Lo sciacallo del giorno? Il parassita rosso del Gay Pride Alessandro Zan: un commento indegno sulla vicenda Giambruno

La notizia del giorno si colora anche di polemica politica. Dopo l’annuncio di Giorgia Meloni sulla fine della relazione con Andrea Giambruno, gli esponenti di tutti gli schieramenti si sono espressi su quanto successo: la pubblicazione dei fuorionda, il post del premier, la scelta del conduttore di non essere oggi in studio al Diario del Giorno. Quasi tutti, va detto, hanno espresso la loro solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia che si trova a dover gestire una complicata vicenda familiare, vista anche la presenza della figlia Ginevra, nel bel mezzo della manovra finanziaria e di due sanguinose guerre in Ucraina e Israele.

Quasi tutti, dicevamo. Perché se molti a sinistra (Calenda, Gelmini, Floridia,  e altri) hanno voluto comunicare la loro vicinanza alla premier, c’è anche chi nella sinistra ha ben pensato di sfruttare l’occasione per lanciare qualche critica. L’Ansa riporta tra questi un tweet di Alessandro Zan, deputato del Pd, ma soprattutto paladino dei diritti Lgbt.  “Almeno lasciate in pace le famiglie che vogliono stare insieme”, scrive l’onorevole senza fare riferimenti diretti e corredando il tutto solo con un arcobaleno, un riferimento che permette all’agenzia di stampa di considerarlo un modo per “rivolgersi indirettamente” a Meloni e Giambruno. Tanti infatti ci leggono un commento fuori luogo alla separazione della coppia presidenziale: “Il silenzio era una opzione”, scrive qualcuno. “Ma si vergogni”, aggiunge un altro utente. E ancora: “Chiunque speculi su una vicenda personale per tentare (fallendo) di attaccare una regola generale, una legge o un gruppo sociale ben definito si qualifica da solo”.

Non è l’unico, Alessandro Zan. Riccardo Magi, segretario di +Europa, non è da meno: “A noi non appassiona occuparci delle questioni personali della Presidente del Consiglio tantomeno di quelle private. Vorremmo che lei facesse lo stesso con tutti gli italiani. Chiedo perciò ai politici di maggioranza di astenersi da ora in poi dal fare a chiunque la morale sulla famiglia tradizionale”. Il tweet è lungo e pure questo raccoglie non poche critiche. “La famiglia tradizionale non esiste – insiste Magi – è un feticcio ideologico che nemmeno loro stessi riescono a onorare. Perché a questo punto, la caccia alle streghe fatta da questo governo a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella del ‘Mulino Bianco’ appare solo come una grande ipocrisia”.

La sortita di Magi non è piaciuta a Fratelli d’Italia, in particolare al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. “Magi, perdendo una buona occasione per tacere, strumentalizza le vicende personali del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per accusarla di ‘caccia alle streghe’ e per definire la famiglia ‘un feticcio ideologico’. È pur vero che certi ragli non salgono al cielo e non meriterebbero commenti, ma è bene ricordare a Magi che oltre al feticismo esiste anche la categoria del voyeurismo politico: quella perversione di chi spaccia per politica la eccitazione che prova nello spiare, commentare, strumentalizzare, con scarsa eleganza e rigurgitando fiele, le vicende private altrui”.

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