Detenuto si dichiara donna e lo trasferiscono in automatico nel reparto femminile: in tempo zero ha ingravidato la compagna di cella. Dalla rossa Spagna è tutto. A voi studio

Estratto dell’articolo di Valerio Benedetti per “La Verità”

[…] L’ultima notizia surreale che riguarda l’universo arcobaleno arriva fresca fresca dalla Spagna. Nel penitenziario di Alicante, noto come carcere Fontcalent, una «donna trans», e cioè un uomo, ha messo incinta una sua compagna di cella.

[…] Il detenuto, com’era normale che fosse, stava scontando la sua pena nell’ala maschile della prigione. Poi, però, dopo diversi anni di detenzione, ecco che gli viene il classico colpo di genio: dall’oggi al domani, l’uomo ha iniziato a identificarsi come donna. E questo in mancanza di qualsiasi forma di «transizione»: cure ormonali, interventi chirurgici, niente di niente. Tant’è che il detenuto figura tuttora come maschio sui propri documenti di identità.

[…] Insomma, sfruttando la legislazione iberica «trans friendly», l’uomo ha scelto in totale libertà un nome da donna e, pur essendo un uomo fatto e finito, ha chiesto di essere trasferito nel braccio che ospita la popolazione carceraria femminile. Richiesta accolta, ovviamente, e ci mancherebbe pure. Ottenuto il trasferimento, il detenuto ha dato inizio a una relazione con una compagna di cella.

Relazione che, alla fine, ha fruttato anche una gravidanza. Come riferiscono fonti interne alla prigione di Alicante, la gestante avrebbe espresso il desiderio di abortire, ma finora non l’ha fatto.

Ma che cosa dice, appunto, il codice penitenziario spagnolo? […] Nel 2006, tuttavia, si è cominciato a dare spazio all’«identità di genere psicosociale». Tradotto in soldoni: non importa di quale apparato riproduttivo è dotato il detenuto (o detenuta). A contare è, appunto, l’autopercezione.

Tutto ciò che serve è, semplicemente, una perizia psicologica che appuri la presenza di una «disforia di genere» per un periodo di almeno dodici mesi e, inoltre, «l’assenza di disturbi di personalità che potrebbero avere un’influenza determinante sulla scelta» di cambiare identità.

[…] le cose potrebbero addirittura peggiorare con la nuova «legge trans». Fortemente voluta da Irene Montero, l’allora ministro dell’Uguaglianza nonché moglie del fondatore di Podemos, Pablo Iglesias, la legge è stata approvata dal Parlamento spagnolo lo scorso dicembre. Da allora qualsiasi cittadino spagnolo di almeno 16 anni ha la facoltà, su semplice richiesta, di modificare l’indicazione del proprio sesso nel registro dello stato civile. Tre mesi dopo la richiesta ufficiale, gli basta soltanto confermare la sua scelta. Inoltre, per snellire l’iter burocratico, non è più necessario andare in tribunale, né fornire prove mediche. Soprattutto, non c’è più bisogno di ricevere cure ormonali che, fino al 2022, dovevano durare almeno due anni.

 Anche in ambito penitenziario, pertanto, le pratiche per farsi assegnare un altro sesso (e un’altra cella) dovrebbero essere ulteriormente facilitate.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

"Rispetto per il suo dolore ma diceva un sacco di minch***" Solo Vittorio Sgarbi ha avuto le palle per dire della signora Murgia quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani

Next Article

Salario minimo, Meloni riesce a dividere Calenda da Conte e Schlein: uno dichiara una cosa gli altri due l'opposto. Rimane il fatto che si scannano per 9 euro lordi. Ovvero meno di 6 netti in busta paga. Una miseria

Related Posts