Il ritorno di Di Battista: sarà il vice di “Schierarsi”, associazione per il car sharing nazionale, il no al Mes e alle armi a Kiev (NOTA DELLA REDAZIONE: COSA C’ENTRA IL CAR SHARING, ROBA DEGNA DELLA FECCIA DI DAVOS CON GUERRA E MES?)
“Schierarsi”. Alessandro Di Battista ci riprova, con un’associazione politica. Un esperimento di cittadinanza attiva come tanti. Balzato agli onori della cronaca grazie al nome del vicepresidente, assai noto: l’ex parlamentare Cinque stelle, a lungo volto di punta della creatura grillina, fedelissimo di Gianroberto Casaleggio, ora assai critico con la stagione contiana.
C’è il nome, “Schierarsi”. C’è il volto di Dibba (il presidente, Luca Di Giuseppe, è un ex pentastellato). E c’è un vasto programma, “per nulla moderato”. Basta armi a Kiev, l’introduzione del salario minimo e di un car sharing nazionale. No al Mes e al Patto di stabilità. E ancora: impegno sull’eutanasia, sostegno alla causa palestinese, una legge sull’acqua pubblica. L’obiettivo è “coinvolgere gruppi di cittadini nella costruzione di proposte e progetti per la collettività”, si legge sul sito dell’associazione, che prevede per gli iscritti il versamento di una quota di 20 euro.
L’obiettivo di “Schierarsi” è, spiega Di Battista su Facebook, “stare insieme ed occuparsi, da cittadini attivi, del Paese”. “Poi abbiamo un altro obiettivo – aggiunge – prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate”.
L’ex deputato M5S, che ha lasciato in dissenso con la decisione di entrare a far parte del governo Draghi, potrebbe essere una delle carte del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni europee, nel 2024, anche per frenare l’onda lunga dem spinta dalla neo segretaria Elly Schlein. Dibba ha dalla sua solo un mandato da eletto nelle file del Movimento (niente tagliola del doppio mandato, dunque), tanto che già alle ultime elezioni politiche c’erano stati contatti tra l’ex deputato pentastellato e il leader del Movimento, Giuseppe Conte, per valutare un ritorno in campo. Contatti finiti poi in un nulla di fatto. Ora bisogna vedere se l’ex premier vorrà candidarlo di nuovo con la maglia M5S.
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