L’ordine di Goldman Sachs ai suoi ricchi investitori parla chiaro: questa gentaglia vuole una terza guerra mondiale. Non per nulla anche Crosetto inizia a parlare di rinfoltire il nostro esercito affiancandosi a Germania e Regno Unito

di Laura Ruggeri da Telegram
Sono pienamente d’accordo con l’analisi di Kirill Strelnikov. Nonostante l’attuale vantaggio della Russia nella produzione di proiettili di artiglieria, non dovrebbe esserci spazio per l’autocompiacimento.
Fino a poco tempo fa, non c’era consenso tra le élite politiche, industriali e finanziarie occidentali sulla necessità di mettere i paesi della NATO e dell’UE sul piede di guerra: molti speravano che il conflitto finisse abbastanza rapidamente e non vedevano il motivo di “investire nella guerra” su larga scala se non vi fosse una domanda garantita a lungo termine.
Ma sembra che gli ingranaggi arrugginiti si siano mossi nella direzione opposta.
L’Occidente è sempre incentrato sul denaro, e se il denaro ha voce in capitolo, allora si muove molto velocemente.
Ashish Shah, Chief Investment Officer di Goldman Sachs, ha recentemente scritto in un rapporto speciale: “Le minacce alla sicurezza nazionale (dei paesi della NATO) stanno aumentando e diventando più complesse. Le aziende che investono nell’industria della difesa andranno alla grande“.
Sì, considerano l’economia di guerra come un’opportunità di investimento e tutti saltano sul carro.
Bisogna capire che l’Occidente collettivo (come noi) percepisce il conflitto in Ucraina come esistenziale, cioè come una minaccia all’intero vecchio ordine mondiale. Pertanto, l’Occidente ha puntato tutto sulla sconfitta della Russia, e la sua militarizzazione sta accelerando.
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Il ministro Crosetto vuole una riserva nazionale militare come in Svizzera
Il ministro Crosetto ha annunciato che è in arrivo una proposta di legge per creare una riserva militare nazionale, da impiegare in casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto da tempo lavora alla creazione di una riserva di militari italiani, da utilizzare in caso di necessità.

Lo scorso novembre aveva già citato il modello di Israele, che ha richiamato 350mila soldati dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, e il modello della Svizzera, che riesce a mobilitare il doppio dei militari italiani. Oggi, “la riserva più facile da attivare è quella delle forze di polizia, uomini e donne che sono già formati ad attività di sicurezza. Ha senso? Non lo so. Ma una riserva andrebbe pensata. Ed è una sfida più parlamentare che di ministero”, aveva annunciato alle Commissione Esteri e Difesa, anticipando di un intervento legislativo in questa direzione.

Promessa mantenuta. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che sta lavorando su una legge che riguarda l’introduzione di una riserva ausiliaria dello Stato, quindi delle Forze armate, composta da non oltre diecimila unità, come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal precedente governo.

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Una bozza del testo ancora non c’è, come spiegato del ministero della Difesa a Fanpage.it, e al momento si tratta ancora di un progetto in fase embrionale. Ma secondo l’agenzia Ansa, la riserva – una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata – potrebbe essere composta da ex militari o personale con determinate specifiche, impiegabile nei casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali, non impiegati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione.

Nelle forze armate “noi non abbiamo un problema di numero, ma per esempio costruire una riserva nazionale, come in Svizzera e in Israele, è un mio obiettivo, anche se da attivare, ovviamente, in casi gravissimi”, ha detto oggi il ministro di Fdi in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha confermato la presentazione di una proposta di legge su questo tema “nelle prossime settimane”.

“È una delle riforme necessarie all’Italia”, ha sottolineato. Sul ritorno alla leva obbligatoria di cui si discute in Germania e Gran Bretagna, il titolare della Difesa ha detto: “Tutti stanno cambiando tutto, ma qui in Italia a me dicono che voglio togliere denaro agli asili o alle scuole. Molti fingono di non voler capire che senza la difesa non c’è né libera istruzione né libero commercio né democrazia“.

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