“Maserati solo elettrica non sopravviverà” Il grido d’allarme dell’imprenditore italiano che fornisce tutti i grandi marchi mondiali: anche per lui l’imposizione sulle auto a pile deve essere eliminata

Il mondo dell’auto è in apprensione per il futuro. La transizione all’elettrico ha portato più dubbi (e rischi) che certezze, e adesso tutti hanno paura, soprattutto i produttori italiani. Secondo mr. Brugola (quello delle viti) “l’auto italiana ha il destino segnato”. Eppure ci potrebbe ancora essere una soluzione. Ecco quale…

di Lorenzo Fiorentino per Mowmag

Ma a che punto siamo con le auto elettriche? Beh, leggendo i vari aggiornamenti che arrivano dai vari esperti del settore, le preoccupazioni degli stessi produttori automobilistici, e i grandi quesiti esistenziali che adesso ha cominciato a chiedersi addirittura l’Unione europea, pare di essere già alla fine di un progetto che non è nemmeno cominciato. A sottolineare una volta di più questa sensazione è stato Jody Brugola in un’intervista rilasciata a Davide Perego de La Verità: “Il ‘tutto elettrico’ non sarà mai possibile”.
Nipote di Egidio Brugola, l’uomo che inventò l’omonima vite e che ha creato Officine Egidio Brugola, oggi Jody è diventato il presidente dell’azienda di famiglia, dopo averne rilevato il 100%, che conta due stabilimenti produttivi, uno a Lissone e l’altro nel Michigan.
Si tratta di una realtà, si legge sul quotidiano, che “ha come clienti Audi, Bugatti, Renault, Mercedes, Nissan, Ford, Volkswagen, solo per citarne alcuni”, e che quindi opera a stretto contatto con il mondo dell’automotive. Brugola non lascia spazio ad alcuni dubbi, l’elettrificazione ha gettato la realtà delle quattro ruote nel caos più totale, e, ammette, “voglio essere chiaro: questa incertezza non fa assolutamente bene al settore. La Germania sta andando in recessione, le case automobilistiche non riescono a vendere prodotti elettrici perché il mercato non li vuole ma nessuno si espone a tornare indietro, a tornare alle motorizzazioni termiche […] la situazione – continua – non può continuare così, bisogna che qualcuno prenda una decisione”, che nessuno, almeno per il momento, sembra voglia prendere. E in una baraonda del genere è l’Italia che rischia di più

Jody Brugola
Jody Brugola

Secondo Brugola, per cercare di migliorare l’industria, “c’è bisogno di tornare a pensare che il motore endotermico è un qualcosa che, per così dire, ci appartiene e dobbiamo continuare a investire nella ricerca e lavorare per combustibili alternativi alla benzina”. Si tratta di un’idea simile a quella espressa, e messa nero su bianco, dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini in occasione del G7 di Milano. Inoltre, secondo l’imprenditore italiano l’idrogeno potrebbe essere “la soluzione migliore, in prospettiva. E nel mercato assicura c’è spazio per tutti i tipi di motorizzazione, non dobbiamo essere talebani e decidere di percorrere una sola strada a discapito i altre […] per il diesel che può tornare utile al rappresentante, all’elettrico per chi sta solo in città, al motore a benzina per chi ama auto più sportive”. Insomma, secondo mr. Brugola “il 100% elettrico non sarà mai raggiungibile, il mercato non lo vuole e poi dobbiamo pensare anche alle infrastrutture”. Riguardo lo scenario italiano, invece, per il manager “la fine del compartimento, almeno in Italia, mi pare segnata. Basterebbe prendere a esempio Hyundai-Kia: vende sette milioni di pezzi, con un buon design, è al passo con i tempi e ha prezzi competitivi”, invece qui da noi, continua, “non sappiamo neanche se sopravviverà un marchio come Maserati. Di quello che sarà il destino di Fiat si sa poco, ormai è tutto a guida francese […] il problema italiano è la chiusura delle fabbriche e dell’indotto per decisione che vengono prese altrove. È un peccato”. Una frecciatina a Stellantis?

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