“Perché non la apre anche lei una partita Iva al fine di spassarsela fiscalmente?” Giampiero Mughini pialla landini stufo della solita equazione ‘autonomi uguale evasori’

lettera di Giampiero Mughini per Dagospia

Caro Dago, e siccome il segretario della Cgil Maurizio Landini lo ripete continuamente che a pagare le tasse sono soltanto i lavoratori dipendenti e i pensionati, ogni volta io me ne sento punto sul vivo. Meglio ancora offeso.

Sono anch’io un pensionato, ma da oltre quarant’anni la più parte del mio reddito viene dal lavoro da partita Iva.

E dunque mi sento offeso dal sentir pronunciare che per il fatto di essere una partita Iva sono senz’altro uno che evade le tasse. Non che io ci tenga particolarmente a essere identificato come uno di sinistra, come uno particolarmente attento agli “ultimi”, a quelli che hanno di meno e che dunque vanno aiutati per la via fiscale da chi ha di più. Il fatto è che io tengo immensamente a essere una brava persona, e che ai miei occhi l’eventuale mancato pagamento delle tasse dovute è peggio che l’essere un adepto di Casa Pound.

Vorrei spiegare un tantino a Landini com’è il vivere e il lavorare da partita Iva, ossia da uno che di volta in volta fa un lavoro che gli viene chiesto, che di volta in volta gli viene accettato o magari no, che di volta in volta gli viene pagato ma non sempre, che di volta in volta deve aspettare tra i tre e i quattro mesi per intascare il pattuito, un lavoro che di volta in volta comporta spese per la produzione del reddito anche ingenti. Una condizione che si fa rovente alla fine di ogni mese, ad esempio questo fine marzo/avvio di aprile dove io mi aspetto di incassare il lavoro fatto in gennaio o magari in dicembre 2022 e prego Iddio di riuscirci.

A Landini evidentemente non lo hanno mai spiegato com’è il lavoro e dunque la vita di una partita Iva, glielo spiego io volentieri. In quello che è il mio settore professionale specifico, dove è puramente cialtronesco il detto dell’ex capo del governo Giuseppe Conte (per come lo ha riferito l’ottimo Francesco Merlo), e cioè che un giornalista arriva agevolmente a guadagnare 200/300 euro l’ora, le cose stanno così.

Quindici anni fa a uno come me bastava scrivere un articolo per pagarci due bollette della luce, oggi ce ne vogliono tre di articoli per pagarne una, e fermo restando che sono rilevanti le spese necessarie alla produzione di quel reddito: devi avere uno studio professionale attrezzato al meglio, devi pagare libri e giornali a iosa, devi essere abbonato a tutti i canali televisivi e streaming possibili e immaginabili, devi portare degli interlocutori a cena e a pranzo, se uno come me va in uno studio televisivo è meglio non essere vestito da impiegato delle pompe funebri com’è il caso ad esempio dei parlamentari italiani.

Ebbene a partire da un reddito dichiarato di 50mila euro lordi l’anno, corrispondenti più o meno a 3500 euro netti al mese, tutto compreso tu paghi il 50 per cento di tasse e senza contare l’Imu sulla casa che funge da studio professionale. Ho detto paghi perché nel mio ramo professionale dove non c’è una bell’e tonda fattura elettronica su cui l’Agenzia delle entrate può puntare il suo mirino, i tempi di pagamento non scattano.

Non fatturi? Nessuno paga. E’ molto semplice, caro Landini. Beninteso, in questi ultimi cinque anni confesso che due o tre volte mi hanno pagato in nero. Due o tre volte contro 150-180 fatture circa fatte in cinque anni. Tanto che rientro nell’1 per cento di italiani che svelano un reddito lordo superiore ai 100mila euro annui. Tanto che non so se ridere o piangere.

Ma non è finita. Ciascun lavoro a partita Iva è pagato con un contratto che determina i tempi di pagamento, 90 volte su cento 60 giorni fine mese. Lavori in gennaio? Ti pagheranno a fine marzo. O per meglio dire ti pagheranno nel corso del mese di marzo perché il contratto menziona esplicitamente un ulteriore lasso di tempo di 10-15 giorni dovuto al fatto che il pagamento è “telematico”, ossia al fatto – lasciano intendere i pagatori – che i soldi a te destinati se la fanno a piedi, lemme lemme per tutto lo stivale italiano.

Dicevo che ogni fine mese è un tempo rovente. Tu hai i tuoi pagamenti da fare, e non puoi ritardarli neppure di un’ora. I tuoi introiti arriveranno quando e se Dio vuole. Lei non crede a quanto le sto raccontando, caro Landini? Lei è convinto che la situazione fiscale delle partite Iva sia paradisiaca, che siamo tutti degli evasori allo stato puro? E allora perché non la apre anche lei una partita Iva al fine di spassarsela fiscalmente? Chi glielo impedisce?

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