La piccola Kata rapita come ritorsione: spunta il possibile movente, mentre si teme sia stata uccisa e che la salma sia stata nascosta nell’Hotel occupato

Siamo a una possibile svolta sul giallo di Firenze, sulla scomparsa della piccola Kata, la bimba di origini peruviane svanita nel nulla. Il rapimento della piccola avvenuto all’hotel Astor occupato a Firenze e sgomberato ieri, sabato 17 giugno, sarebbe legato a doppio filo a un caso di tentato omicidio avvenuto nello stesso immobile. Questa la convinzione degli inquirenti: Mia Kataleya Chicllo Alvarez è stata portata via per vendetta.

Infatti due settimane prima della sparizione di Kata, l’ecuadoregno Medina Pelaez è stato spinto giù da una finestra del terzo piano. Un volo di otto metri, dal quale l’uomo si è miracolosamente salvato. Gli inquirenti ora indagano sulla faida tra due fazioni di sudamericani che gestivano il racket delle occupazioni nello stabile e altri traffici illeciti.

Alle 8 di oggi, domenica 18 giugno, è iniziata una maxi-ispezione dei carabinieri nel palazzo sgomberato: la speranza è di trovare indizi utili per il ritrovamento della piccolina, di soli cinque anni. Il timore è di ritrovarla all’interno dell’hotel abbandonato senza vita: per la prima volta, il palazzo è interamente in mano agli inquirenti. Tra i sospetti, quello che la bimba sia stata nascosta in un’intercapedine dell’Aastor: all’ispezione infatti partecipano inviati del Gis, esperti nell’uso di apparati altamente tecnologici che servono proprio a trovare intercapedini o cavità nelle mura. L’idea che Kata sia rimasta all’interno del palazzo, infatti, non è mai stata del tutto abbandonata dagli inquirenti.

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