Barbara Balanzoni prende sul ridere l’ennesima condanna pilotata contro di lei: aveva chiamato gli infermieri, in tempi non sospetti, come poi si sono rivelati per davvero. Capre

La sentenza contro Barbara Balanzoni, già radiata dall’ordine, per aver scritto sui social frasi offensive contro gli operatori sanitari

tratto da Repubblica

«Ora che cani e porci sono laureati, non vale più una fava nemmeno un dottore». Parole che sono costate una condanna a Barbara Balanzoni, il medico già radiato dall’albo dei chirurghi per aver assunto “con toni estremamente violenti ed aggressivi” una posizione di “completo e totale rigetto di tutta la gestione pandemica, dalla campagna vaccinale all’utilizzo del green pass”, affermando di continuare a esercitare la professione nonostante non si fosse vaccinata contro il Covid.

Per lei si è chiuso il processo romano che la vedeva accusata di diffamazione ai danni della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche. Ma la vicenda per cui è stata condannata dal tribunale capitolino a una multa di 3 mila euro è cominciata diversi mesi prima che avvenissero i contagi che hanno sconvolto le vite di tutti. Bisogna infatti tornare al 2019, e precisamente al mese di maggio, per trovare le origini del processo si è concluso a piazzale Clodio con la sentenza di primo grado.

Per la procura, la dottoressa Balanzoni – come si legge nel capo d’imputazione – ha offeso gravemente l’onore e la reputazione della federazione degli infermieri. E lo avrebbe fatto, si legge negli atti, attraverso parole messe nero su bianco su Facebook, dove avrebbe scritto frasi come “augurano alla gente di stare male così possono ficcare gli aghi” e “siamo circondati da ragazzini viziati che non hanno nemmeno capito in cosa consista il loro lavoro, ignoranti come capre”.

Nel mese di luglio del 2019 la Fnopi e la sua presidente avevano deciso di presentare una querela agli uffici della procura di Roma: “i membri di tale federazione sono letteralmente bersagliati da continue, gravi e false accuse da parte della dottoressa Barbara Balanzoni”, si legge nella premessa della denuncia depositata dall’avvocato Stefano Maccioni. Dopodiché è arrivato il decreto di citazione diretta a giudizio, in seguito alle indagini della pm Antonia Giammaria. A distanza di quattro anni è arrivata la condanna, che prevede il beneficio della sospensione della pena.
Dopo la decisione, Balanzoni sui suoi canali social ha criticato la decisione: “qualcuno mi dice dove sta la diffamazione?”.

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