L’accusa di stupro di La Russa jr diventa un caso di stato! Il Presidente del Senato messo in mezzo dall’avvocato della ragazza. Non solo era nella casa, ma la vide a letto col figlio. Immaginate l’imbarazzo di Meloni e Mattarella

CLAMOROSO! “LA RUSSA HA VISTO LA RAGAZZA NEL LETTO, ORA È UN TESTIMONE CHIAVE DEL PROCESSO” – PARLA L’AVVOCATO DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA IL FIGLIO DEL PRESIDENTE DEL SENATO DI AVERLA VIOLENTATA – “NON SPETTA A LA RUSSA PADRE STABILIRE SE C’È O NO REATO. QUESTO È COMPITO ESCLUSIVO DELLA MAGISTRATURA” – E POI LA COCA E IL BACIO “PRETESO” DA LA RUSSA JR: “QUESTO COSTITUISCE DI PER SÉ UN REATO DI VIOLENZA SESSUALE PER GIURISPRUDENZA CONSOLIDATA” –

Estratto dell’articolo di G. Gua. per il Corriere della Sera

Avvocato Stefano Benvenuto, ha sentito la sua assistita dopo la querela in cui accusa Leonardo Apache La Russa di averla violentata?

«No perché è sconvolta e voglio lasciarla tranquilla per il momento. Ora sto dedicando tutte le mie attenzioni professionali a questa vicenda».

È stata già chiamata dagli inquirenti per testimoniare?

«Non ancora. Credo che avverrà presto».

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, padre di Leonardo, ha detto che il racconto della sua assistita lascia «molti interrogativi» a partire dal fatto che ha dichiarato di aver assunto cocaina.

«Senza entrare nel merito dell’inchiesta coperta dal segreto, la domanda che mi pongo da normale cittadino e non da avvocato è come possa una ragazza aver assunto cocaina e non ricordare nulla fino all’indomani. La cocaina è nota perché provoca eccitamento, non sonnolenza. Ciò a cui dovranno rispondere i magistrati è se abbia assunto a sua insaputa sostanze diverse dalla cocaina che le hanno provocato un tale stordimento da non farle ricordare nulla e, in caso affermativo, chi gliele abbia date e se ci sia no il coinvolgimento di Leonardo La Russa.

Secondo il senatore non ci sarebbe stato alcun reato.

«Non spetta alla seconda carica dello Stato stabilire se un elemento possa costituire o no un reato. Questo è compito esclusivo della magistratura alla quale, ribadisco ancora una volta, affido l’analisi di questo caso».

Sempre il presidente del Senato ha confermato che il 19 maggio si affacciò alla porta e vide il figlio e la ragazza in camera da letto.

«Mi ha dato un grande assist, in quanto riconosce e conferma che la ragazza era in casa sua. Questo semplifica tutto, perché ora il presidente del Senato è testimone primario di questo processo. Non solo ha dichiarato che la ragazza era in casa sua, ma anche che era nel letto con suo figlio dove è finita non si sa come, visto che non si frequentavano assiduamente. Sta venendo a galla la verità».

La giovane ha anche parlato di un bacio che avrebbe dovuto dare contro la sua volontà .

«Che costituisce di per sé un reato di violenza sessuale per giurisprudenza consolidata» .

L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA CON LA RUSSA: DAGOREPORT

tratto da dagospia.com

Se a Roma Giorgia Meloni è nervosissima per i casi giudiziari che vedono coinvolti il sottosegretario Delmastro e il ministro Santanchè, anche dall’altra parte dell’Atlantico, in Paraguay, Sergio Mattarella ha un diavolo per capello.

I motivi sono ovviamente opposti: alla Sora Giorgia è sbocciata l’idea di sbrogliare la matassa giudiziaria facendo quadrato su Delmastro e mollare al suo destino la Santadeché.

Anche se prima era azzoppata ed ora è pure senza la stampella di La Russa, la Pitonessa, per ora, non ci sta a rassegnare le dimissioni da ministro “al fine di non creare ombre sul Governo”.

In visita istituzionale in Paraguay, il Capo dello Stato è irritatissimo dopo aver letto le varie dichiarazioni rilasciate alla stampa del presidente del Senato, Ignazio La Russa, per l’inchiesta della Procura di Milano sul figlio,  presunto violentatore di una ragazza della Milano bene.

Non poteva credere che la seconda carica dello Stato, colui che in caso di impedimento prende il suo posto ricoprendo anche la carica di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, potesse interloquire con i giornalisti scrivendo, in difesa del rampollo, una folle nota in cui si mette in mezzo alle indagini: “Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante”.

Per poi aggiungere, grazie al cielo: “Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio”.

Ma prima ‘Gnazio ha indossato i panni dell’avvocato del figlio Leonardo (un tipino che sui social ne spara di tutti i colori e dolori) e ha cominciato a impalcare la sua difesa, trasformandosi anche in giudice, sentenza compresa: “Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”.

Seconda botta: “Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua”.

Basta? Non basta: “Inoltre – prosegue nella nota il presidente di palazzo Madama – incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla.

Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero”.

Ovviamente noi speriamo che tutto si risolva nella migliore maniera possibile, comprendiamo il dolore che sta attraversando la famiglia La Russa, sappiamo benissimo che i figli so’ piezz e core.

Ma se un Beppe Grillo, colpito anche lui dai guai del figlio in calore, non ricoprendo nessunissima carica istituzionale, può ergersi in difesa del figlio, ben diverso è il ruolo di La Russa.

Un presidente del Senato non può permettersi di dire alla stampa nient’altro che di essere “rispettoso del corso delle indagini condotte dalla magistratura”. Punto.

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  1. Andare in galera senza passare dal via insieme al grilletto e a tutti quelli che approfittano in questa maniera dei soldi di papà. Poi se risultasse innocente (ma sul serio), dentro la vacchetta e buttiamo la chiave. Bisogna educarli.

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