Commissione Covid, ha vinto Mattarella! Ha messo il bavaglio ai deputati eletti per proteggere Conte e Draghi da qualunque ripercussione

Commissione Covid, il Parlamento si fa imbavagliare dal Quirinale
La maggioranza si piega e approva le modifiche chieste dal presidente Mattarella a luglio: indagine recintata e neutralizzata, salvacondotto per Conte e Draghi.

di Federico Punzi per il blog di Nicola Porro

Abbiamo costantemente segnalato, suĀ Atlantico Quotidiano, iĀ rischi di sabotaggioĀ della Commissione di inchiesta sulla gestione dellā€™emergenzaĀ Covid, che a quasi un anno dallā€™inizio della legislatura non ha ancora visto la luce.

E abbiamo criticato il tentativo in assoluto piĆ¹ autorevole di sabotaggio, che purtroppo sembra andato a segno, quello del Quirinale a fine luglio, con lā€™intervento a gamba tesaĀ del presidente della RepubblicaĀ Sergio MattarellaĀ per influenzare lā€™iter parlamentare ancora in corso della legge istitutiva, un assist alle forze politiche, Pd e 5 Stelle, che hanno cercato in ogni modo diĀ affossare o almeno depotenziareĀ la Commissione.

Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre attivitĆ  del Parlamento ai giudizi della Magistratura si collocanoĀ al di fuori del recinto della CostituzioneĀ e non possono essere praticate. Non esiste unĀ contropotere giudiziarioĀ del Parlamento, usato parallelamente o, peggio, in conflitto con lā€™azione della Magistratura. CosƬ come non sono le Camere a poter verificare, valutare, giudicare se norme di legge ā€“ che il Parlamento stesso ha approvato ā€“ siano o meno conformi a Costituzione, perchĆ© questo compito ĆØ riservato, dallā€™art. 134, in maniera esclusiva, alla Corte Costituzionale. Non puĆ² esistere una giustizia costituzionale politica.

Queste le parole del presidente Mattarella. E come forse ricorderete, giĆ  allā€™indomani dellā€™intervento presidenziale, anzi poche ore dopo, era intervenuto il deputato diĀ Fratelli dā€™ItaliaĀ Galeazzo BignamiĀ perĀ rassicurare il Colle, ringraziandolo anzi per le sue ā€œpreziose paroleā€, ā€œapprezzate da tutta la maggioranzaā€, e annunciare modifiche al SenatoĀ in linea con il dettato presidenziale.

I tre emendamenti

CosƬ ĆØ stato. In questi giorni, come ha riportato ieriĀ La VeritĆ , il relatore del provvedimento, il senatoreĀ Gianni BerrinoĀ (FdI), ha fatto approvareĀ due emendamenti al testo. IlĀ primoĀ stabilisce che la Commissione ha la facoltĆ  di acquisire atti e documenti in possesso dellā€™autoritĆ  giudiziaria o altri organi inquirenti ma soloĀ ā€œse non coperti da segreto di indagineā€. IlĀ secondoĀ esclude la possibilitĆ  di individuare, nei provvedimenti varatiĀ ā€œnelle fasi iniziali e successive della pandemia ā€¦ eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalitĆ  e dellā€™efficacia, contraddittori o contrastanti con i princƬpi costituzionaliā€.

Ma cā€™ĆØ unĀ terzo emendamentoĀ che il relatore ha fatto approvare, accogliendo identici emendamenti di Pd, 5 Stelle e Sinistra e Verdi: la soppressione della lettera v), primo comma dellā€™art. 3, per cui non ĆØ piĆ¹ tra i compiti della CommissioneĀ ā€œverificare e valutare la legittimitĆ  della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonchĆ© dellā€™utilizzo dello strumento della decretazione dā€™urgenzaā€.

Resta fuori dal perimetro dei lavoriĀ solo la legittimitĆ  costituzionaleĀ dei provvedimenti, si ĆØ giustificatoĀ Galeazzo BignamiĀ intervistato daĀ La VeritĆ . Come se fosse un dettaglio e non, in fin dei conti,Ā lā€™unica cosa che conta davvero, anche nella prospettiva di una futura emergenza.

Nessun effetto giuridico diretto

Bignami forse lo ignora, maĀ come aveva spiegato Giacomo CanaleĀ suĀ Atlantico Quotidiano, la CommissioneĀ non avrebbe potuto in alcun modoĀ ledere le attribuzioni della Consulta, perchĆ© in nessun caso avrebbe potuto dichiarare illegittima una norma, nĆ© le sue conclusioni avrebbero mai potuto costituire un vincolo interpretativo.

Anche rispetto ai paventati rischi di ā€œsovrapposizioneā€ ai giudizi della magistratura e di ā€œcontropotereā€ giudiziario, i rilievi del presidente Mattarella sono del tuttoĀ infondati e strumentali.

Le commissioni di inchiesta non concludono i loro lavori con una sentenza, ma con lā€™approvazione dellaĀ relazione conclusivaĀ (che puĆ² essere accompagnata da una relazione di minoranza) e la pubblicazione della documentazione raccolta di cui sia decisa la divulgazione. La relazione conclusiva dĆ  conto dei risultati dellā€™inchiesta e della connessa valutazione dei fatti,Ā senza che ciĆ² produca direttamente alcun effetto giuridico, nĆ© su persone nĆ© su leggi.

Alla sola autoritĆ  giudiziaria spetta lā€™accertamento giurisdizionale delle responsabilitĆ  con lā€™adozione di sentenze a seguito di regolari processi. Tra lā€™altro, sono molteplici gli esempi di commissioni di inchiesta parlamentare che si sono svolteĀ parallelamente o successivamenteĀ a inchieste giudiziarie su fatti di rilevante gravitĆ  e complessitĆ , come nel caso della Commissione antimafia e della Commissione stragi, o che hanno riguardato lā€™adeguatezza di un intero impianto normativo.

Una commissione parlamentare di inchiesta che voglia accertare quanto accaduto durante lā€™emergenzaĀ Covid, anche con riferimento a eventuali responsabilitĆ , o alla compatibilitĆ  dellā€™impianto normativo con i princƬpi fondamentali dellā€™ordinamento, non si colloca al di fuori del perimetro della Costituzione, al contrarioĀ rientra precisamente nella funzione di controllo del ParlamentoĀ sul potere esecutivo, sulla pubblica amministrazione e anche su se stesso.

PerchĆ©, appunto, le sue conclusioni non darebbero luogo ad alcun effetto giuridico ma, al massimo, ad unaĀ censura politicaĀ dellā€™operato dellā€™esecutivo e del legislatore. Eventuali profili penali emersi sarebbero poi demandati allā€™autoritĆ  giudiziaria.

Esclusi Dpcm e decreti

Lā€™effetto degli emendamenti appena approvati sullā€™ambito di indagine della Commissione ĆØ di fatto lā€™esclusione di Dpcm e decreti da ogni valutazione circa la loroĀ adeguatezza, proporzionalitĆ , ragionevolezza e compatibilitĆ Ā con i principi della nostra democrazia alla luce delle gravose limitazioni delle libertĆ  e dei diritti fondamentali imposte ai cittadini. Un effetto pratico, temiamo, potrebbe essere per esempio lā€™esclusione di costituzionalisti e giuristi dalle audizioni della Commissione.

Ma si tratta di una scelta politica, unaĀ gentile concessioneĀ della maggioranza di centrodestra al presidente Mattarella, e agli ex premier Conte e Draghi, perchĆ© una loro valutazione da parte delle Camere non avrebbe comportato alcuna violazione del dettato costituzionale.

Come ha ricordato nei suoiĀ articoliĀ il nostro Gianluca Spera, la sede piĆ¹ idonea per indagare la gestione dellā€™emergenzaĀ CovidĀ ĆØ quella politica, parlamentare, non giudiziaria. E ilĀ nodo ĆØ giuridico-politico, non medico-scientifico.

Si ĆØ agito su libertĆ  fondamentali con atti amministrativi (nazionali o locali). Non occorre neppure richiamare il sistema delle gerarchie delle fonti perchĆ© lā€™incongruitĆ  appare talmente macroscopica che sarebbe facilmente rilevabile anche da una matricola della facoltĆ  di giurisprudenza. Se la Commissione non vuol essere unā€™occasione sprecata, deve concentrarsi proprio su questo aspetto fondamentale:Ā quali sono i limiti di un legislatore durante unā€™emergenza?Ā Qual ĆØ il perimetro che deve osservare per non esorbitare dalle sue prerogative e non invadere il campo dei diritti costituzionalmente protetti?

Dare una risposta a tali quesiti non solo rientra ma ĆØ ilĀ cuore della funzione parlamentareĀ in una democrazia liberale.

Il paradosso dei Dpcm

Tra lā€™altro, il paradosso ĆØ che il presidente Mattarella aveva richiamato lā€™art. 134 della Costituzione sulle attribuzioni della Corte costituzionale, ma oggi vengono esclusi dallā€™indagine della Commissione anche i Dpcm, atti amministrativi cheĀ esulano dal controllo di legittimitĆ  di cui allā€™art. 134, riservato alle leggi e agli atti aventi forza di legge. Dpcm tramite i quali perĆ² sono state imposte alcune delle piĆ¹ pesanti limitazioni di diritti costituzionalmente protetti. Escludendoli, il Parlamento rinuncia alla propria basilare e incontestabile funzione di controllo sul potere esecutivo.

Per non parlare delleĀ ordinanze regionaliĀ in deroga e ancor piĆ¹ restrittive di quelle nazionali, che mai avrebbero potuto incidere sulle libertĆ  personali traendo tale ā€œpotereā€ da un altro atto amministrativo come appunto i Dpcm.

Salvacondotto politico

Di fatto, escludere dallā€™indagine della Commissione qualsiasi valutazione su obblighi e restrizioni, e sugli strumenti normativi utilizzati, Dpcm e decreti, equivale ad un salvacondotto politico per i premier che li hanno adottati ā€“Ā Giuseppe ConteĀ eĀ Mario DraghiĀ ā€“ e ovviamente, guarda caso, per lo stesso presidente Mattarella, che dal Colle ha validatoĀ tutta lā€™impalcatura normativaĀ della gestione emergenziale.

Certo, comprendiamo che non sarebbe stato piacevole per il presidente Mattarella che ora il ParlamentoĀ sconfessasse il suo operatoĀ come custode della Costituzione. Si sarebbe trattato di un giudizio grave, se la Commissione fosse giunta ad una tale conclusione, come gravi perĆ² sono state per i cittadini le misure adottate dal legislatore e avallate e convalidate dal Colle.

Le prerogative del Parlamento

Ricordiamo inoltre che in gioco non cā€™ĆØ solo un punto del programma elettorale del centrodestra, al limite sacrificabile, ci sono le prerogative del Parlamento, che a luglio scorso il presidente Mattarella ha attaccato,Ā mettendo in discussione il potere di inchiestaĀ che chiarissimamente la Costituzione attribuisce alle Camere (art. 82)Ā ā€œcon gli stessi poteri e le stesse limitazioni dellā€™AutoritĆ  giudiziariaā€.

Lā€™attuale maggioranza parlamentareĀ si ĆØ fatta limitare tale potereĀ dal Quirinale, rischiando di fissare un pericoloso precedente. Ancor piĆ¹ grave, a mezzo di una conferenza stampa del presidente Mattarella. Una maggioranza che abbia a cuore non solo se stessa, ma lā€™autonomia del Parlamento, non avrebbe dovuto cedere.

Se il presidente ha dei rilievi su una legge, si assume la responsabilitĆ  diĀ rinviarla alle Camere con messaggio motivato, citando esplicitamente quelle che sono a suo avviso le criticitĆ  e perchĆ©. Questo ĆØ il potere che la Costituzione gli attribuisce (art. 74). Immaginate se una Commissione del Congresso Usa si facesse recintare il suo perimetro di indagine dal presidente Biden per mezzo di una semplice conferenza stampa.

In questo modo invece la maggioranza si assume la grave responsabilitĆ  diĀ svendere le prerogative del ParlamentoĀ e lanciare un segnale di debolezza e sudditanza rispetto allā€™invasione di campo presidenziale, un pessimo precedente per il prosieguo della legislatura ā€“ e con buona pace di tutti i discorsi sullaĀ ā€œcentralitĆ  del Parlamentoā€.

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4 comments
  1. Se volete indagare fatelo seriamente, escludere tutto ciĆ² che puĆ² dar fastidio al Presidente per farlo contento e rimanere lindo e pulito ĆØ un affronto agli Italiani. Siete senza coraggio, dei Don Abbondio parlamentari, dovreste vergognarvi della vostra vigliaccheria dettata dalla paura di perdere i soldi che incassate ogni mese senza merito. Comunque per le persone sveglie non c’ĆØ bisogno che certifichiate le porcate fatte dal conte speranzoso e dai suoi leccapiedi, le hanno chiare in testa da ben 3 anni. Adesso aggiungeremo alla schiera dei traditori degli ideali liberali altri omuncoli.

  2. Vomitevole, la corruzione ĆØ dappertutto ma i record lo batte l’italia. Paese senza piĆ¹ un etica, Spero tanto in un reset, non meritano di vivere. Ormai l’orrore e l’obbrobrio delle azioni umane no ha piĆ¹ un fondo. Che siate maledetti per l’eternitĆ .

  3. hAI VINTO? ma davvero? e cosa ha vinto? questo maledetto assassino traditore della patria ha semplcemente confermato quello che gli italiani gia sapevano. E’ uno sporco assassino.

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