Il Nobel alla medicina? Un “tappo di autorevolezza” alle critiche piovute da ogni dove rispetto all’irresponsabile gestione politica delle inoculazioni

di Andrea Zhok* da Facebook
*professore di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano
A scanso di equivoci, cerchiamo di dire le cose come stanno.
Il Nobel 2023 assegnato a Drew Weissman e Katalin Karikó è un Nobel politico.
Questo non significa che i ricercatori in questione non meritino riconoscimenti o non siano bravissimi. Ovviamente lo scrivente non è in grado di fare valutazioni del genere.
A prescindere dai meriti dei soggetti premiati, ciò che definisce il manifesto carattere politico del premio è la sua tempistica.
La natura dei premi Nobel è sempre stata quella di premiare scoperte ampiamente consolidate, anche per evitare figure di latta, visto che il fenomeno della scoperta apparente, con successiva smentita, è un fenomeno ad alta frequenza nella storia della scienza.
Spesso i Nobel sono sostanzialmente premi a posteriori alla carriera e le scoperte premiate sono avvenute decenni prima.
  • Il Nobel per la medicina 2022 Svante Pääbo è stato premiato per una scoperta effettuata tra il 2006 e il 2010.
  • I Nobel per la Medicina 2021 Ardem Patapoutian e David Julius sono stati premiati per scoperte effettuate tra il 2007 e il 2010.
  • I Nobel 2020 Michael Houghton, Harvey J. Alter e Charles M. Rice sono stati premiati per scoperte avvenute tra il 1990 e il 2013.
  • I Nobel 2019 William G. Kaelin Jr., Peter J. Ratcliffe and Gregg L. Semenza sono stati premiati per scoperte fatte tra il 1995 e il 2001.
Quando Luc Montagnier venne premiato nel 2008 con il Nobel, la scoperta del virus HIV risaliva al 1983.
Nel caso attuale invece il Nobel giunge con grande sollecitudine all’indomani della chiusura dell’emergenza pandemica, e ciò si spiega con la sua funzione politica.
Gli effetti della grande operazione di inoculazione di massa con prodotti a mRNA sono ancora tutti in fase di studio e di elaborazione (elaborazione resa assai complicata dagli ostacoli frapposti alla raccolta di casistiche e statistiche affidabili).
In termini strettamente scientifici il premio è evidentemente prematuro.
Ma politicamente invece il premio è assai puntuale. Esso mira a mettere un fondamentale “tappo di autorevolezza” alle critiche piovute da ogni dove rispetto all’irresponsabile gestione politica delle inoculazioni nel mondo occidentale (USA, UE, Canada, Oceania, Israele, questo è il perimetro di una strategia “sanitaria” comune).
Una volta di più il mondo della scienza contemporanea mostra di star perdendo l’anima, appiattendosi sui desiderata del ceto politico e delle pressioni economiche.

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  1. E’ il premio nobel per il depopolamento, non si è mai visto un medicinale con tanti effetti avversi come i sieri covid, perchè in realta ti fanno produrre una proteina tossica, la famigerata spike. Qualcosa di talmente assurdo che non riesco ancora a comprendere come può una persona credere di “proteggersi” quando invece spalanca un portone alla parte più pericolosa del virus di cui ha paura. Mancanza di logica, assuefazione alla propaganda incessante, credulità, ingenuità, fiducia incomprensibile in persone che praticano in modo fraudolento la professione medica, non so che pensare e dire per risvegliare gli assopiti, ci vorrebbero gli occhiali da soli di “Essi vivono” e non forse basterebbero.

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