“Energia inesauribile per 50 anni.” Il brevetto della “batteria atomica” che sorprende il mondo. Ecco di cosa si tratta

di Antonio Oliverio per IlParagone

Ci aveva provato Nikola Tesla, inventore leggendario condannato alla damnatio memoriae, dato che i suoi brevetti sono curiosamente scomparsi, a immaginare una fonte di elettricità potenzialmente inesauribile. Abbiamo aperto con il genio serbo perché la notizia che giunge dalla Cina ce lo fa tornare alla mente. Una batteria a energia atomica, potenzialmente capace di durare addirittura 50 anni, sarebbe stata sviluppata – il condizionale è d’obbligo – dalla startup Betavolt Technology e potrebbe alimentare tutti gli smartphone, ma come vedremo potrebbe essere usata in vari campi. Funzionerebbe sfruttando l’energia rilasciata da isotopi nucleari con l’utilizzo di semiconduttori per convertire in energia elettrica. Per noi profani: la batteria “BV100”, così è stata chiamata, sfrutta il decadimento radioattivo per alimentare dispositivi senza mai preoccuparsi della ricarica o della obsolescenza delle batterie “tradizionali”. Cerchiamo di capire come sia possibile.

Come funziona la batteria atomica

I test hanno dimostrato che le batterie atomiche sono stabili e possono generare fino a 100 microwatt di potenza e una tensione di 3 volt, fa sapere la Betavolt Technology, spiegando, poi, come funziona questa super-batteria: viene inserito un minuscolo e sottilissimo foglio di nichel-63, spesso appena 2 micron, tra due semiconduttori in diamante ad alta resistenza, che trasformano l’energia generata dal decadimento della sorgente radioattiva in corrente elettrica utilizzabile. Il principale vantaggio, rispetto alle tradizionali celle elettrochimiche, è appunto la durata incredibile che può arrivare sino al mezzo secolo. La struttura di base di questa batteria nucleare include: convertitore, substrato, sorgente di nichel-63 e strato protettivo della batteria. È facile ipotizzare che il tutto faccia parte della guerra commerciale con gli Stati uniti, che come è noto hanno imposto dei dazi ai semiconduttori cinesi, ma questo è un altro discorso. Il punto è l’affidabilità di questa scoperta. In Cina sono sicuri, e la compagnia garantisce: “La batteria – sostiene Betavolt Technology sul proprio sito internet– potrebbe consentire a dispositivi come gli smartphone di funzionare indefinitamente senza ricarica o ai droni di volare senza atterrare”. Anche le applicazioni in campo medico, per esempio per alimentare pacemaker, cuori artificiali e apparecchi acustici, sono uno dei settori in cui la startup cinese intende testare la propria scoperta.

Obiettivo 2025

La nuova batteria di Betavolt Technology si basa sul cosiddetto effetto betavoltaico, da cui prende il nome la startip, che sfrutta un isotopo radioattivo per generare energia, riassume Il Giornale d’Italia. L’azienda cinese mira a lanciare una batteria da 1 watt già nel 2025, aprendo la strada a possibili applicazioni commerciali su larga scala. La sua usura non è legata al numero di cariche, dunque, bensì al decadimento dell’elemento arricchito. La stessa Betavolt Technology ha dichiarato di voler produrre in serie la batteria entro la fine di quest’anno. La BV100 misura solo 15 x 15 x 5 mm (0,59 x 0,59 x 0,2 pollici), con una potenza di 100 microwatt e 3 volt. L’azienda afferma che le sue batterie possono funzionare a temperature comprese tra -60 e 120 gradi Celsius.

I vantaggi della tecnologia betavoltaica

Peraltro si tratterebbe, e scusate se continuiamo a usare il condizionale, di una fonte di energia “pulita”, nemmeno lo smaltimento sembra essere un problema: gli isotopi delle celle decadono nell’arco di cento anni, trasformandosi in un isotopo stabile di rame, un elemento che “non è radioattivo e non rappresenta una minaccia o una possibile fonte di contaminazione per l’ambiente”, sempre secondo la startup cinese. Prima o poi i caricabatterie potrebbero davvero diventare un ricordo del passato. Betavolt Technology ha già registrato i brevetti della nuova creazione a Pechino, e ha intenzione di fare lo stesso anche nel resto del mondo.

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