di Cesare Sacchetti per La cruna dell’ago
I media hanno allestito una vera e propria saga al riguardo e la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava la si era avuta giĆ la scorsa settimana.
Stiamo parlando del caso che ha portato alla morte di Giulia Cecchettin sulla quale in questi giorni abbiamo visto mettersi in moto una massiccia macchina della propaganda mediatica che sembrava pronta da un momento allāaltro a veicolare il suo distorto messaggio.
Il messaggio ĆØ sempre lo stesso. Gli omicidi di donne avvengono in quanto le donne sono donne e dietro di essi ci sarebbe dunque lāinfimo patriarcato nemico della rivoluzione liberal-progressista del 68.
Noi avevamo nei giorni scorsi provatoĀ a citare le statistiche per mettere in evidenza una semplice veritĆ .
Le statistiche ufficiali del tasso di omicidi per donna ogni 100mila donne
I numeri, seppur freddi e crudi, sono abbastanza chiari e ci dicono che non ĆØ mai esistita nessuna emergenza reale per quello che riguarda gli omicidi delle donne.
Utilizziamo non a caso la parola omicidi perchƩ nella lingua italiana, e non in quella attuale contaminata dal pensiero liberal-progressista, questa parola identifica sia gli omicidi degli uomini che quelli delle donne.
E i numeri raccontano una storia molto chiara. Negli ultimi 10 anni su ogni 100mila donne solamente 0,5 sono state uccise.
Se poi scomponiamo il numero assoluto di omicidi di uomini e di donne, vediamo che le donne vengono uccise di meno dagli uomini quando questeĀ rappresentano il 39% degli omicidi complessivi.
I moventi poi spesso non hanno nulla a che vedere con quelli che la macchina di disinformazione mediatica vuole far credere.
Le donne non vengono uccise in quanto donne. Esattamente come gli uomini i moventi sono pressochĆ© identici quali futili motivi, liti, rancori personali e a volte poi ci sono casi di persone uccise per le quali non ĆØ stato possibile risalire ad un movente.
Non cāĆØ dunque un mondo patriarcale che agisce scientemente per āopprimereā le donne come vuole farci credere il mondo liberal-progressista.
CāĆØ una rappresentazione falsa di un fenomeno che nelle statistiche non trova riscontro. CāĆØ il tentativo deliberato di demonizzare la figura maschile che va considerata come ācolpevoleā di tutte le disgrazie che capitano alle donne anche quando queste rifiutano la narrazione femminista.
Narrazione che poi ovviamente sorvola su tutti gli omicidi di donne commessi da immigrati e non sono affatto pochi.
Qualche tempo faĀ venne fatta una statistica che scomponeva gli omicidiĀ e risultava chiaro che gli stranieri hanno una tendenza maggiore a commettere questo reato e altri di piĆ¹ degli italiani.
Anche qui i numeri si premurano di smentire la narrazione del migrante āinnocenteā venuto in Italia in cerca di fortuna, quando spesso purtroppo si tratta di avanzi di galera dei vari Paesi africani.
La storia ĆØ molto diversa. Le statistiche ci dicono che il 34% dei reati ĆØ commesso da stranieri e la loro tendenza a delinquere ĆØ molto piĆ¹ alta degli italiani considerati che essi sono il 10% circa della popolazione in Italia.
Questo vale anche per ciĆ² che riguarda i crimini piĆ¹ odiosi per il mondo femminista, quali la violenza sessuale.
La violenza sulle donne non interessa perĆ² se a commetterla ĆØ uno straniero. Essa disturba la narrazione liberal-progressista che ĆØ interessata a rimuovere il patriarcato, lāuomo italiano nativo e invece vuole favorire il processo di sostituzione etnica di kalergiana memoria.
Alla base dellāinesistente fenomeno mediatico chiamato āfemminicidioā cāĆØ dunque la volontĆ di demolire ciĆ² che rappresenta la cultura cattolica e ciĆ² che rappresenta lāunico vero modello di famiglia esistente, quello naturale fondato sullāunione tra uomo e donna.
La societĆ aperta di stampo sorosiano vuole demolire le istituzioni di un tempo e instillare nellāuomo italiano ed Occidentale una sorta di senso di colpa primigenio che lo porta ad odiare sĆ© stesso solamente per non essere straniero e con la pelle scura.
Ć un processo di autorazzismo che vuole innescare a sua volta un processo di autodistruzione della nostra societĆ , giĆ sfigurata dal 68 e dalla sua rivoluzione che ha partorito il divorzio nel 1973 e lāaborto nel 1978, fino ad arrivare al suo completo annichilimento.
Eā una rivoluzione concepita a tavolino dai filosofi della scuola di Francoforte che possono considerarsi i padri ideologici del movimento del 68 e degli stravolgimenti che esso ha portato in Italia ed in Europa.
La secolarizzazione sotto la sua ipocrita maschera di neutralitĆ verso ogni religione, quando in realtĆ essa ĆØ intrisa di odio verso il cristianesimo e di deferenza verso altri culti, soprattutto quello ebraico, mira proprio a questo fine ultimo.
La secolarizzazione vuole semplicemente rimuovere ogni traccia dei valori del mondo cristiano e greco-romano per sostituire ad entrambi una societĆ liquida nella quale non cāĆØ piĆ¹ alcuna traccia di religiositĆ e di identitĆ etnica, poichĆ© tutto deve fondersi nel famigerato melting pot fino a cancellare ciĆ² che cāera alle origini.
Questo processo di ingegneria sociale finanziato da ONG sorosiane e dalle varie massonerie serve semplicemente a distruggere la cristianitĆ che va sostituita in tale āvisioneā con il culto illuminista dei diritti umani che al di lĆ della sua ipocrita apparenza laicista nasconde invece uno strettissimo legame con lāesoterismo e il luciferianesimo.
Quando Adam Weishaupt nelle sue lettere ai suoi compagni di setta degli Illuminati, fondati nel 1776, affermava di voler cancellare tutto ciĆ² che la cristianitĆ rappresentava, intendeva proprio ciĆ² che vediamo adesso.
Questo disegno ĆØ molto piĆ¹ antico di quello che si crede come si puĆ² vedere. La guerra alla cristianitĆ e alla tradizione affonda le sue radici nel secolo dei lumi quando filosofi illuministi quali Voltaire e Rousseau decisero che questa religione doveva essere sradicata dallāEuropa e dedicarono la loro esistenza a tale scopo.
Questo ĆØ il pensiero che muove dunque la campagna dei cosiddetti āfemminicidiā e questo ĆØ il pensiero che ha dichiarato guerra alla nostra esistenza e alla nostra identitĆ , prima che questa fosse aggredita dalla secolarizzazione e dalla rivoluzione sessantottina.
I punti oscuri della vicenda di Giulia Cecchettin
Adesso ĆØ necessario perĆ² soffermarsi sulle dinamiche dellāomicidio di Giulia Cecchettin perchĆ© queste sono ancora lontane a nostro parere dallāessere chiarite del tutto.
La ricostruzione che stanno fornendo i media racconta che Giulia sarebbe stata uccisaĀ lo scorso sabato 11 novembre dal suo ex compagno Filippo Turretta.
Sarebbe stato decisivo per accertare lāaccaduto e la responsabilitĆ di Turretta un video di una vicina fabbrica, nei pressi di FossĆ², dove lāuomo avrebbe aggredito e ucciso la Cecchettin.
Non cāĆØ traccia di questo video, almeno nei media. Al momento risultanoĀ esserci solo dei fotogrammi di pochissimi secondi nei quali non si vede praticamente nullaĀ ed ĆØ difficile dire cosa stesse succedendo in quelle immagini.
Non comprendiamo poi perchĆ© non siano stati mostrati i fotogrammi successivi e le uniche immagini che stanno circolando sono quelle di ricostruzioni fatte da disegnatori grafici,Ā come quella che ha proposto il Corriere.
Il video ĆØ semplicemente fondamentale perchĆ© esso avrebbe consentito poi agli inquirenti di risalire agli spostamenti del Turretta.
Un altro aspetto che necessita chiarimenti riguarda quello della zona dove sarebbe stato rinvenuto il corpo della Cecchettin, nei pressi della strada della Val Caltea.
Questa zona ĆØ alquanto vasta e viene da chiedersi come abbiano fatto le autoritĆ a sapere dove guardare con attenzione tanto che persino in alcuni articoli dei media mainstream si afferma che in normali circostanzeĀ ci sarebbero voluti almeno sei mesi per scovare il corpo.
A salvare gli investigatori sarebbe stato, a quanto viene detto, un cane da fiuto chiamato Jageer che con il suo sviluppato olfatto sarebbe riuscito a ritrovare la povera Giulia in quella cosƬ vasta zona.
Qualcuno ha parlato di un ago rinvenuto in un pagliaio e appare difficile dargli torto.
A sollevare perplessitĆ poi sono state anche le reazioni e i contesti, per cosƬ dire, dei famigliari di Elena.
La sorella, Elena, appare certamente il tipo piĆ¹ anomalo. Se si dĆ uno sguardo al suo profilo Instagram si vedrĆ che Elena Cecchettin condivideva sul suo profilo alcune foto dove ostentava una croce al contrario portata sul collo e unāaltra dove invece aveva sulla fronte sempre il crocefisso capovolto.
Una delle foto condivise da Elena Cecchettin su Instagram il 5 gennaio scorso
Non ĆØ un segreto e certamente molti lettori giĆ sapranno che la croce al contrario ĆØ tipica di alcuni ambienti satanisti che per farsi beffe e oltraggiare il sacrificio di Cristo sulla croce lo capovolgono.
Se si continuano a sfogliare le foto della ragazza si trovano poi altre immagini inquietanti come quelle di una motosega, teschi vari e una statua di Lucifero.
Difficile pensare dopo aver visto queste immagini che la ragazza non avesse qualche interesse per il mondo dellāocculto.
A colpire poi ĆØ stata anche la tempestivitĆ con la quale Elena si ĆØ subito precipitata a raccogliere lāattenzione dei media quandoĀ ha inviato una lettera al CorriereĀ nella quale individuava il colpevole della morte della sorella nei āfigli sani del patriarcatoā per poi rincarare la dose su un programma Mediaset nel quale, indossando una felpa che mostrava il disegno di un pentacolo, ha ancora una volta indicato la societĆ patriarcale come responsabile dellāomicidio di Giulia.
Alcuni hanno affermato che Elena Cecchettin stesse recitando una sorta di copione giĆ scritto da altri e appare difficile dargli torto perchĆ© il linguaggio scelto sembra provenire direttamente da quegli ambienti femministi ai quali era, ad esempio, vicina Michela Murgia.
Questa sensazione si ĆØ rafforzata quando il padre di Elena, Gino Cecchettin fondatore della start up Next4,Ā si ĆØ presentato davanti ai microfoniĀ a sole 24 ore di distanza dalla morte della figlia senza mostrare apparentemente nessuna particolare costernazione.
Gino Cecchettin parlava della necessitĆ di āandare avantiā e mentre pronunciava queste parole al suo fianco cāera Martina Semenzato, deputata e presidente della Commissione femminicidi.
Ovviamente non abbiamo visto tale personaggio parlare di alcuna particolare āemergenzaā quando lo scorso agosto Iris Setti veniva uccisa da un immigrato.
I riflettori dei media erano spenti allora cosƬ come lo era lāattenzione della Semenzato che non risultava aver detto o fatto nulla per denunciare il barbaro omicidio della Setti.
La presenza di questa politica eletta tra le fila di Noi Moderati ha dato adito ancora a maggiori sospetti. La volontĆ di strumentalizzare lāintera vicenda ĆØ palese e la volontĆ della politica nelle mani della lobby progressista di voler utilizzare la morte di Giulia per raggiungere un altro fine ĆØ altrettanto manifesta.
Ci si sarebbe aspettati di vedere respinte tali strumentalizzazioni dai famigliari di Giulia, e invece li vediamo lƬ assieme alla Semenzato a dire alle donne di essere pronte a denunciare.
I punti oscuri, come si vede, non sono pochi e la sensazione che dietro ci sia una regia per creare una falsa emergenza fondata attorno al āfemminicidioā ĆØ alquanto forte.
Sempre per restare nel tema di casi di cronaca nera non chiariti del tutto, ne ricordiamo un altro che accadde piĆ¹ o meno di questi tempi.
Lāanno scorsoĀ andava infatti in scena un altro strano episodioĀ che vedeva Claudio Campiti entrare in una riunione di condominio a Fidene, quartiere di Roma, e sparare su alcuni condomini.
Incredibilmente, tra di loro, risultava esserci una conoscente della Meloni e in una cittĆ come Roma si tratta certamente di una notevole coincidenza statistica.
Ad oggi, ancora non ĆØ chiaro come Campiti sia riuscito a procurarsi lāarma che a detta dei media sarebbe stata presa in un poligono di tiro a Roma, nonostante esistano delle misure di sicurezza precise per la custodia delle armi in simili strutture.
Sono episodi certamente strani, anomali e vediamo spesso che essi sono utilizzati dai media per provare a creare false emergenze o portate avanti determinate agende sempre piĆ¹ difficile da attuare.
In questo caso, appare chiaro il tentativo disperato di mettere in atto un ultimo assalto allāantica societĆ cattolica tanto che qualcuno parla giĆ scompostamente della necessitĆ di far studiare sui banchi di scuola regole di comportamento ai giovani maschi, che non ĆØ difficile immaginare che saranno volte a demascolinizzarli, se possibile, ancora di piĆ¹.
La nostra opinione di fronte a tutto questo rimane immutata. CāĆØ un sistema politico che si agita e si dimena compulsivamente perchĆ© dopo il fallimento della farsa pandemica si ĆØ messo in moto un meccanismo che sta portando ad un progressivo crollo delle istituzioni liberali.
Per quanto tale sistema si agiti, cāĆØ ben poco da fare per arrestare questo suo processo di crollo generale.
I lettori comunque siano preparati ad altri episodi di questo tipo. La bestia ĆØ sempre piĆ¹ vicina alla sua fine e si dimenerĆ fino allāultimo istante.
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