La sorella di Giulia e la sparata sulla società patriarcale che poteva benissimo evitare: rispettiamo il dolore, ma non le sparate contro tutti noi

Sono durissime le parole di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia Cecchettin trovata morta sabato in un canalone vicino al lago di Barcis. A ucciderla il fidanzato Filippo Turetta, arrestato domenica mattina in Germania dopo una fuga di una settimana.

Elena è stata intervistata davanti alla loro casa di Vigonovo, in provincia di Venezia, in diretta da una inviata di Dritto e rovescio su Rete 4. “Volevo lanciare un messaggio e spero possa essere d’aiuto a più persone possibili. Filippo Turetta è stato descritto da tutti come un mostro, ma lui mostro non è. Perché mostro è l’eccezione alla società, quello che esce dai canoni normali della nostra società. Lui invece è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro”.

In studio il conduttore Paolo Del Debbio ascolta in silenzio. “La cultura dello stupro – scandisce la sorella di Giulia – è quell’insieme di azioni che prevedono e sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi, come fare catcalling, ed è una struttura che beneficia tutti gli uomini. Non tutti gli uomini sono cattivi, mi viene detto spesso. Sì è vero, però in questi casi sono tutti uomini e tutti gli uomini comunque traggono benefici da questo tipo di società”.

“Tutti gli uomini devono essere attenti, devono richiamare l’amico che fa catcalling alle passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dobbiate essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio del femminicidio. Il femminicidio non è un delitto passionale ma un delitto di potere, il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere educazione sessuale ed affettiva in maniera da prevenire queste cose, bisogna finanziare i centri anti-violenza in modo tale che se le persone debbano chiedere aiuto siano in grado di farlo. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto“. Alcune parti del suo attacco sono state molto criticate sui social da chi non accetta stereotipizzazioni e generalizzazioni e chi denuncia la sovraesposizione mediatica di una ragazza travolta dal lutto più terribile.

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  1. Letto nel suo insieme, il discorso è peggio di quello che pensavo. Sembra il discorso di un seguace della setta lgbt o di un seguace del wef o del femminismo autodistruttivo. Capisco la rabbia e l’odio ma in questo caso sono rivolti verso il bersaglio sbagliato, quello giusto ha nome e cognome ed in stato di arresto e spero per sempre. La propaganda che vuole creare una spaccatura nella società ha avuto presa su molti giovani che dovrebbero pensare prima di studiare la storia della civiltà occidentale che di provare a distruggerla. Studiate i filosofi che hanno differenziato l’occidente dal resto del mondo!

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