L’immenso patrimonio esentasse imboscato da Gianni Agnelli all’estero, per gli avvocati della famiglia tanto osannata era un “segreto di Pulcinella”

Le Isole Vergini e il “segreto di Pulcinella” dell’Avvocato
OFFSHORE – Un altro tesoro “non dichiarato” per ammissione stessa dei legali

Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per “il Fatto quotidiano”

Un patrimonio estero mai quantificato: forse, “l’altro” (e vero?) patrimonio di Gianni Agnelli. Da aggiungere, a detta di sua figlia Margherita, a quello dichiarato in Italia e che sarebbe stato sottratto ai suoi diritti: attribuendolo a lungo alla madre Marella e tenendolo al sicuro in società offshore.

Potrebbe diventare questa la pista più inaspettata, capace di svilupparsi dall’inchiesta aperta dalla Procura di Torino per reati fiscali e che vede indagati il presidente di Stellantis e ad di Exor, John Elkann, oltre al commercialista della famiglia, Gianluca Ferrero e al notaio svizzero, Urs von Grunigen.

In attesa di vedere che cosa troveranno i pm […], le notizie più concrete su quei presunti paradisi fiscali arrivano proprio dalla causa civile avviata il 6 ottobre 2022 a Torino sull’eredità di Marella Caracciolo Agnelli, vedova dell’Avvocato, che contrappone Margherita ai figli John, Lapo e Ginevra Elkann […]

NELLE MEMORIE di quel dibattimento, sono per paradosso gli stessi avvocati dei fratelli Elkann, Luca Re ed Eugenio Barcellona, a riconoscere l’esisten za di un patrimonio estero di Agnelli. Ma che cosa hanno scritto i due legali? Un passaggio volutamente sarcastico, per sminuire le tesi di Margherita: l’esistenza del patrimonio estero sarebbe dunque un “segreto di Pulcinella” e non una “scoperta straordinaria”. Un patrimonio, aggiungono, “che non era stato dichiarato al fisco italiano”: “Quali fossero le ragioni di questa mancata dichiarazione… non è affatto rilevante in questa sede”.

Che cosa hanno scoperto, invece, gli investigatori privati di Margherita? Sedici società offshore, tutte nelle Isole Vergini Britanniche e con relativi conti in Svizzera presso la Morgan Stanley Ag di Zurigo. Alcune cessate da tempo, molte costituite con Gianni Agnelli ancora in vita, altre create subito dopo la morte e, infine, in buona parte riconducibili a Marella Caracciolo.

Per dodici di esse è stato possibile raccogliere solo i dati sull’anno di costituzione (tutte nel 1998) e le denominazioni. Perlopiù in lingua inglese o spagnola e dichiarate come riconducibili a “members of Agnelli family”. Molto più dettagliate, al contrario, le informazioni sulle altre cinque: riferibili ogni volta a Marella Caracciolo e, in un caso, con un patrimonio che sfiora il miliardo di dollari.

Ecco dunque la Budeena Consulting Inc., costituita il 12 luglio 2004, con beneficiaria la vedova dell’Avvocato che avrebbe ricevuto “questi beni derivanti da patrimoni degli Agnelli”. È stata anche ricostruita una “cassa” di almeno 900 milioni di dollari.

Tocca poi alla Layton S.A.B.V.I., il cui conto di riferimento svizzero era stato chiuso nel 2003. In due comunicazioni postume, nel 2006, Marella era indicata come beneficiaria.

Centrale, in questa ricostruzione, è poi la Silkestone Invest Corporation B.V.: attivata il 4 gennaio 2000, con conto sempre a Zurigo. Una comunicazione del 15 marzo 2007 confermava che la beneficiaria era la madre di Margherita.

Fu dal conto svizzero di Silkestone che vennero trasferiti alla figlia, dopo l’accordo “transattivo” del 2004 sull’eredità del padre, 109 milioni di euro come parte della sua liquidazione.

LA FIGLIA del “Signor Fiat” chiese chi avesse ordinato quel pagamento, ma la risposta fu lapidaria: “Il titolare del conto ci consiglia di non rispondere a questa domanda”. Strategica è anche la Fima Finance Management Inc., domiciliata presso la Dragon Consulting Ag (cessata nel 2017).

Quando i legali dell ’epoca di Margherita chiesero il 13 luglio 2007 a Morgan Stanley Zurigo se esistessero conti riferibili all’Avvocato, scattò uno strano cortocircuito: sette giorni dopo, la banca replicò dicendo che “Giovanni Agnelli è sconosciuto a questo istituto”.

L’8 novembre successivo, invece, la stessa banca, interrogata su Fima, affermava che “beneficiario” era stato proprio l’Avvocato. In realtà, nel 2004 e prima degli accordi ereditari tra madre e figlia, quel ruolo in Fima era già passato a Marella Caracciolo. Una galassia offshore, dunque: ma quanto denaro ha “conservato” o ancora “conserva”?

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