Giorgia Meloni sbotta in diretta alla radio: “Non avete pietà di me”. Per poi concludere: “Io come Rambo”

Giorgia Meloni non ha tralasciato nulla: ha parlato di femminicidi, di salario minimo, di tutte le discussioni possibili e immaginabili con chi le critica l’operato politico. Poi ha tirato in ballo l’elefante nella stanza, la sua vita privata, che nel 2023 è stata una sorta di campo minato: come si muoveva, o saltava in aria lei o lo faceva qualcun altro.

Giorgia Meloni, che vive alla giornata e si paragona a Rambo

Il 2023 sta per finire: e meno male, sembrerebbe voler aggiungere Giorgia Meloni, che in un’intervista a Non Stop News, su Rtl 102.5. spiega tutto ciò che le è accaduto negli ultimi 12 mesi, pubblicamente e personalmente. La parola chiave è “tosto”: “Sì, è la parola più facile per raccontare un anno in cui è accaduto tutto quello che poteva accadere, il segreto è un pò vivere giorno per giorno, come direbbe Rambo. Cerchiamo di affrontare ogni problema in modo più pragmatico e serio possibile facendo gli interessi dei cittadini italiani. Nel disastro che ci siamo trovati a gestire, arrivano risultati che raccontano di quello che si è fatto con serietà”.

Tra i motivi di scontro maggiore c’è un rapporto compplesso con la magistratura, che però la Presidente del Consiglio minimizza: “Non vedo alcuno scontro tra politica e magistratura, non potrebbe venire da me, persona di destra con grande rispetto per chi serve lo Stato. Poi in Italia c’è una piccola, piccolissima ma rumorosa parte della magistratura che per ragioni ideologiche ritiene di fare altro rispetto al suo ruolo, disapplicando provvedimenti di un governo che non condivide. Mi ha colpito ancor di più l’Anm: dice che la riforma costituzionale voluta da governo è un attacco alla magistratura, che non viene neanche toccata, e addirittura una deriva antidemocratica”.

Giulia Cecchettin. “Gli strumenti per difendere le donne ci sono”

Al funerale di Giulia Cecchettin, dov’era attesa, non ci è andata: ha mandato una corona di fiori, firmata da IL Presidente del Consiglio. Non parla apertamente di femminicidi, sviluppa piuttosto un discorso sullo stato psicologico dei giovani d’oggi: “Non abbiamo capito abbastanza l’impatto del covid sulla socialità dei giovani, di quello che passa con rapidità sui telefonini, sui social. C’è una responsabilità educativa che ci coinvolge tutti”. Parla però di leggi, he secondo lei sono bastevoli: “Le leggi, gli strumenti ci sono per difendere le donne – ha aggiunto –. Noi siamo libere, non è normale aver paura di un uomo che dice di amarti: chiamate il 1522 se avete paura, qualcuno vi può aiutare”.

“La bagarre alla Camera? Un po’ sorrido, M5s, Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa che va fatta in Italia ma in dieci anni al governo non l’hanno fatta, e mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo e quando vanno a trattare i contratti collettivi accettano contratti con poco più di cinque euro all’ora come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe sedere un po’ coerenti”.

Sulla questione del conflitto con la magistratura nega invece una spaccatura profonda: “Non vedo alcuno scontro tra politica e magistratura, non potrebbe venire da me, persona di destra con grande rispetto per chi serve lo Stato. Poi in Italia c’è una piccola, piccolissima ma rumorosa parte della magistratura che per ragioni ideologiche ritiene di fare altro rispetto al suo ruolo, disapplicando provvedimenti di un governo che non condivide. Mi ha colpito ancor di più l’Anm: dice che la riforma costituzionale voluta da governo è un attacco alla magistratura, che non viene neanche toccata, e addirittura una deriva antidemocratica”.

“Certe critiche” al disegno di legge sul premierato “dimostrano che non si sa che cosa dire su questa riforma, perché noi non abbiamo toccato i poteri del presidente della Repubblica. Abbiamo volutamente lasciato inalterato il valore e il ruolo del presidente della Repubblica, in questo caso di Sergio Mattarella, che è una figura che sicuramente per gli italiani rappresenta un assoluto punto riferimento”. Chi contesta la riforma, era “abituato a fare il bello e cattivo tempo facendo e disfacendo il governo nei palazzi”.

Meloni e Salvini, il sole brilla in paradiso

Salvini in lotta con Meloni? Assolutamente no, regna l’armonia. Lo giura proprio Meloni, che nega che nel centrodestra ci si voglia fare le scarpe a vicenda: “Al di là delle sfumature dei partiti di maggioranza, che sono una ricchezza, c’è coesione di fondo ed è evidente: e penso che quello che siamo riusciti di fare in Italia si debba in qualche maniera tentare di costruirlo anche in Europa“. Oggi abbiamo una grande occasione, lo scenario che si potrebbe realizzare è quello in cui in Parlamento europeo si riesce a costruire una maggioranza più compatibile a livello di visione. Potremmo ritrovarci con istituzioni europee in cui l’Italia conta molto di più: è il mio obiettivo, l’obiettivo della maggioranza”.

E della sua vita privata, autopticamente analizzata per mesi e falciata dall’affaire “giambrunate“? Dice poco, e si alza in una sorta di protesta: “Diciamo che della mie questioni private si è parlato a volte senza pietà, però alla fine me lo metto in testa e si combatte”.

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