Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo segreto con la Francia, ma fu Mattarella, come sempre al servizio dei suoi padroni, a bloccare tutto

Monti svela il piano “Italexit”. Incontro con Hollande e ritorno alla lira
L’accordo segreto che costò il posto a Paolo Savona da ministro dell’economia. Il “progetto-cassetto” che avrebbe potuto cambiare la storia

tratto da Affari Italiani

Italexit, i francesi pronti a seguirci. L’incontro segreto Monti-Hollande

Il libro “Demagonia” (Solferino) di Mario Monti che uscirà domani è destinato a creare un polverone politico a livello europeo. L’ex premier, infatti, rivela che nel 2018 erano in corso manovre per tentare l’uscita dall’Euro da parte dell’Italia. Nel capitolo sulla gestione della crisi dello spread, – riporta Il Fatto Quotidiano – Monti svela che “come tutti i banchieri centrali, anche Ignazio Visco alla Banca d’Italia aveva nei suoi cassetti un piano di emergenza per gestire un ritorno alla lira, qualora la situazione insostenibile sui mercati finanziari lo avesse reso inevitabile”. A maggio 2018, un’ottantina di slide non particolarmente elaborate costarono a Paolo Savona il posto di ministro dell’Economia del nascente governo gialloverde. Sergio Mattarella bloccò la nomina dopo che i giornali avevano rivelato il ruolo dell’economista nella redazione di un “Piano B” per l’uscita dell’Italia dall’euro pubblicato su un sito eurocritico. Il suo arrivo al dicastero di via XX settembre avrebbe reso “il rischio dell’Italexit praticamente inevitabile”, spiegò il Colle.

Ma tutto nasce sei anni prima, già nel 2012. L’allora premier italiano Monti incontra l’allora presidente francese Hollande, che si presenta “assieme al suo influente consigliere, Emmanuel Macron“. Il tema è di quelli, per così dire, esistenziali: “Ci confrontammo – svela Monti nel suo libro e lo riporta Il Fatto – in modo franco: se l’Italia si trovasse costretta a uscire dall’euro, la Francia cosa farebbe?”. Dalla risposta dipendevano molte cose. “Parigi avrebbe scelto di perdere prestigio, seguendo l’Italia in un ritorno alle monete nazionali, o di perdere competitività, conservando l’euro e affrontando la concorrenza dei prodotti italiani prezzati in una lira svalutata?” si chiedeva l’ex premier. Dopo un po’ Hollande chiarisce che la Francia “avrebbe seguito l’Italia”. “L’intesa – conclude Monti – fu che ci saremmo riferiti a quei piani soltanto come “progetto cassetto“. Per fortuna non c’è mai stato bisogno di aprirlo”.

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