualcosa e da trascinare di tanto in tanto nel fango, basta tirarla giù ed è fatta. Io non mi faccio tirare giù, non lo permetterei a nessuno”, dice Meloni.

“Col mio predecessore ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione, sono al servizio delle istituzioni e non criticherò mai chi ha ricoperto la carica fino a poche settimane fa. Ma è un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono lasciati 30″. A evidenziarlo è la Premier Giorgia Meloni in un colloquio con La Repubblica. Ma “sono fiduciosa che recupereremo”, assicura. “Raffaele Fitto sta portando avanti un ottimo lavoro e bene ha fatto a suonare la sveglia a tutti i centri di spesa. Detto questo, se qualcosa mancasse all’appello non sarebbe colpa nostra”, puntualizza. “Sarà inevitabile piuttosto nel 2023 cambiare qualcosa per rendere più celere e più fluida la capacità di utilizzo dei fondi”.

“Davvero siamo pronti a lavorare anche nei giorni di festa pur di approvarla, non ci trascineremo certo fino all’esercizio provvisorio”. E’ l’impegno assicurato dalla Premier, Giorgia Meloni, in un colloquio con La Repubblica. “Non era scontato – rileva – mettere su una manovra complessa come questa in poche settimane, sono orgogliosa del risultato raggiunto. La gran parte delle risorse disponibili saranno destinate ad alleviare i contribuenti italiani alle prese col caro bollette”.

Scontro sul piano tra tecnici e politici

Ma intanto, Repubblica rende conto di “mugugni nelle stanze della Ragioneria generale dello Stato ruotano intorno a un interrogativo: quanta autonomia continuerà ad avere il Servizio centrale per il Pnrr? La struttura ha in mano il monitoraggio e la rendicontazione del Piano di ripresa e resilienza, qui ogni giorno si tiene sotto controllo l’andamento dei progetti e si parla con Bruxelles”.

Secondo Repubblica, “quello che disturba è il carattere generico dell’indicazione che Giorgia Meloni ha fatto inserire nel decreto per il riordino dei ministeri: il Servizio centrale opera «a supporto delle funzioni e delle attività attribuite all’Autorità politica delegata». A supporto di Raffaele Fitto, il ministro a cui la premier ha assegnato la delega sul Pnrr. Il timore dei tecnici è che questo supporto si trasformi in un ribaltamento dei ruoli, il che significherebbe diventare meri esecutori dell’operazione di smontaggio del Piano. Una valutazione, quella della Ragioneria, che non è stata condivisa e probabilmente, a quanto si apprende, non appoggiata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti”, conclude Repubblica.

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