“Chico Forti? A chi devo fare i complimenti” Che ceffone memorabile a Gigino Di Maio da chi meno te lo aspetti

Tornerà in Italia, Chico Forti, probabilmente entro Pasqua. Ed è forse la più grande umiliazione per Luigi Di Maio, l’uomo che da ministro degli Esteri, il 23 dicembre del 2020, aveva annunciato la sua grande vittoria diplomatica dando, di fatto, per imminente il rimpatrio del nostro connazionale in carcere dal 2000 negli Stati Uniti dopo la condanna per omicidio.

Da quello che l’ex leader del Movimento 5 Stelle aveva definito “un bel regalo di Natale” sono passati oltre tre anni. Tre anni di silenzi imbarazzi e mutismo generalizzato: basterebbe questo per sostenere che qualcuno, in quella vigilia di Natale, l’aveva sparata grossa. Un proclama tipo “abbiamo abolito la povertà” a cui Di Maio ha abituato gli italiani. Una delle sue tante promesse a uso personale più che propagandistico, forse il tentativo di crearsi una statura politica inattaccabile. Pochi mesi dopo, Giggino sarebbe capitolato accettando di fatto la sfiducia al governo giallorosso, con la sostituzione del premier Giuseppe Conte con Mario Draghi, fino alla creazione del suo partitino draghiano che nel 2022 lo ha spazzato via dallo scenario politico interno (fino al rientro in grande stile con la nomina a inviato Ue nel Golfo Persico, ma questa è un’altra storia).

Già, Di Maio. Nessun commento da parte sua dopo l’annuncio del ritorno in Italia di Forti da parte della premier Giorgia Meloni, in occasione del vertice con il presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca. Non una parola, e pensare che da capo della Farnesina aveva celebrato il decisivo faccia a faccia con Mike Pompeo (“L’ho incontrato appena arrivato alla Farnesina e se n’è occupato dal primo giorno”) e il “lungo e paziente lavoro diplomatico”.

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