Pessima notizia se possiedi una casa: la Megera di Bruxelles ha imposto il voto tra pochi giorni per la folle direttiva sulle ‘Case Green’. Un salasso per milioni di famiglie italiane

Le case degli italiani nel mirino Ue: la follia green costerà fino a 55mila euro a famiglia
Atteso entro il 14 marzo il via libera dell’Europarlamento per l’entrata in vigore dell’Energy performance of buildings directive (Epbd)

di Massimo Balsamo per Il Giornale

Entro il 14 marzo la sessione plenaria del Parlamento europeo approverà la direttiva case green – la Energy performance of buildings directive (Epbd) – che, dopo un ultimo passaggio in Consiglio, andrà in Gazzetta Ufficiale. Una fumata bianca attesa e quasi scontata dopo le lunghe trattative, dalla posizione negoziale del Parlamento europeo al trilogo delle istituzioni comunitarie, che hanno portato a un testo dai contorni molto più sfumati per quanto concerne gli obblighi per i proprietari di immobili. Ogni Paese dovrà decidere come assicurare la riqualificazione delle abitazioni meno efficienti, in Italia fari puntati su 5 milioni di edifici. Ma a spaventare sono soprattutto le cifre di questa follia verdeda 20 a 55 mila euro per famiglia.

Come evidenziato dal Sole 24 Ore, l’ultima versione della direttiva case green fissa termini più morbidi rispetto all’idea iniziale di indicare un livello minimo di efficienza energetica da rispettare per tutti gli edifici. Bruxelles fissa solo gli obiettivi generali, mentre spetterà agli Stati membri definire il modo in cui si arriverà a rispettare i target. Secondo quanto previsto dall’articolo 9, Roma dovrà ridurre il consumo medio di energia del proprio patrimonio residenziale, a partire dal 2020 e fino al 2050, quando lo stock abitativo dovrà essere a zero emissioni. Entro il 2030 la riduzione dovrà essere del 16 per cento, mentre entro il 2035 del 20-22 per cento.

La direttiva case green sottolinea che il miglioramento dell’efficienza energetica generale degli edifici non potrà essere raggiunto considerando esclusivamente le prestazioni degli immobili nuovi. L’Italia e gli altri Paesi dovranno certificare che almeno il 55 per cento della riduzione del consumo di energia primaria sia raggiunto attraverso il rinnovo degli“edifici più energivori” (gli immobili in classe energetica F e G). Su un totale di 12 milioni di edifici residenziali, l’Italia sarà chiamata a intervenire su circa 5 milioni di immobili (ognuno dei quali costituito da una o più unità).

Non mancano le criticità. Il quotidiano economico rimarca che solo parte delle abitazioni possiede una pagella energetica, senza dimenticare che molti edifici resteranno esclusi. A seconda delle valutazioni dei governi, potranno essere esentati gli immobili oggetto di vincolo puntuale o d’area, gli edifici religiosi, quelli temporanei, i fabbricati destinati all’agricoltura, le seconde case usate per meno di quattro mesi all’anno, gli edifici autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati e ancora gli immobili delle forze armate e con scopi di difesa. Per quanto riguarda invece gli interventi raccomandati, l’indicazione principale riguarda la coibentazione di tetti e pareti è di gran lunga prevalente (65,1 per cento), seguita dal cambio delle finestre (14,5 per cento) e dagli interventi sugli impianti di riscaldamento (11,8 per cento).

Capitolo costi. La modifica principale della direttiva case green riguarda il superamento delle rigidità della classificazione dello stock immobiliare: “Secondo il nuovo testo, l’efficientamento energetico degli edifici non si baserà più sull’attuale classificazione contenuta nelle certificazioni energetiche ma su obiettivi medi di riduzione dei consumi, che andranno a interessare quote differenti dello stock in relazione alle peculiarità immobiliari di ogni Paese”, l’analisi di Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari. L’eliminazione delle classi energetiche consente una pianificazione e un dimensionamento degli obiettivi declinato sulle caratteristiche dello stock immobiliare dei Paesi più facilmente raggiungibile e le cifre sono degne di nota: “Applicando costi unitari di riqualificazione energetica, differenziati per tipologia immobiliare, per caratteristiche fisiche e per volontà di salto di classe stimiamo un investimento complessivo tra i 1.100 miliardi di euro (sulla base del concetto di armonizzazione) e 1.750 miliardi (patrimonio complessivo nell’attuale classificazione). La parte residenziale va da 550 a mille miliardi. Il tutto da realizzare in dieci anni. È molto ma non è un obiettivo impossibile se consideriamo i numeri di Ance per gli investimenti in manutenzione straordinaria (190 miliardi nel 2023)”. In altri termini, per raggiungere gli obiettivi al 2033 della furia green le famiglie dovranno sborsare tra 20 e 55 mila euro.

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