Donald Trump mai così popolare: il sondaggio da godere commissionato dagli acerrimi nemici del New York Times. Le inchieste farlocche contro di lui hanno risvegliato il popolo

Usa, il sondaggio choc del New York Times: Trump ha il 54% dei consensi e travolge DeSantis
Il dominio di Donald è totale, prevale in ogni fetta di elettorato e in quasi tutti gli Stati. Mai nella storia un tale vantaggio a 6 mesi dalle primarie

di Alberto Simoni per La Stampa

WASHINGTON. Se le primarie fossero come una partita di baseball, verrebbe invocato lo stop causa manifesta superiorità. Ora la politica e gli umori degli elettori cambiano decisamente più spesso della traiettoria di una palla, ma stando all’ultimo sondaggio pubblicato lunedì 31 luglio sul New York Times (New York Times/Sienna College) Donald Trump sta dominando la corsa. Ha non solo il 54% delle preferenze, 37 punti in più del rivale piu vicino, Ron DeSantis (17%), – gli altri hanno fra il 2% e il 3% – ma vince praticamente in tutti gli Stati, fra gli uomini e le donne fra i giovani e gli elettori più anziani, fra chi ha una laurea e chi no e fra i conservatori e i moderati. Qualsiasi tentativo dei rivali di sostenere, come dice DeSantis che oggi presenterà fra l’altro la sua agenda economica in New Hampshire, che Trump non può vincere le elezioni a livello nazionale; o sollevare la questione delle incriminazioni, non ha avuto nessun effetto sull’elettorato.

DeSantis inoltre appare in caduta libera. Malgrado una svolta nella strategia, e un rimpasto – con oltre 30 licenziamenti – nello staff, il governatore della Florida continua a scivolare nei sondaggi. Perderebbe anche nel suo Stato e le sue performance sono deficitarie anche nelle maggiori costituency del Gop. Ovvero ha solo il 9% fra gli over 65 e il 13 per cento fra gli elettori meno istruiti, due categorie determinanti per i successi dentro il Partito repubblicano.

Trump può dormire fra due guanciali soprattutto alla luce che non è emerso nessun altro sfidante credibile. I dati posizionano i vari Pence, Haley, Tim Scott al 3%. Se anche questi magicamente scomparissero e restasse un duello fra DeSantis e Trump, quest’ultimo prenderebbe il 62% dei consensi.

Il sondaggio arriva a sei mesi dall’avvio delle primarie (15 gennaio caucus in Iowa) e tre settimane prima del dibattito tv fra i contendenti a Milwaukee. Sulla corsa comunque gravano le inchieste sull’ex presidente che benché sinora abbiano spinto il suo consenso, restano un’incognita.

In un’analisi dei flussi elettorali fotografati dal sondaggio, il, New York Times ha evidenziato che mai a questo punto delle primarie un candidato aveva avuto oltre 20 punti di vantaggio sul primo rivale.

Populista, conservatore, operaio e convinto che la Nazione sia sull’orlo del disastro; questo è l’identikit dell’elettore di Trump dalla fede incrollabile. E i MAGA (Make America Great Again) rappresentano il 37% della base repubblicana. Supportano Trump non malgrado le incriminazioni e i guai giudiziari, ma proprio perché non credono alla veridicità delle accuse. Un dato che il New York Times ha rivelato del suo sondaggio dice che dei 319 interpellati nella “categoria MAGA”, nessuno dice che Trump abbia commesso reati federali e solo il 2% dice che ha commesso qualcosa di sbagliato nella gestione dei documenti di Mar-a-Lago. Sono segnali che indicano che magari DeSantis riuscirà a rosicchiare qualcosa, ma le fondamenta del consenso di Trump sono solidissime.

L’altro elemento sono gli elettori conservatori e repubblicani non aderenti a MAGA. Si possono dividere in due blocchi, quelli che non amano Trump ma che sono disposti a sostenerlo, sia nelle primarie sia dopo; e quelli che non lo sosterranno mai. Quest’ultimo gruppo rappresenta il 25% degli elettori delle primarie e non vogliono sostenere il tycoon nemmeno nelle elezioni generali. La loro prima opzione sarà quella di non votare.

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