Dice di non voler parlare dei colleghi in Rai, Fabio Fazio, ma del governo parla eccome. E male, ovviamente. A poche ore dal debutto del “nuovo” Che tempo che fa, che domenica sera sul Nove di Discovery dopo 23 anni sui tre canali della tv pubblica, il conduttore savonese idolo della sinistra e “re” dei salottini radical-televisivi si fa intervistare dalla Stampa e rovescia sul conto di Giorgia Meloni e del centrodestra una bella raffica di accuse.
Il “gancio” lo fornisce la multa di mille euro a Roberto Saviano per le offese alla leader di Fratelli d’Italia. “Sostanzialmente è una sua vittoria – commenta Fazio a proposito dell’autore di Gomorra, suo grande amico e ormai storico collaboratore -. Formalmente è molto triste che un presidente del Consiglio possa mandare a giudizio un intellettuale, peraltro sotto protezione, o chiunque di noi, per una espressione, anche dura. Vista la sproporzione dei mezzi mi sembra anche molto preoccupante”.
Il giudizio non cambia quando Fazio lo allarga alla maggioranza: “Mi chiedo perché si stiano facendo giganteschi passi indietro e perché ci sia una voglia così forte di sdoganare e recuperare atteggiamenti che hanno a che fare con i periodi più bui della nostra storia. Mi preoccupa che si guardi indietro anziché al futuro, che si intestino vie ad Almirante. Speravo che questa potesse essere l’occasione per la costruzione di una destra moderna: totalmente mancata“. Si direbbe che Fabietto abbia “gettato la maschera”, peccato che ormai da anni abbia rivelato il suo volto da furbetto capopopolo della resistenza nel piccolo schermo. Una resistenza particolare, per la verità, visto che l’obiettivo era il centrodestra anche quando quest’ultimo era all’opposizione e lontanissimo dalle leve del potere politico, televisivo e culturale.
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