“Impiantato il primo chip nel cervello umano” Elon Musk lo ha detto chiaro: il suo progetto non ha solo funzioni positive per i malati. E’ il primo passo verso il transumanesimo

di Paolo Cagnoni per IlParagone

Non lo ha detto il solito complottista da prendere in giro. E i fact checker alla Puente possono stare tranquilli e rinfoderare le loro penne rosse virtuali. Perché questa notizia arriva direttamente dall’interessato: Elon Musk. E conferma scenari che alcuni, inizialmente derisi e inascoltati, stavano predicendo da tempo. L’impianto di chip cerebrali è una realtà, e apre la strada a scenari futuri distopici e francamente preoccupanti. La società di Musk, Neuralink, ha infatti annunciato che domenica il primo essere umano è stato sottoposto all’impianto di un Chip direttamente nel cervello. “Il paziente si sta riprendendo bene”, scrive la società. Che aveva ricevuto un anno fa il permesso per eseguire questa operazione dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti.

Curioso come la FDA, così scrupolosa e inflessibile se tentate di introdurre una mortadella nel territorio statunitense, sia molto più disponibile quando si tratta di permettere l’impianto di un chip in un encefalo umano. Ma a quanto pare le cose funzionano così. In ogni caso, l’impianto della Neuralink sta funzionando e comincia a rilevare i picchi neuronali del paziente. Ora, naturalmente tutto questo viene fatto con uno scopo iniziale benefico e condivisibile. La stessa azienda, infatti, sostiene che il chip sarà in grado di aiutare persone affette da problemi neurologici e lesioni traumatiche attraverso la lettura delle onde cerebrali. Si tratta di uno dei metodi possibili per far tornare a camminare le persone che non possono farlo, e questa è sicuramente una fantastica notizia. Ma le ombre in agguato dietro a queste iniziative le vedono tutti.

L’azienda di Elon Musk non è la prima a tentare questa strada. La differenza è che i suoi ricercatori sono riusciti a realizzare elettrodi di minuscole dimensioni, che secondo l’azienda sono meno invasivi. Sono anche più flessibili ed è più difficile che causino microtraumi. Nei mesi scorsi questi test erano stati effettuati su animali, ed era giunta notizia che alcune scimmie sottoposte a impianto fossero morte. Musk aveva però negato che fosse per causa degli impianti. Dalle indagini, ancora in corso, è emersa in effetti una situazione più complicata. In ogni caso, Neuralink non ha come solo obiettivo di trattare le paralisi negli esseri umani. Dietro a questo disegno umanitario c’è ben altro. Cioè, c’è il tanto famigerato “transumanesimo”. E il miliardario americano non lo nasconde.

L’obiettivo della sua azienda è di sviluppare nuove interfacce neurali. Cioè, sistemi per mettere in collegamento diretto il cervello con un dispositivo esterno. Detto semplicemente: vogliono attaccare l’uomo a una macchina. Neuralink vorrebbe, attraverso l’uso dei Chip, potenziare le attività del cervello umano. Facendolo per esempio accedere a informazioni e capacità di calcolo dei computer. Diventeremmo dei computer ambulanti, un po’ uomini e un po’ macchine? Siamo ancora lontani, almeno speriamo, da questo risultato. Ma Elon Musk è stato chiaro: “Vogliamo andare oltre le capacità di un normale corpo umano con la nostra tecnologia”. Le conseguenze sarebbero clamorose e quasi incalcolabili. Una domanda, però, la vogliamo porre lo stesso: quanto sarebbe controllabile un essere umano con un chip nel cervello in collegamento con macchine usate da altri? Crediamo che la risposta sia scontata. Per evitare un futuro mondo di semi-automi super controllati, è necessario porre dei confini adesso.

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