Roberto Vecchioni fa il fenomeno e si becca una denuncia: accusa il figlio maggiore di La Russa di furto per una storia vecchia di 30 anni, ma la memoria lo inganna

Il cantautore ha chiamato in causa il primogenito della seconda carica dello Stato, ricordando un furto che subì nel 1997 durante una festa della figlia.

“Sono allibito per la notizia pubblicata dal Fatto Quotidiano, con richiamo in prima pagina, dal titolo “Vecchioni ricorda: Geronimo e soci mi rubarono pure le mutande” ripreso poi parzialmente dal sito Dagospia e da altri». Lo scrive in una nota Geronimo La Russa, primogenito del presidente del Senato, trovando «incredibile che Vecchioni, intervistato dal noto giornalista del Fatto, Scanzi, provi a gettare immotivatamente e falsamente discredito su me e sulla mia famiglia già oggetto in questi giorni di particolare attenzione mediatica.”

Il riferimento è ad un articolo che riprende un aneddoto raccontato dal cantautore alla Gaberiana – il festival organizzato da Andrea Scanzi a Firenze in ricordo di Giorgio Gaber – durante il quale Vecchioni ha raccontato di una festa organizzata nel 1997 da sua figlia, allora quattordicenne, durante la quale avrebbe subito danni e piccoli furti in casa.

Geronimo La Russa, spiegando di aver «dato mandato al mio avvocato Vinicio Nardo affinché tuteli in ogni sede competente la mia onorabilità», osserva che «Vecchioni, che già all’epoca in cui ero minorenne incentrò le sue attenzioni solo sul figlio diciassettenne di un deputato di destra, cioè mio padre, a distanza di 26 anni dovrebbe sapere benissimo che nei miei confronti non ci fu alcuna imputazione e che non fui affatto “perdonato” in quanto il perdono giudiziale può essere concesso solo a chi è imputato e colpevole e io non lo sono mai stato!». “Altri giovani conoscenti che parteciparono alla festa della figlia di Vecchioni – conclude Geronimo La Russa – ebbero invece conseguenze giudiziarie ed io ne presi immediatamente le distanze».

Differente la versione del cantautore, fresco 80enne, che racconta: «È passato tanto tempo e la posso raccontare, anche perché ormai è andata in prescrizione. Mia figlia aveva 14 anni, era il 1997». Vecchio ricostruisce quanto avvenne, secondo lui: «Per la prima volta volle fare una festicciola in casa, insieme a quattro amiche. Voleva che andassimo fuori, così noi decidemmo di passare la sera a casa di mia mamma, che era vicina. Bene, dopo pochissimo che era iniziata la festa è cominciata ad arrivare gente. Ragazzi di 17, 18, 19 anni, quindi sia minorenni che maggiorenni. Mi hanno rubato di tutto».

Una festa che deragliò: «Hanno spaccato un bel po’ di roba. Mi hanno preso davvero di tutto, anche il portasigari, ma sono andati addirittura a rubarmi le t-shirt e le mutande. Non ho capito perché le mie mutande… un feticismo assoluto». Oggi ride, non all’epoca: «Bene, a quel punto ovviamente io vado a fare la denuncia e un bel po’ di loro vengono beccati. Ora, io non voglio fare il cognome, ma dirò come si chiama il ragazzo, così si capisce chi era il padre: il giovane si chiama Geronimo».

La Russa jr, già in passato aveva raccontato di essere estraneo all’accaduto: «Arrivai con una ventina di amici – aveva detto in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti che gliene aveva chiesto conto –. Ci furono dei furti. Anche tre dei miei amici, è stato accertato, rubarono qualcosa. Ci rimasi talmente male che da allora non li frequentai più».

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