“Chi mangerebbe del cibo sapendo che è stato trasportato in un cubo che ospita più di 200 colonie di batteri?” Hanno analizzato i contenitori dei raider: te la do io l’igiene

Estratto dell’articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”

[…] Il Gambero Rosso , la principale rivista di enogastronomia, ha allora chiesto al laboratorio SiLa di Roma di analizzare uno dei contenitori cubici usati dai rider per le loro consegne. Dagli apparecchi dell’istituto specializzato in igiene e alimenti è uscito un risultato che fa accapponare la pelle.

«Chi mangerebbe del cibo sapendo che è stato trasportato in un cubo che ospita più di 200 colonie di batteri?» si chiede la rivista nel suo servizio di copertina intitolato “Batteri a domicilio” in uscita martedì 27 […]

Le 200 colonie di batteri sono state identificate sul fondo e sulle pareti del box di Glovo, una delle principali aziende di consegna di cibo a domicilio. […] spiega il giornalista Maurizio Gaddi. La legge, aggiunge, stabilisce che tutti gli operatori – rider inclusi – seguano un corso di formazione su igiene e sicurezza degli alimenti. Ma in assenza di controlli, conclude Gaddi, «le aziende che operano nel food delivery sono deboli nella formazione del personale, come invece sarebbe prescritto dalle norme nazionali ed europee».

L’inchiesta, per quanto riguarda Glovo, parla di un corso a base di video e slide e di una lezione collettiva di un’ora. Il contratto dei rider con l’azienda raccomanda di «mantenere i contenitori puliti» e dedicarsi «alla pulizia quotidiana del sacchetto con sapone e disinfettante». Ma poi, con i loro budget ridotti all’osso, i rider si concentrano su altri problemi. Anche perché la spesa per i detersivi è a carico dei ragazzi sulle due ruote.

Nel 2019 l’idea di mettere il naso nei contenitori dei rider venne anche alla Procura di Torino. […] Furono trovate alcune confezioni di cibo ben sigillate, ma altre erano aperte: a rischio dunque di contaminazione sia da parte di virus e batteri che di allergeni, molto pericolosi per chi ha forme gravi di allergia. Nel 2021 l’università di Torino è tornata a occuparsi del tema con un articolo sulla sua rivista Prevenzione in corso scritto da Alice Rastello e Maria Ausilia Grassi.

Anche per questa ricerca la Asl ha fermato e ispezionato una ventina di rider nel centro di Torino.

I punti critici: «Imballaggio mal eseguito, contaminazione degli alimenti all’interno del box termico, trasporto degli alimenti a una temperatura non conforme o in condizioni igienico-sanitarie insufficienti ». […]

Molti, in ogni caso, avevano difficoltà di comprensione della lingua. A fare il paio con le carenze dei trasportatori, hanno trovato i ricercatori di Torino, c’era l’ignoranza delle regole da parte dei ristoratori. La colpa di confezioni non sigillate o di cibi caldi e freddi imballati insieme non è sempre dei rider. E il problema, per quanto riguarda la temperatura, diventa serio perché causa la proliferazione dei batteri. […]

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