Dagoreport di dagospia.com
Come Dago-dixit, l’epopea della “Zarina di Arcore” Marta Fascina volge al termine. Seppellito Silvio Berlusconi e aperto il suo testamento, con lascito da 100 milioni, la bionda parlamentare di Forza Italia dovrà accantonare il sogno di vivere da castellana a Villa San Martino.
Pier Silvio, che non l’ha mai amata al punto da disertare le nozze morganatiche tra lei e babbo Silvio, le ha dato tempo fino a ottobre per inscatolare borse, scarpe e sciarpine di cachemire e lasciare la residenza di Arcore.
Il legato testamentario consegnato da Marta Fascina ai figli di Berlusconi, in cui si definisce la donazione di 100 milioni in suo favore, potrebbe essere impugnato.
Nella lettera ai cinque figli (meno uno: Luigi), datata 19 gennaio 2022, Silvio Berlusconi scrive testualmente: “Sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare, vi prego di prendere atto di quanto segue: dalle vostre eredita’ di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni: 100 milioni a Marta, 100 per mio fratello Paolo e 30 per Marcello Dell’Utri”.
Solo che il Cav, all’epoca, tornò vivo a Villa San Martino, la condizione sospensiva non si è verificata, e quindi – Come Dago-dixit – potrebbe non avere validità.
Sulla questione i figli del Cav mantengono un atteggiamento prudente. Preferirebbero evitare di impugnare il testamento e dare vita a una pubblica tenzone legale con tanto di incontrollabili strascichi e stracci volanti. Meglio cercare, è questa la linea scelta da Marina e Pier Silvio, trovare un accordo riservato per una cifra congrua da riconoscere a Marta Fascina diversa da quella prevista dal lascito (la metà?).
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