Mestre, siamo al terzo incidente in pochi mesi! Lo scorso giugno un bus elettrico fu coinvolto in un tamponamento. All’autista non fu rinnovato il contratto per aver detto che i freni non funzionarono improvvisamente

Ad infittire il mistero sui bus elettrici di Mestre, si aggiunge un altro episodio. Secondo quanto riferisce in questi momenti Repubblica, non ci sono solo gli incidenti del 3 ottobre, che ha provocato 21 vittime e 15 feriti, e di sabato 14 ottobre, con un bilancio di 13 feriti, ma anche un altro avvenuto nel mese di giugno. Finì nell’elenco dei tamponamenti di poco conto ma oggi, alla luce di quanto accaduto, potrebbe essere ripescato dagli investigatori che si stanno occupando della strage di Mestre e della società La linea. È l’azienda proprietaria dei mezzi elettrici prodotti della cinese Yutong coinvolti negli incidenti. Il Comune di Venezia, dopo i due incidenti in dieci giorni, ha deciso di sospendere e sostituire tutti i mezzi elettrici de La linea. In attesa di “un adeguato accertamento”, per usare le parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Mestre, il tamponamento del 16 giugno

Era un mezzo de “La linea” anche quello coinvolto, lo scorso 16 giugno, in un tamponamento lungo la statale Romea. L’autista, uscito dal deposito aziendale, doveva raggiungere il centro commerciale “Nave de Vero” a Marghera per iniziare il servizio. All’altezza di una rotatoria, a poche centinaia di metri dal centro commerciale, ricostruisce Repubblica, l’autobus elettrico, alle 16.17, tamponò un camion. Un incidente senza feriti, il bus era ancora vuoto. Ma l’autista dichiarò che i freni non avevano risposto ai suoi comandi e che, anzi, c’era stata una leggera accelerazione. Fu la polizia locale a fare i rilievi. L’incidente è oggi confermato da La linea, che però spiega: “Gli accertamenti e le perizie, anche da parte delle assicurazioni, accertarono che non c’era alcun guasto ai freni. E che il loro funzionamento era regolare”. L’autista aveva un contratto a termine che dopo l’incidente non venne rinnovato.

La procura di Venezia ha, per ora, iscritto sul registro degli indagati per il reato di omicidio stradale colposo plurimo l’ad de La Linea, Massimo Fiorese, e due tecnici comunali: il dirigente del settore Viabilità della Terraferma, Roberto Di Bussolo, e il funzionario Alberto Cesaro. E ha incaricato l’ingegnere Placido Migliorino, noto con il soprannome di “mastino” per il rigore dei controlli e già decisivo nel processo per il ponte Morandi, della consulenza per manto stradale, guardrail e varco.

Servirà a capire quali responsabilità le vecchie barriere e il varco possano aver avuto nella caduta del mezzo del cavalcavia. Ma restano tutti da chiarire i motivi della sbandata verso destra: i primi dati relativi all’autopsia sul corpo dell’autista sembrano escludere l’ipotesi del malore, ma altri approfondimenti sono in programma proprio oggi sul cuore del quarantenne Alberto Rizzotto. Restano in piedi le ipotesi della distrazione e del guasto tecnico: sull’asfalto non ci sono segni di frenata e, nel video che riprende l’ultima corsa del bus, le luci rosse degli stop restano spente.

Il Comune: “Necessario fare tutte le verifiche”

Sembra esserci invece proprio un malore alla base dell’incidente di sabato sera, poco dopo le 21, quando un bus della linea urbana 13, percorrendo via Carducci in centro a Mestre, è andato a sbattere contro il pilastro di un palazzo. Provocando tredici feriti lievi. Bus Yutong E-12 elettrico gemello di quello de 3 ottobre. “Ho visto tutto bianco, mi sentivo svenire ed ho perso il controllo del mezzo”, ha raccontato l’autista sessantenne, ricoverato in osservazione all’ospedale di Mestre, ai soccorritori. Il mezzo è stato posto sotto sequestro dalla procura. E anche il Comune, dopo l’allarme provocato in città da questo secondo incidente, ha deciso di intervenire. Sospendendo l’utilizzo di tutti gli autobus elettrici de La linea in esercizio nel trasporto pubblico locale. Tutti i mezzi saranno controllati e sottoposti a revisione. “Sarà una coincidenza sfortunata”, dicono in Comune, “ma è meglio fare le giuste verifiche”.

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