Fate vedere le statistiche, cialtroni! Maurizio Belpietro smaschera ancora una volta la feccia che starnazza di patriarcato e femminicidi

Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per “la Verità”

Ma davvero c’è qualcuno che pensa che basti un’ora di educazione sentimentale a settimana per evitare che un ragazzo di 22 anni uccida a coltellate una coetanea perché lo ha lasciato?

Se c’è chi lo pensa, è la prova che dalla banalità del male siamo passati alla banalità del bene o meglio alle banalità di chi crede che il bene si possa insegnare come la matematica o la fisica.

Chiunque sia dotato di buon senso può leggere i dati degli omicidi che hanno a che fare con la sfera dell’affettività, e che hanno come vittima una donna, e confrontarli con quelli registrati in Paesi in cui a scuola si fa lezione sessuale e si educano gli alunni ai rapporti fra maschio e femmina.

Il nostro Alessandro Rico […] lo ha fatto, scoprendo che in Europa il maggior numero di femminicidi si concentra là dove la donna risulta più emancipata e i rapporti tra uomo e donna fanno parte del programma scolastico. Lo so che a sinistra sono cifre che si preferisce ignorare. Ma le statistiche fuori dall’Italia smontano la narrazione che vuole il nostro Paese intriso di cultura patriarcale e dunque colpevole di condannare le donne a una vita di soprusi e, talvolta, a una morte violenta.

Il maggior numero di omicidi dovuti a relazioni sentimentali tossiche si registrano là dove le donne hanno conquistato ruoli importanti, dove non esistono differenze di genere, e se ci sono non hanno un peso così rilevante, le famiglie sono gay, queer e non so cos’altro.

Sono i Paesi più progrediti – o per lo meno considerati tali – ad avere un numero doppio di femminicidi rispetto a quelli registrati in Italia. Lì le ore di educazione sentimentale e la distruzione della famiglia patriarcale non sono servite a nulla. Questo ci deve rallegrare? No, perché anche una sola donna assassinata da un uomo che diceva di amarla è una sconfitta. Però, guardare che cosa succede altrove ci aiuta a capire e soprattutto a non farci influenzare da chi non ha come obiettivo di difendere Giulia Cecchettin e le altre vittime, ma usarle a fini politici.

[…]  non serve spiegare ai bambini di sei anni l’affettività, dato che le pulsioni e i conflitti che possono generarsi in una coppia si registrano molto più in là negli anni, con lo sviluppo di una vita sessuale piena. O, si dirà: ma se cominci presto a dire ai bambini che non devono pensare di dominare una bambina e neppure di possederla, da adulti metteranno in pratica l’insegnamento.

Un’idea semplicemente stupida, perché sarebbe come sostenere che educando i bambini a non uccidere il prossimo si aboliscono gli omicidi, e spiegando sin dalla più tenera età che rubare è un reato cresceremo una società perfetta, senza furti. […]

L’aggressività è connaturata alla natura umana e spesso si scatena in modo devastante. Dunque, c’è un solo insegnamento da trarre ed è che le donne, appena hanno sentore di rapporto malato, di un amore che rischia di trasformarsi in odio, devono darsela a gambe e farsi aiutare. Non vuol dire […] colpevolizzare le vittime. Significa evitare che finiscano ammazzate ed è più utile di tante lezioni di maestrine che si impancano in tv a spiegare ciò che non sanno.

Ps. L’ultima che ho sentito, riguardo alle morti nei Paesi in cui le donne sono più emancipate, è che l’Italia è arretrata anche in questo. Siccome sono meno libere, si sostiene che da noi ci sono meno assassini. L’unica considerazione possibile di fronte a ciò è che siamo passati dalla società patriarcale a discutere di una società di cretini.

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