Con tutti i problemi che abbiamo arriva il Rettore fenomeno che pretende di abolire il Natale e gli auguri di buone feste

NATALE CON LA CONDIZIONALE

Estratto dell’articolo di Luigi Mascheroni per “il Giornale”

Il segno più evidente che ci stiamo avvicinando al Natale è che, come ogni anno, spunta qualcuno che vuole abolirlo.

Ora è il turno dell’Istituto universitario europeo, sito a Fiesole, terra fiorentina, città di imponenti cattedrali romaniche, chiese, abbazie, conventi, seminari e basiliche. Il preside, Renaud Dehousse, solo incidentalmente un belga, sta pensando di togliere la ricorrenza […] e rinominarla «Festa d’inverno». Incredibile che nessuno ci abbia mai pensato prima in 2023 anni. Serviva un belga, in effetti.

Lo scopo sarebbe […] evitare il riferimento a una religione (a caso), in funzione di una scelta «inclusiva» […]. Una mossa che si inquadra all’interno del «Piano per l’uguaglianza etnica e razziale» dell’ente fiesolano, finanziato da quell’Unione europea che alla fine preferì negare le proprie radici giudaico-cristiane.

[…] L’Università ha fatto sapere che però «gli aspetti folcloristici possono rimanere parte dell’evento». Via la fede, dentro il panettone. Forse per evitare di lavorare il 25 dicembre e Santo Stefano, che cadono di lunedì e martedì. E comunque […] l’Istituto universitario europeo di Fiesole è ospitato dentro una splendida badia, quella di San Domenico. Cristiana

2. VIETATO AUGURARE «BUON NATALE!» BUFERA SULL’ISTITUTO UNIVERSITARIO

Estratto dell’articolo di Paolo Ferrario per “Avvenire”

Guai a dire «Buon Natale!» all’Istituto universitario europeo di Fiesole. D’ora in poi ci si potrà, semmai, augurare «Buona Festa d’Inverno». Così, almeno, sembra, leggendo una corrispondenza interna al prestigioso Istituto fiorentino – che, tra l’altro, ha sede in un antico convento che l’agenzia Sir ha potuto visionare.

Secondo questo dispaccio, il presidente dell’Eui, Renaud Dehousse, avrebbe comunicato che, per non infrangere le regole sull’uguaglianza etnica, anche le feste religiose, pur inserite nel calendario accademico, dovranno essere comunicate con un linguaggio «inclusivo».

Lo stesso presidente ha quindi lanciato una sorta di “concorso” per rinominare la festività, concedendo, bontà sua, che «gli aspetti tradizionali e folcloristici possono rimanere parte dell’evento». Insomma, una festa senza il Festeggiato, ma con tutto il contorno di Babbi Natale e regali assortiti.

«All’interno dell’Istituto universitario non mancano le perplessità – scrive l’agenzia Sir – e c’è chi ritiene che Natale sia un nome legato alla cultura dell’Italia, alle comuni radici, ovvero una festa che va “oltre la religione” ». Ma che non può certo prescindere dal fatto che, osserva sempre il Sir, «il Natale, quello autentico, lo celebra chi crede che un Dio sia nato per tutti».

Più inclusivo di così. In ogni caso, al momento la decisione sul nuovo nome da dare al Natale «non è ancora stata presa» ed è «oggetto di valutazione», fanno sapere fonti dell’Istituto Universitario Europeo. […]

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