Meloni spettacolare per come tappa la bocca a Trudeau, il canadese che bloccava i conti correnti a chi manifestava contro le imposizioni del covid. Il fantoccio di Davos si e’ permesso di criticarla sui diritti di fluidi e gay

È un G7 che ha avuto anche episodi di tensione quello in corso a Hiroshima. E protagonista di un botta e risposta tutt’altro che disteso con il presidente canadese, Justin Trudeau, è stata proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tema delle frizioni: i diritti Lgbtq+, con il Paese nordamericano che, come specificato in un comunicato della Presidenza canadese pubblicato sul sito istituzionale, si è detto “preoccupato da alcune” delle posizioni “che l’Italia sta assumendo in merito ai diritti Lgbt”. La premier, si legge nella nota canadese, “ha risposto che il suo governo sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni”.

Nel vertice che doveva avere al centro, tra le altre cose, la guerra in Ucraina con la presenza, poi confermata, del presidente Volodymyr Zelensky, a prendersi parzialmente la scena è stato quindi lo “scambio di opinioni” nel corso del bilaterale mattutino tra i capi di Roma e Ottawa. Ma il discorso si è presto spostato sulla crisi ai confini dell’Europa e gli sforzi da mettere in campo per arrivare alla tregua. Dopo la visita al Memoriale della Pace di Hiroshima, sono iniziati i lavori dei leader mondiali. E Giorgia Meloni ha voluto inaugurarli con un messaggio scritto sul Libro d’onore del Museo: “Oggi chiniamo il capo e ci fermiamo in preghiera. Oggi non dimentichiamo che l’oscurità non ha l’ultima parola. Oggi ricordiamo il passato per scrivere, insieme, un futuro di speranza”. Poi nelle sue dichiarazioni ha dedicato un passaggio ai “rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite. Dobbiamo riprendere il controllo delle catene strategiche del valore. Abbiamo bisogno di una migliore e più efficace collaborazione con il Sud Globale. Occorre quindi lavorare insieme per dare forma a un ordine economico internazionale libero e aperto, concentrarci sull’espansione delle relazioni commerciali rimanendo fermi sui principi di apertura, trasparenza, concorrenza leale (perché nessun mercato può essere libero se non è anche equo) e Stato di diritto“.

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