Italiani, la tremenda notizia a Novembre: in arrivo una maxi stangata alle famiglie, tagli a sorpresa sugli assegni per chi ha un Isee difforme relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o sui dati reddituali dichiarati

Assegno unico, a novembre tagli a sorpresa per le famiglie. Ecco perché, chi rischia e cosa fare
C’è chi potrebbe ritrovarsi importi decurtati al livello minimo di 54 euro. Dipende dall’attestazione Isee

di Sandra Riccio per La Stampa
Le famiglie si preparano a ricevere l’assegno unico di novembre. Sarà in pagamento a partire dalla metà del mese. Alcuni nuclei, a sorpresa, potrebbero ritrovarsi importi decurtati al livello minimo di 54 euro. Come mai? E’ il caso che riguarda quelle famiglie in cui l’attestazione Isee, sulla base della quale la prestazione viene erogata, presenti omissioni/difformità. E’ il cosiddetto Isee difforme relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o sui dati reddituali dichiarati. Sono i dati sui quali viene calcolato l’importo del bonus che l’INPS paga ogni mese.
Cosa regolarizzare i dati

Ci sono diverse strade che si possono percorrere e c’è tempo fino a fine anno. L’utente può regolarizzare la situazione (entro il 31 dicembre) presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), priva di difformità. Oppure può richiedere al proprio CAF la rettifica della Dsu che è stata trasmessa dallo stesso in precedenza, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora il CAF abbia commesso un errore materiale. Oppure è possibile presentare alla Struttura INPS territorialmente competente idonea documentazione per dimostrare la completezza e la veridicità dell’Isee, relativamente al componente del nucleo familiare cui sono riferite le omissioni/difformità esposte nella tabella di dettaglio dell’attestazione.
Con riguardo al patrimonio mobiliare è possibile presentare documentazione giustificativa, quale: la documentazione dell’intermediario finanziario (ad esempio, estratto conto ecc.) che provi la correttezza dei saldi e delle giacenze dei rapporti finanziari indicati nella DSU; la denuncia presentata all’Autorità competente in cui si evince che il rapporto finanziario omesso in DSU è stato aperto all’insaputa del titolare del rapporto; la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta la chiusura del rapporto finanziario omesso in DSU (ad esempio, conto corrente chiuso, vendita di titoli, ecc.) negli anni precedenti a quello di riferimento dei dati patrimoniali esposti nella DSU con omissioni/difformità (ad esempio, per una DSU presentata a gennaio 2023 il rapporto omesso deve essere chiuso prima del 2021; infatti, anche un solo giorno di possesso nel 2021 implica che il rapporto debba essere dichiarato); la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta l’effettiva assenza del rapporto finanziario omesso in DSU, risultante negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per un errore dell’intermediario stesso; la documentazione rilasciata sia dall’istituto di credito sia dalla società di gestione del risparmio, dalle quale risulti sostanzialmente la consistenza del medesimo patrimonio mobiliare.
Con riferimento al reddito omesso/difforme serve la documentazione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate che attesti che l’omissione/difformità segnalata nell’attestazione Isee non è più valida (ad esempio, il datore di lavoro ha comunicato all’Agenzia delle Entrate una Certificazione Unica errata) e, pertanto, il valore già dichiarato nel Quadro FC8, sez. II, della DSU è corretto.

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