Due fratelli morti a una settimana di distanza: lei dipendente di farmacia, lui ex militare uniti da due tumori fulmanti

Se ne sono andati a una settimana di distanza. Prima, inaspettatamente, la sorella maggiore, come a voler accompagnare il fratello già malato, per il quale si era tanto preoccupata. Due malattie e due storie diverse, una sola uscita di scena, quasi mano nella mano, sorella e fratello. Così Villafranca ha accolto sgomenta la notizia della scomparsa di Chiara e Luca Logatto, 57 e 53 anni. «Vogliamo pensare che siano andati via insieme. Che lo zio abbia aperto gli occhi e abbia visto mamma», dice Silvia Vietri, 33 anni, figlia di Chiara. E che si siano salutati come al solito: «Ciao sorella», «Ciao fratello».

La storia

Nati a Villafranca, da papà Walter, mancato nel 1996, e mamma Maria Teresa Bovo, morta nel 2005, Chiara e Luca erano persone che sapevano voler bene senza fronzoli. Un bene silenzioso e pieno, che hanno seminato nella loro vita professionale, e che è tornato indietro nelle decine di messaggi di condoglianze per Chiara, amata commessa alla farmacia di Madonna del Popolo, e per Luca, prima maresciallo dell’aeronautica del Terzo Stormo, come il padre, e poi, nel personale civile al Reparto Genio.

«Chiedilo a Chiara»

Chiara aveva iniziato come commessa di farmacia per la comunale, diretta allora da Loredana Bavosa, a Dossobuono, poi a Quaderni, infine alla farmacia di Madonna del Popolo, aperta nel 2008 da Dina Frascino, morta nel 2020. Per il popoloso quartiere, Chiara era un riferimento professionale e di cortesia. Non solo per i clienti: «Chiedilo a Chiara», dicevano i colleghi quando non si trovava qualcosa dietro il bancone e Chiara sapeva trovare tutto, tirando i cassetti giusti. «Amava il suo lavoro, ne era appassionata», continua Silvia. «Era una persona mite, semplice, senza pretese». Chiara e Silvia erano una cosa sola. L’una custode dell’altra, anche nell’affrontare la malattia che senza preavviso ha bussato alla loro porta.

La malattia

È iniziato tutto con una stanchezza e qualche dolore a fine maggio. Poi l’aspetto emaciato le ha spinte ad andare più a fondo, tra analisi ed ecografie. Ai primi di luglio la tragica diagnosi: tumore al pancreas, stessa malattia del papà Walter. A uno stadio avanzato. A ricevere l’esito degli esami è stata Silvia: «L’ho detto io alla mamma, non le ho neanche dato il tempo di piangere perché piangevo già io», racconta. «Le dicevo di non lasciarmi. Ci siamo abbracciate». Poi hanno preso in mano la situazione e affrontato ciò che andava fatto. Ma la speranza di un ciclo di cure per rallentare la malattia, si è infranta nel giro di pochi giorni.

Il tumore è stato velocissimo. Fino all’ultima notte, nella sala di terapia intensiva dell’ospedale Magalini, quando Silvia e Chiara si sono salutate, dandosi la buonanotte. «La dottoressa Marchiotto mi ha preparato con grande sensibilità. Ha parlato a una figlia che perdeva la madre. Le sarò sempre grata. Mamma era sedata, l’hanno svegliata, mi ha detto che non sentiva dolore, e per me era la cosa importante. “Io sono tranquilla”, le ho detto, “ti voglio bene sempre e per sempre”. Ero il suo pensiero costante. Aveva il terrore di lasciarmi da sola». E Silvia lo stesso per Chiara. «Avevamo un rapporto speciale, vivevamo l’una per l’altra». Sempre insieme. Contro ogni tempesta. E quando c’era un problema tecnico, arrivava lo zio.

«Cieli blu, Luca»

Lui che di logistica, da uomo del Terzo stormo, si intendeva. «Cieli blu», scrivono oggi gli amici di Luca. «Era grande e grosso, sempre pronto. Mamma e zio erano due belle persone, lasciano un vuoto inimmaginabile», conclude Silvia. «Siamo senza fiato», aggiunge Patrizia Palmieri, moglie di Luca. «Luca era al termine di un percorso iniziato l’anno scorso. Un tumore all’apparato linfatico contrastato, invano, con due interventi e due giri di chemio. Per Chiara era una sofferenza, perché si preoccupavano l’uno dell’altro. Ci conforta il fatto che nessuno dei due ha visto la fine dell’altro. Ora si accompagnano».

Quello di Luca e Patrizia è un amore nato al villaggio Azzurro, «Entrambi figli di militari, ci siamo sposati giovani, nel 1994, e ci siamo concentrati sulla famiglia». Sono nate Alessia, 28 anni, e Nicole, 24. «Luca era un padre fantastico, di poche parole, ma di fatti. Silenzioso e concreto, tutto di un pezzo, con un pensiero per tutti. Entrambi avevano trovato il loro mondo: Chiara nel lavoro, Luca nella famiglia, nella moto e nella sua chitarra. Siamo contente di averlo tenuto a casa fino all’ultimo. Lui sapeva, ma era tranquillo, era preoccupato per me e per le figlie, ma siamo forti, le ragazze sono grandi e portano con loro un pezzo del papà».

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