“Non era liberale, era uno stalinista!” L’accusa pesante e sacrosanta di Piero Sansonetti fa gelare lo studio: “Ecco chi era Napolitano”

Quando si passa a miglior vita diventano tutti eroi, e in effetti da due giorni si susseguono accorati messaggi di cordoglio per il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, scomparso venerdì. In direzione contraria solo pochi interventi tra cui quello, che non è passato inosservato, di Piero Sansonetti. Ospite, ieri, a Stasera Italia Weekend su Rete 4, ha esordito dicendo: “Ora dico una cosa un po’ pesante”. Pertanto: “Diciamola tutta, Giorgio Napolitano è sempre stato stalinista“. Una presa di posizione forse inaspettata da chi da maggio dirige l’Unità. In realtà prova a obiettare Pierluigi Battista, anch’egli ospite in studio, lo era l’intero Partito comunista italiano, dalla base sino ai vertici, ma ecco un primo distinguo operato dallo stesso Sansonetti.

“Non era un vero liberale”

Premettendo che “Berlinguer e Ingrao”, per fare due nomi, non lo fossero, Napolitano lo è stato anche nel metodo, lungo tutta la sua militanza politica: e soprattutto “negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta”. Sansonetti non lo cita, ma ricordiamo che nel 1956 il presidente emerito si espresse pubblicamente in favore dell’intervento dell’Urss in Ungheria. La sua corrente “approvò anche l’invasione di Kabul“, la guerra promossa dall’Unione Sovietica in Afghanistan a partire dal 1979, che accelerò il collasso dell’Urss, che vi si impantanarono come gli USA in Vietnam.” Negli anni Ottanta, dopo la morte di Giorgio Amendola era diventato il capo dei “miglioristi” del Pci, la corrente dei riformisti del partito. Poi, nel dopo Togliatti, una parte del Pci si è liberata dello stalinismo, ma “nella corrente di Napolitano non tutti lo hanno fatto”, sottolinea Piero Sansonetti per il quale Napolitano “interpretava la stabilità come ragion di Stato”, e in tal senso è stato stalinista “anche da presidente della Repubblica” e dunque, come ricostruisce Il Tempo, “non era un liberale vero”, ha concluso il giornalista.

La spallata a Berlusconi

Un altro giornalista che è stato poco tenero in questo ore con l’ex presidente è stato Alessandro Sallusti, a Stasera Italia: “ Napolitano è un comunista che ha attraversato la democrazia in modo molto ambiguo”, ad esempio, come ricordato, sostenendo l’invio dei carri armati sovietici in Ungheria, per poi tornare sulla famosa “spallata” al governo Berlusconi nel 2011, affossato dallo spread, dalle speculazioni straniere e sostituito con l’europeista Mario Monti.

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