Èstato arrestato Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria, nonché in passato assessore durante la giunta Raggi a Roma. La Procura distrettuale antimafia di Bologna e la Procura di Forlì hanno emesso 34 provvedimenti di custodia cautelare sia in carcere che ai domiciliari con 63 milioni di sequestri in una maxi-indagine nei confronti di esponenti del mondo imprenditoriale romagnolo, ex politici, funzionari, tra cui alcuni di Ausl Romagna e prefettura di Ravenna. Le accuse riguardano vari episodi di corruzione. L’indagine è partita da un caso di traffico di droga. Agli arresti c’è anche un ex parlamentare, in carica fino al 2018.
Le motivazioni vengono fornite dal Domani: “L’indagine riguarda vari episodi di corruzione ed è scaturita da un’inchiesta sul traffico di droga. È in questo contesto che si inserisce anche il filone sul Covid e le mascherine. L’ex parlamentare sarebbe riuscito ad ottenere un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici. Sarebbero stati fondamentali i rapporti tra l’ex parlamentare, membri delle forze della polizia, un funzionario prefettizio e appunto i vertici dell’agenzia delle dogane”.
Tra l’ex deputato leghista Gianluca Pini e l’ex direttore dell’Agenzia delle dogane Marcello Minenna esisteva un “proficuo rapporto di collaborazione” che ha portato all’”asservimento della funzione pubblica” del primo “a favore degli interessi privati” del secondo. Questo sostiene il gip di Forlì nell’ordinanza che ha applicato a entrambi la custodia cautelare agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione a proposito di un maxi-appalto per la fornitura di mascherine da parte dell’azienda di Pini. I rapporti tra i due, si legge, “si avviavano nel gennaio 2019”: “I due soggetti avevano occasione di conoscersi allorché il direttore dell’Agenzia delle dogane cercava in Pini un valido interlocutore per esercitare una penetrazione nel settore politico di appartenenza, facente riferimento a politici del partito Lega al quale lo scesso Pini era legato per la precedente esperienza da parlamentare e per i rapporti inalterati con molti esponenti di tale formazione politica”. Se Minenna cercava Pini allo scopo “di vedere confermati i propri incarichi o di ottenerne di più prestigiosi, il politico “assecondava queste aspettative consapevole dell’importanza della funzione ricoperta dal Minenna e nella prospettiva di ottenere da quest’ultimo ciò che gli sarebbe potuto servire nel prossimo futuro”.
Inchiesta mascherine, il “proficuo rapporto” tra Minenna e Pini: perché il gip parla di “asservimento della funzione pubblica”
In particolare, in alcune conversazioni intercettate, “Minenna aveva palesato a terzi l’importanza del Pini perché braccio destro di Giorgetti (Giancarlo, attuale ministro dell’Economia, ndr), uomo politico di primo piano all’interno del partito Lega, che gli sarebbe servito per accreditarsi presso tale formazione politica nella speranza di una progressione di carriera all’interno delle istituzioni dello Stato con particolare riferimento a ipotesi di carriera ministeriale o quale presidente della Consob“. In questo senso, il dirigente pubblico chiariva al politico “che avrebbe in seguito saputo a chi essere grato, facendo cioè capire esplicitamente la propria concreta capacità di remunerare il favore ricevuto”. “L’accreditamento del Minenna” con la Lega, scrive ancora il gip, si concretizzava anche “mediante la sollecitazione della stipula di accordi o protocolli fra l’Agenzia delle dogane e alcuni governatori” del Carroccio, “allo scopo di far ottenere a questi ultimi il consolidamento del loro stesso prestigio, e di riflesso quello della formazione politica di appartenenza”.
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews
Pena…. Tutto nudo con la mascherina, da solo sull’isola con Checco Buffone infoiato.
Scavate di più, questa è solo la punte dell’iceberg di tutta la corruzione perpetrata in questi ultimi 3 anni.