Adriano Panatta racconta della sua passione per i motori e l’aneddoto sull’unica elettrica che ha posseduto in passato

Forse non tutti sanno che il grandissimo Adriano Panatta, oltre ad essere stato una star mondiale del tennis, ha avuto ed ha ancora una grande passione per i motori, di qualsiasi tipo. Lo ha raccontato nella giornata di ieri a La Gazzetta dello Sport, svelando un po’ di curiosi aneddoti della sua vita.

La mia macchina d’esordio è stata la 500 che mi ha passato mio papà quando lui si è comprato una terribile 850 – svela l’ex tennista alla Rosa – poi ho preso un’altra 500, e dopo, al primo contratto per le racchette, acquistai una Alfa Romeo GT Junior, di recente protagonista di un progetto elettrico”. La prima vettura importante che ha avuto è stata invece una Porsche 911 S Targa e in seguito Panatta ha acquistato anche una Ferrari 365 Gtc (“ma l’ho tenuta pochissimo non era un’auto per andarci in giro”), e non solo: “I ricordi migliori sono legati a due Lancia: una HF e la Stratos. In particolare, la Stratos era una vettura straordinaria, magari non per lunghi viaggi”.

Ricordi speciali legati anche ad una Porsche 911 S presa per i rally storici: “Per tenerla in strada ci voleva la mano di Dio“. Tante anche le moto in possesso dell’ex sportivo, a cominciare da una sorta di antenata delle e-bike moderne, leggasi il Velosolex. “Di moto poi ne ho avute molte, fino a poco tempo fa: Bmw, Ktm. Ho fatto anche 15 giorni in Marocco facendo quasi 10.000 km, un enorme divertimento. Vista l’età ho smesso, perché in moto fa freddo anche d’estate“.

E con le due ruote Panatta ha fatto anche qualche pazzia: “Un anno in cui ho giocato al Foro Italico, 1977 o 1978, mi feci consegnare una Honda Custom 750 direttamente alla fine del match di Coppa Davis, di domenica. Dopo avere fatto cinque set contro uno svedese sono salito, ho imboccato l’Aurelia e sono andato a Forte dei Marmi vestito come un cretino, con jeans e giubbetto di camoscio. Il freddo che ho avuto quella notte lì è stato incredibile. A Cecina ho affiancato un ultraottantenne con una 500 tutta scassata e gli ho detto: “Senti, questa l’ho comprata oggi, e l’ho pagata tot. Dammi la 500 e facciamo cambio”. Poi, un’altra volta mi comprai, al torneo di Venezia, una Honda CB600 stradale per tornare sempre a Forte dei Marmi”.

Fra le tante follie anche il rally di Sanremo del 1992 con la Peugeot 309, quella che Panatta definisce la “più brutta che hanno mai costruito, la 309. Quando arrivai erano tutti tesissimi, perché stavano aspettando il nuovo grande capo, sembravano in attesa del Cavaliere Nero. Era Jean Todt, che mi salutò e rimase un po’ interdetto nel vedere un tennista sulla sua auto. Poi però siamo diventati amici. La gara non è stata una grande esperienza, perché nella parte in terra ho dato una cannonata contro una montagna ed Enrico Riccardi, il mio navigatore si è rotto un braccio. L’elicottero l’ha portato via, io rimasi lì a mangiare panini con i tifosi e vedere i grandi piloti che passavano”.

Chiusura dedicata all’elettrico, per cui Panatta sembra storcere un po’ il naso: “Io ho avuto una ibrida/elettrica, una Lexus, che mi hanno rubato sotto un albergo a Roma, però non mi sono trovato bene, perché senza rumore non riesco a guidare la macchina“. E in Italia le auto elettriche sono un vero flop nel 2024, con una quota del 2,9% in questi primi mesi dell’anno.

FONTE: GAZZETTA.IT

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