Non fa nomi specifici, ma contesta genericamente tutto il Festival. È però evidentemente indirizzato a Ghali l’attacco lanciato dall’ambasciatore d’Israele in Italia. Con un post su X (l’ex Twitter) Alon Bar si scaglia contro l’edizione appena conclusa di Sanremo. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi”: scrive il capo dell’Ambasciata israeliana a Roma. Che poi aggiunge: “Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.Destra e sinistra con Bar – Una contestazione, quella di Bar, che diventa subito politica nel senso che la politica la rilancia subito, da destra a sinistra. “Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà”, dice Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione di Vigilanza sulla Rai. Dal fronte opposto Piero Fassino del Pd ricorda che il 7 ottobre “Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. E decine di altri ragazze e ragazzi di quel concerto sono tuttora ostaggi nelle mani di Hamas. Sconcertante che in un evento musicale come Sanremo nessuno lo abbia ricordato, mentre non è mancato chi ha usato la parola genocidio contro Israele“.

L’intervento dell’ad Rai – Sarà stato l’intervento di esponenti di entrambi le coalizioni, o forse il fatto che Ghali avesse appena risposto all’ambasciatore di Israele dagli schermi di Domenica In. Fatto sta che alla fine l’amministratore delegato di viale Mazzini ha offerto la sua solidarietà allo Stato ebraico. “Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta”, è la dichiarazione di Roberto Sergio.

La replica di Ghali – Ma chi è il bersaglio dell’attacco di Bar? Alla fine della sua esibizione, sabato sera, Ghali ha dichiarato sul palco: “Stop al genocidio“. Evidente riferimento alle operazioni dell’esercito di Benjamin Netanyahu in corso a Gaza. Oggi, intervenendo sempre dal palco dell’Ariston a Domenica in, il rapper ha risposto all’ambasciatore d’Israele: “Mi critica? Il fatto che lui parli così non va bene… Io non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che abbia replicato in questo modo. Ci sarebbero state tante cose da dire… Per cosa dovrei usare questo palco? Io sono un musicista e ho sempre parlato di questo da quando sono bambino”, ha detto il cantante, rispondendo ad una domanda sulle parole dell’ambasciatore. “Da quando ho scritto le mie prime canzoni, a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo. Non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti da un pò… Il fatto che lui parli così non va bene… Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio. Le persone sentono che perdono qualcosa se dicono viva la pace, non deve succedere questo… Ci sono i bambini di mezzo: io da bambino sognavo e ieri sono arrivato quarto a Sanremo. Quei bambini stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, quanti geni ci sono tra loro…”, le parole di Ghali.