“Mi ero fatta sierare con fiducia, adesso mi colpevolizzano per aver denunciato gli effetti avversi” Il racconto allucinante di Chiara, infermiera sarda di 36 anni: leggi fino in fondo per capire quanto sono criminali

Di Giulia Bertotto per Quotidianoweb.it

Chiara Alagna ha 36 anni ed è un’infermiera pediatrica che lavora all’ospedale di Cagliari.

E’ una donna di scienza ma anche di profonda sensibilità umana, che durante la pandemia Covid ha accolto con fiducia la campagna vaccinale. Ma purtroppo, da subito, ha manifestato disturbi invalidanti. Poi è venuta la seconda dose e nuovi e peggiori sintomi, la fatica nello svolgere ogni azione quotidiana, l’odissea nei corridoi degli ospedali; a settembre del 2022 ha avuto una diagnosi di pericardite, neuropatia delle piccole fibre e sindrome di attivazione mastocitaria.

Una vita tra dolori, malesseri, difficoltà psicofisiche; un incubo ad occhi aperti, nessuno crede a quello che le è successo, anzi viene colpevolizzata per aver denunciato gli effetti collaterali della vaccinazione anti-Covid.

Abbiamo raccolto la sua fortissima testimonianza.  

In quanto appartenente alla categoria delle professioni sanitarie sono stata tra le prime ad essere sottoposta alla vaccinazione; ho ricevuto la mia prima dose del composto Pfizer il 14 gennaio 2021. Sono stata male già dalla prima notte, mal di testa e bruciori fortissimi su tutta la pelle, il tocco di mio figlio (che aveva 4 anni) mi faceva saltare dal dolore.

La mattina seguente non mi reggevo in piedi, mi doveva sostenere mio marito, ho iniziato ad accusare dispnea e dolore toracico. Qualsiasi cosa facessi, anche tagliare la carne a mio figlio, era una fatica bestiale. Anche respirare era faticoso. Ho chiamato il medico del lavoro e ho comunicato il mio stato di salute. Lui mi ha risposto che i miei colleghi stavano bene e mi ha consigliato il riposo. Ho pensato di essere positiva al Covid così ho eseguito due tamponi, che sono risultati negativi.

I sintomi continuavano e otto giorni dopo l’inoculazione il dolore toracico si era fatto davvero intenso, così sono andata al pronto soccorso, in data 23 gennaio. Anche lì mi hanno trattato da paziente Covid, poi mi hanno detto che la mia era solo ansia, che mi ero fatta suggestionare dalla paura del vaccino. Mi hanno tenuta lì per ore a fare ipotesi, ipotizzavano una risonanza magnetica che però nessuno mi ha mai fatto. Mi hanno dimessa ma io avevo ancora quel tremendo dolore al cuore, al petto e allo sterno. Suli documenti della dimissione c’è scritto “sospetta reazione avversa”.

Ha segnalato all’AIFA questi sospetti effetti collaterali?

Sì. Alcuni colleghi mi hanno persino criticata per questo. Mi dicevano che non si doveva remare contro la campagna vaccinale. Sono stata perfino richiamata da alcuni superiori per questo. Ma come, non è nostro dovere segnalare gli effetti avversi? E se qualcuno dovesse stare peggio di me?

Il vaccino era già un fatto ideologico, qualsiasi titubanza un tabù, eventuali effetti avversi quasi una colpa.

Proprio così. Era assurdo, invece di ascoltare chi aveva effetti avversi veniva accusato di essere impazzito o di tramare non si sa cosa e contro chi.

Si è vaccinata di sua spontanea volontà oppure perché ricattata per il lavoro, o temeva per un suo famigliare?

La prima dose l’ho svolta nella piena spontanea volontà. In quanto infermiera ho sempre creduto nella bontà del sistema medico e nel valore della scienza. Non sono mai stata contraria alla pratica vaccinale, anzi, e non avevo pregiudizi su questo vaccino. Ora è cambiata anche l’idea che avevo della mia professione e del sistema medico.

Poi ha svolto anche la seconda dose.

Ero spaventata e dubbiosa ma il medico del lavoro era irremovibile, mi diceva che era “un peccato non completare la vaccinazione”, anche perché in quel periodo si parlava di sole due dosi per avere una difesa immunitaria completa e definitiva. Così ho fatto anche la seconda dose, sempre con Pfizer, e dati gli effetti avversi che avevo accusato mi hanno tenuta in osservazione 45 minuti invece di 15. Qualche ora dopo i sintomi avuti con la prima dose si erano riacutizzati, con i bruciori diffusi, il dolore al cuore, cefalia intensa. Nei mesi successivi sono poi comparsi altri disturbi, mentre il dolore toracico è rimasto costante. Sono andata dal mio medico curante decisa a risolvere la situazione il prima possibile. Gli ho detto che non riuscivo a fare le scale, a prendere mio figlio in braccio, qualsiasi cosa è uno sforzo sovraumano. Ho svolto visite cardiologiche da cui non è emerso nulla di significativo, perciò mi ha prescritto esami polmonari e anche da questi accertamenti non emergeva nulla di rilevante per spiegare i miei forti malesseri.

In seguito è entrata in contatto con il comitato “Ascoltami”.

Ho conosciuto il Comitato tramite i social. Mi sono sentita molto sollevata dal punto di vista psicologico. Finalmente persone che ti credono, che stanno come te, con cui puoi sfogarti e che puoi ascoltare sentendoti davvero utile per loro. Per me è una famiglia e ad oggi siamo tremila iscritti.

Dopo diverse visite specialistiche, parlando anche con altre persone del comitato che avevano avuto gli stessi sintomi sono arrivata alla diagnosi di neuropatia delle piccole fibre. Si tratta di una patologia che colpisce il sistema nervoso periferico. Da parestesie, bruciori, formicolii, problemi di termoregolazione e dolori. Colpisce in modi diversi organi e apparati differenti , a me per esempio anche a livello uroginecologico, infatti ho problemi di incontinenza. Forse ho anche problemi alla vista, sto facendo accertamenti per questo.

Secondo lei è la nota proteina Spike a scatenare tutti questi disturbi?

Non si può dire con certezza, si stanno svolgendo moltissimi studi in tutto il mondo, la letteratura scientifica a riguardo è in fermento. La neuropatia è scatenata anche da vaccinazioni diverse da quella anti Covid e questo è dimostrato da articoli scientifici di alto punteggio. Dopo la vaccinazione di massa c’è stato un importante aumento di questa patologia nella popolazione italiana.

Come si diagnostica la neuropatia delle piccole fibre?

La diagnosi certa si ottiene solo tramite biopsia cutanea. Ci sono voluti 22 mesi per arrivare a questa diagnosi. Prima perché nessuno mi credeva, poi perché i medici che mi credevano mi dicevano che non avrebbero messo per iscritto quello che mi stava accadendo. Poi è arrivata anche la diagnosi di pericardite il 22 settembre, sempre 22 mesi dopo.

Ho avuto la diagnosi di pericardite e neuropatia delle piccole fibre a settembre 2022, quella di pericardite e sindrome di attivazione mastocitaria (MCAS) a Pavia da dottor Fabrizio Salvucci e per la Npf a Bologna, dal dottor Vincenzo Donadio.

E non ha tentato la strada dell’esenzione?

Sono riuscita ad ottenere l’esenzione dalla terza dose ed è stato difficilissimo. Non potevo assolutamente perdere il lavoro, a casa mia abbiamo solo il mio stipendio. Sono riuscita ad ottenere l’esenzione da un medico dell’hub vaccinale di Quartu Sant’Elena (Ca), non a quello di Cagliari, perché avevo sentito dire che in questo comune i medici erano più “umani” e ascoltavano i pazienti. Mi è stata rilasciata un’esenzione temporanea in attesa di accertamenti che veniva rinnovata di mese in mese. Poi questo hub è stato chiuso e così sono stata costretta a rivolgermi all’hub di Cagliari per rinnovare l’esenzione. Il medico mi ha trattata malissimo, non mi credeva e mi ha detto che non mi avrebbe rilasciato nessuna esenzione. Negli hub si poteva trovare, a sorte, qualsiasi medico specialista, in questo caso un pediatra. Ma come poteva un pediatra mettere in discussione cosa diceva un neurologo? Con quale denontologia e con quale responsabilità etica?

Questo accadeva spesso negli hub.

Poi ho avuto il Covid, diversi medici hanno cercato di farmi dire che i miei sintomi erano iniziati con il virus, ma non è così. Io sono stata male dopo la prima dose quel 14 gennaio.

Adesso come si sente e a quali trattamenti dovrà sottoporsi?

Purtroppo sto male, sono affetta da pericardite, neuropatia e sindrome di attivazione mastocitaria. Sono arrabbiata e profondamente delusa dall’ordine medico.

Per le mie malattie, eccetto la pericardite, non ci sono cure, ma solo terapie di aiuto, integratori e tentativi che possono concorrere a ridurre i sintomi. Potrei provare a sottopormi a ozonoterapia, ma ogni seduta quotidiana costa 80 euro, non posso proprio permettermi un trattamento così costoso. Le spese affrontate per le visite mediche e gli integratori gravano suil bilancio familiare, infatti anche se sarei esonerata dai turni di notte li faccio lo stesso.

Gli enti sanitari statali non si sono in alcun modo fatti carico di lei?

Assolutamente no. Mi sento abbandonata dallo Stato e sola tra i miei concittadini perché noi che abbiamo avuto reazioni avverse siamo emarginati da coloro che ci accusano di essere complottisti e terrapiattisti e dall’altra parte trovi estremisti che ti dicono che siccome hai accettato di vaccinarti ti meriti quello che ti sta succedendo.

Ha provato a scrivere alle grandi testate di giornale e alla Tv per denunciare il suo caso?

Non ci ho provato. Nei primi mesi dato il mio lavoro venivo censurata ovunque, in questa scelta di silenzio ha pesato quindi la paura di essere presa in giro, il dolore di non essere creduta, il terrore di perdere il lavoro. Ma ora ho trovato la forza e il coraggio per farmi sentire. Io sto parlando come paziente e cittadina, non come infermiera. Spero di ricevere un indennizzo ed eventuale risarcimento. Almeno per non privare mio figlio di quello di cui ha bisogno.

Lei pensa che tutto questo sia stato un grande errore oppure c’è stato un dolo, una volontà criminale di fare del male alla popolazione italiana?

Non posso esprimermi del tutto ma credo che ci sia stato altro dall’errore umano. Non so perché ma troppe cose non tornano: perché c’è il segreto militare sui vaccini? Perché gli effetti avversi vengono nascosti, minimizzati o perfino fatti passare per attacchi di mitomania? Perché non era neppure lecito avere timore o dubbi su un trattamento sanitario nuovo, e per un virus sconosciuto?

Io oggi mi vergogno di far parte di quel sistema sanitario che ha creato tutto questo.

La sua salute è compromessa e così la qualità della sua vita, la sua fiducia nella scienza medica è crollata, le sue relazioni e i suoi rapporti con gli altri sono gravemente inficiati. Cosa spera per il futuro?

Spero che testimonianze come la mia servano a far svegliare menti e coscienze, che le persone si facciano delle domande, che l’opinione pubblica sia disposta a credere a noi che abbiamo avuto danni da vaccino, che se ne possa parlare senza venir derisi e mortificati.

Frase social: Una vita tra dolori, malesseri, difficoltà psicofisiche; un incubo ad occhi aperti mentre nessuno crede a quello che le è successo

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