In questo periodo si è parlato molto delle polmoniti batteriche che, in Cina e in Europa, registrano un preoccupante aumento di casi fra i bambini. Il Mycoplasma Pneumoniae è un batterio ben noto, che può causare sintomi lievi ma anche sfociare appunto in polmoniti “atipiche”. Si manifesta in soggetti in età prescolare, nei giovani e in generale in pazienti con complicanze o alterazioni immunologiche. Una svolta per capire almeno in parte i motivi della diffusione eccessiva del Mycoplasma in Cina e in alcuni Paesi europei (qualche caso si è registrato anche in Italia) arriva ora grazie all’iniziativa di un dottore australiano, Marc Searly. Preoccupato per aver contratto il batterio e per la salute dei suoi figli, Searly è riuscito a ottenere attraverso il FOIA (Freedom of Information Act) copia di un documento confidenziale redatto da Pfizer sugli effetti avversi provocati dal suo vaccino BioNTech.
Il dottore ha poi condiviso il documento con il Committee On Health and Community Wellbeing di Canberra. Lo studio, che per l’appunto sarebbe dovuto restare confidenziale, tradotto si intitola “Analisi cumulativa del rapporto sugli eventi avversi post-autorizzazione”. Al suo interno sono elencati tutti gli eventi avversi verificati da Pfizer dopo l’inoculazione. E qui arriva la “sorpresa”: l’infezione polmonare da Mycoplasma Pneumoniae è riportata chiaramente a pagina 36 come possibile conseguenza della vaccinazione. Va sottolineato come gran parte degli effetti avversi non siano stati riportati nel foglietto illustrativo dei vaccini e nella scheda tecnica AIFA. Il documento di Pfizer è stato condiviso solo con gli Enti incaricati dell’autorizzazione all’utilizzo del vaccino. Se non fosse stato per Marc Searly, non ne avremmo saputo niente perché questa ricerca non è consultabile dal pubblico.
Ma una volta ottenuto il documento, la presenza del Mycoplasma Pneumoniae fra gli effetti avversi, certificata dalla stessa Pfizer, non poteva passare inosservata. A questo punto occorre fare una considerazione. La diffusione anomala di polmoniti atipiche nei soggetti in età prescolare è iniziata dalla Cina. E in Cina non sono stati utilizzati i vaccini a mRNA, ma un vaccino da virus inattivato. Per cui non si può ritenere la Pfizer responsabile di quegli eventi. Altro discorso per l’aumento di casi in Europa e nei Paesi anglosassoni. Secondo alcuni esperti, non sarebbe il tipo di vaccino, ma proprio l’indebolimento del sistema immunitario causato dall’inoculazione, soprattutto ripetuta, la causa dell’effetto collaterale. E questo varrebbe sia per il caso cinese, sia per i sieri mRNA utilizzati in Occidente. Quel che è certo, è che i bambini continuano ad ammalarsi, e questo è preoccupante.
In ogni caso, ci chiediamo perché i documenti con le registrazioni degli eventi avversi debbano restare confidenziali. Si tratta di un tema importante che riguarda la salute pubblica. Non dovrebbe essere coperto da segreto. Pubblicando i dati in via confidenziale, in pratica Pfizer se n’è lavata le mani. Non li ha resi pubblici, ma li ha sottoposti agli enti autorizzatori come FDA, EMA e i vari ministeri. In modo che fosse responsabilità di questi ultimi autorizzare le vaccinazioni e decidere se rischiare un effetto avverso per qualche sfortunato per proteggere tutti gli altri. Solo che il siero contro il Covid non ha ottenuto gli effetti sperati, non ha reso immuni i vaccinati e non ha impedito la diffusione della malattia. Il gioco valeva la candela?
Resta la domanda principale. Con quale diritto si nega ai cittadini di conoscere la verità su un farmaco iniettato a gran parte della popolazione? La risposta più comune da parte dei produttori è che gli effetti avversi si registrano in una bassa percentuale di vaccinati. Ma, a parte che ciascuno dovrebbe poter decidere se vuole correre un rischio, anche minimo, oppure no. Perché inoculare il vaccino a bambini e ragazzini per i quali, come certificano inequivocabilmente i dati di mortalità e decessi, il Covid non rappresenta un pericolo? E la stessa domanda si potrebbe fare per la popolazione sotto i 40 anni. Salvo in caso di presenza di altre gravi patologie, il Covid non è pericoloso per gli Under 40. Costringere i giovani a vaccinarsi, a fronte dei numerosi eventi avversi verificati da Pfizer, è stato un peccato mortale del quale in molti dovrebbero rispondere.
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